Brandon Lee: la triste storia del protagonista de Il corvo

brandon lee è bagnato dalla pioggia e guarda in alto - nerdface

Brandon Lee

un primo piano di di brandon lee - nerdface

«Immortality is to live your life doing good things and leaving your mark behind».

Piove ancora

Ci sono cognomi difficili da portare, come ci sono uomini che passano tutta la vita a onorarli, cercando di dimostrare in tutti i modi che la mela è caduta vicino all’albero. La maggior parte fallisce e i figli d’arte rimangono in una specie di limbo, costituito dall’incertezza d’avere un qualche talento o dalla condanna di vivere all’ombra di chi li ha preceduti.

bruce lee legge un libro al piccolissimo brandon lee - nerdface

Sarebbe stato forse anche il caso di Brandon Lee, figlio di Bruce Lee, se la sorte non gli avesse serbato un destino triste come quello del padre, purtroppo. Già, perché la carriera dello sfortunato attore non è ricca di film memorabili.

Recitazione e arti marziali

Lo stesso Brandon Lee dichiarava apertamente come la maggior parte delle pellicole alle quali aveva partecipato fossero stupide e, trattandosi di film come Kung Fu: the movie, Resa dei conti a Little Tokyo e Drago d’acciaio, con Dolph Lundgren, non abbiamo dubbi che avesse ragione, mostrando anche una certa intelligenza. Però, poi, qualcuno gli offre la grande occasione di dimostrare le sue abilità nella recitazione, oltre che per le arti marziali.

Il corvo

Nel 1993, infatti, Alex Proyas lo sceglie per interpretare la parte di Eric Draven nel film Il corvo, tratto dall’omonimo fumetto di James O’Barr, anch’esso divenuto culto. Il personaggio che Brandon Lee dovrà interpretare è un musicista e, per la prima volta, il film non sarà basato sulle sue capacità nel Jeet Kune Do, con tutti gli scomodi paragoni col padre.

brandon lee è il corvo, si tiene le mani con sguardo gotico - nerdface

Anche la trama si rivela azzeccata: Eric e la sua ragazza sono aggrediti nel loro appartamento, moriranno entrambi, ma un corvo farà resuscitare Eric e gli permetterà d’avere la sua vendetta.

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Oscuro ed emozionante, con una colonna sonora gotica capitanata dai The Cure, il film è un successo tale da farne tre sequel e una serie TV. Ma Brandon Lee, lo sapete, non sarà partecipe del suo successo internazionale.

Il dramma

Accade, infatti, che durante le riprese un colpo di pistola lo ferisca e ne causi il decesso. Questa morte tragica, che ricorda molto quella del padre, Bruce Lee, contribuisce in parte alla leggenda e al successo de Il corvo, ma rimane una tra le più tristi pagine della storia del cinema. Triste, perché la tragedia nasce da problemi piuttosto comuni, registrati durante i giorni di ripresa.

La dinamica dell’incidente

Siamo alle solite: la mancanza di tempo e di proiettili a salve. Qualcuno compra delle pallottole vere, le svuota della polvere da sparo e le carica in una pistola che sarà utilizzata in altre scene. Ma un proiettile rimane bloccato nella canna e nessuno se ne accorge. Per girare l’ultima scena di Brandon Lee, quella stessa pistola è caricata a salve, ma la detonazione è sufficiente a sparare il colpo vero verso l’addome dell’attore.

con la mglia nera bucata, brandon lee è il corvo - nerdface

Brandon Lee muore in questo modo, per una banale disattenzione, e Michael Massee, Funboy nel film, che quel colpo lo aveva sparato, cade in una profonda depressione. Ad aggiungere dramma al dramma c’è il fatto che Brandon Lee stava per convolare a giuste nozze con la fidanzata Eliza Hutton.

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Ed è proprio grazie a lei, che si spende e sprona la troupe a finire il lavoro, che Il corvo arriva comunque nelle sale, utilizzando controfigure per Brandon Lee ed eliminando dalle scene quegli attori che, a causa dell’accaduto, avevano preferito abbandonare.

Un film entrato tragicamente nella leggenda

Il corvo esce nelle sale e rapisce il cuore di tanti giovani adolescenti, commossi da una storia d’amore e di vendetta, per nulla sentimentale e sdolcinata, ma forte e passionale, dove rabbia e dolcezza si mescolano e si sovrappongono. Il successo è internazionale e la stella di Brandon Lee brilla più fulgida che mai: la frase simbolo del film irrompe come tormentone nella vita di tutti i giorni: «Non può piovere per sempre».

E invece

A rivederlo ora, Il corvo non fa più lo stesso effetto di quando avevamo 16 anni. È un film al quale siamo affezionati, che ricorda momenti incredibilmente lontani ed evoca nostalgia, ma non è un capolavoro assoluto e, anzi, è basato troppo su scene e su frasi a effetto. Eppure, lo continuiamo a vedere ogni volta e suscita gli stessi brividi non appena parte Burn dei The Cure, inedita e scritta per l’occasione.

brandon lee è il corvo e guarda un panorama notturno da un oblò, sovrastato da uno stormo di uccelli neri - nerdface

Siamo coscienti della morte del protagonista durante le riprese, ma sai che la scena non è stata inserita, sostituita da un’altra girata da una controfigura. Ci concediamo un attimo per pensarci e poi ci lasciamo rapire nuovamente dall’impermeabile nero in pelle, dal trucco pallido e dalle atmosfere dark, perché pensare a Il corvo come solo all’ultimo film di Brandon Lee è un errore.

Un destino interrotto

Se il destino non avesse deciso altrimenti, si pensava a Brandon Lee non solo per il sequel ma, si dice, anche come protagonista di Matrix. Già. Inoltre gli era stato chiesto d’interpretare suo padre in Dragon, ma aveva rifiutato con rispetto e il film uscirà poco dopo il suo decesso, con una dedica.

brandon lee è poggiato su un albero e sorride - nerdface

Ci sono cognomi difficili da portare e uomini che passano tutta la vita a onorare quel cognome e ora, dopo aver conosciuto la sua triste storia, possiamo dirlo con certezza: Brandon Lee era riuscito a diventare un attore completo e, con dignità e umiltà, era sulla giusta strada per uscire dall’ombra di un padre che, ne siamo certi, sarebbe stato orgoglioso di lui.

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