Borat: Subsequent Moviefilm | Ciclone kazako | Recensione
Il voto di Nerdface:
4.0 out of 5.0 stars
Titolo originale | Borat Subsequent Moviefilm: Delivery of Prodigious Bribe to American Regime for Make Benefit Once Glorious Nation of Kazakhstan |
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Lingua originale | inglese |
Paese | Regno Unito USA |
Anno | 2020 |
Durata | 96 minuti |
Uscita | 23 Ottobre 2020 |
Genere | Commedia |
Regia | Jason Woliner |
Sceneggiatura | Peter Baynham Sacha Baron Cohen Jena Friedman Anthony Hines Lee Kern Dan Mazer Erica Rivinoja |
Fotografia | Luke Geissbuhler |
Musiche | Erran Baron Cohen |
Produzione | Four by Two Films |
Distribuzione | Amazon Prime Video |
Cast | Sacha Baron Cohen Irina Nowak Dan Swimer |
Il voto di Nerdface:
4.0 out of 5.0 stars
«I’m going to America»
A 13 anni di distanza dal primo film, Sacha Baron Cohen riporta in vita una delle sue maschere più celebri: Borat, il giornalista kazako dai folti baffi. A differenza della precedente, la pellicola distribuita da Prime Video sembra avere un obiettivo satirico differente.
In Borat: Subsequent Moviefilm l’oggetto dello scherno è prettamente politico. Partiamo con la trama. Borat, imprigionato dal governo kazako perché il documentario che lo vedeva protagonista ha reso il suo Paese lo zimbello del mondo, è liberato dal Presidente.
Un regalo prezioso
Il politico decide di mandarlo ancora negli USA, per consegnare una scimmia, che in Kazakistan è anche Ministro della Cultura, al Vicepresidente degli USA, Mike Pence. Una volta arrivato nella terra delle libertà, scoprirà che sua figlia s’è sostituita alla scimmia, volendo conoscere suo padre. Sconvolto dall’errore, il suo Governo gli dirà che, al posto della scimmia, Borat potrà consegnare proprio sua figlia a Pence, in modo da far stringere un forte legame fra le due nazioni.
Una satira feroce
Fra candid camera riuscite e battute sopra le righe, Borat torna in grande forma dopo una lunga pausa. Nonostante l’umorismo di Sacha Baron Cohen abbia un target specifico e non sia certamente fine quanto quello di Woody Allen, ricco di scene folli e volgari a livelli inimmaginabili, Borat riesce comunque a smascherare una fetta piuttosto ampia della società statunitense.
Infatti, proprio in periodo di elezioni, Borat: Subsequent Moviefilm attacca con simpatica ferocia i supporter di M.A.G.A., il celebre motto di Donald Trump, «make America great again». Sacha Baron Cohen mette così a nudo una fetta di società per certi versi fuori controllo, che vive di fake news e di teorie complottiste.
Più narrativa, meno candid camera
Per veicolare questo tipo di narrativa Borat: Subsequent Moviefilm, a differenza del suo predecessore, favorisce più la narrativa alle solite candid camera. Con un finale che, si spera, possa mettere in imbarazzo una nota figura della politica americana, Borat: Subsequent Moviefilm interviene nel momento giusto, in un periodo delicato per gli USA, i cui cittadini sono chiamati a votare per mandare via un Presidente a detta di molti completamente fuori di testa.
Nonostante il terzo atto di Borat: Subsequent Moviefilm risulterà divertente solo a chi è ben a conoscenza della politica americana, la nuova stilettata di Sacha Baron Cohen riesce comunque a strappare un paio di risate fragorose che, di questi tempi, fanno sempre bene.
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Titolo originale | Borat Subsequent Moviefilm: Delivery of Prodigious Bribe to American Regime for Make Benefit Once Glorious Nation of Kazakhstan |
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Lingua originale | inglese |
Paese | Regno Unito USA |
Anno | 2020 |
Durata | 96 minuti |
Uscita | 23 Ottobre 2020 |
Genere | Commedia |
Regia | Jason Woliner |
Sceneggiatura | Peter Baynham Sacha Baron Cohen Jena Friedman Anthony Hines Lee Kern Dan Mazer Erica Rivinoja |
Fotografia | Luke Geissbuhler |
Musiche | Erran Baron Cohen |
Produzione | Four by Two Films |
Distribuzione | Amazon Prime Video |
Cast | Sacha Baron Cohen Irina Nowak Dan Swimer |