Bryan Cranston: un attore dal talento cristallino
Bryan Cranston
«Let us not look back in anger, nor forward in fear, but around in awareness».
The one who knocks
Non potevamo esimerci dal celebrare uno dei volti più amati dalla redazione di Nerdface, oltre che da milioni di fan in tutto il mondo. E così Bryan Cranston, signore e signori: attore, regista, produttore.
Una famiglia difficile
Bryan Cranston nasce a Hollywood, letteralmente, da una famiglia di origini tedesche. Un contesto difficile, tanto che lo stesso attore definisce i genitori «inadatti». Dopo aver provato mille altri lavori, il padre Joe finisce per diventare attore, ma non riesce comunque a far fronte alle spese di casa. Tanto tragica è la situazione, che perde la casa per un’ipoteca.
La figura paterna
Lo stesso Joe finisce per abbandonare la famiglia, quando Bryan Cranston ha solo 11 anni. I due si rivedranno molto tempo dopo, quando il figlio, ormai ventiduenne, riuscirà a rintracciarlo, insieme al fratello. Il padre ha un ruolo molto importante nella storia recente dell’attore: infatti, come ha dichiarato più volte, è la base per la sua interpretazione di Walter White, probabilmente il personaggio cui deve di più.
Gli anni successivi al college vedono Bryan Cranston impegnato in alcuni ruoli teatrali, ma i genitori non incoraggiano la sua scelta e lo spingono verso una carriera più stabile. Bryan Cranston diventa, quindi, Ministro della Universal Life Church e celebra matrimoni per 150 dollari. Si dà anche al doppiaggio di alcuni anime, come Macross plus e Armitage 3: poly-matrix. Ma c’è un attore lì dentro e sta scalpitando. I ruoli sono molteplici, però si tratta sempre di parti piccole. Lo troviamo in Salvate il soldato Ryan, come in diverse serie cult, quali i CHiPs, Supercopter, Matlock, Baywatch e X-Files.
Malcolm
A sancire e, al contempo, aumentare il successo arriva, nel 2000, la serie che lo ha fatto conoscere ai più. Si tratta di Malcolm in the middle, nella quale interpreta Hal, il padre del protagonista. A tratti geniale, questa sit-com è un tutt’uno con la divertente e, per certi versi, estrema caratterizzazione dei suoi protagonisti. Malcolm è interpretato da Frankie Muniz: è un nerd geniale e, come ovvio, terribilmente impacciato.
Una sit-com geniale
Ancora meno socialmente adatto, ma forse più intelligente, è suo fratello più piccolo, capace di costruire un organo assemblando pezzi di quanto trova in casa. A completare il quadro, troviamo Reese, la mente capace d’averci donato il colore «blallo», e Francis, il primogenito mandato in accademia militare per correggere il suo comportamento. Con figli del genere, il personaggio interpretato da Bryan Cranston è inevitabilmente un timido e represso impiegato, pronto a tutto pur di riuscire a ritagliarsi uno spazio per se stesso e la sua più grande passione: il pattinaggio artistico.
Le gag e le situazioni surreali non possono essere descritte tutte, ma Malcolm in the middle va avanti per ben 7 stagioni, recuperando premi ovunque; solo due anni dopo la sua conclusione, a Bryan Cranston arriva il ruolo che lo catapulterà nell’empireo. Parliamo, ovviamente, di Breaking bad, la cruda storia del professore di chimica Walter White.
Walter White
L’attore interpreta un personaggio remissivo, almeno quanto lo era il ruolo precedente di Hal, ma privo della sua vena di follia e invece dotato di un profondo lato oscuro. Breaking bad, infatti, non è una serie comica: il suo protagonista, dopo una diagnosi di tumore ai polmoni, decide d’utilizzare le proprie competenze scientifiche per produrre metanfetamina da spacciare, o per meglio dire, la migliore di qualsiasi altra reperibile in città, riconoscibile per il colore blu dei suoi cristalli.
Un’interpretazione perfetta
Nella sua mente c’è l’idea di guadagnare abbastanza da assicurare un futuro migliore alla futura vedova, al figlio nato con una paresi cerebrale e al secondogenito in arrivo. Brutale quanto bella, Breaking bad è ideata da Vince Gilligan, il quale aveva lavorato con Bryan Cranston per una puntata di X-Files, rimanendo impressionato dalle capacità dell’attore, chiamato per un ruolo molto simile a quello di Walter White. Quest’ultimo, grazie alla sua interpretazione splendida, capace d’accompagnare la sua trasformazione da impiegato anonimo e perdente a criminale consapevole e calcolatore, è divenuto una vera e propria icona.
Breaking bad riceve una quantità di meritatissimi premi, potendo fare sfoggio di un lavoro di scrittura efficace, quanto scientificamente accurato. È una serie recente, eppure già diventata un cult. La carriera di Bryan Cranston, che fino a quel punto aveva registrato solo spazio per alcune prove dietro la macchina da presa in qualche episodio di Malcolm in the middle, Breaking bad, Modern family e la grandissima The office con Steve Carrell, giustamente riceve una spinta importante anche sul grande schermo.
Dal piccolo al grande schermo
È nel cast del Godzilla di Gareth Edwards e probabilmente è stata la sua partecipazione al film a fornirci l’input in più di cui avevamo bisogno per trascinarci al cinema. Già c’era stato spazio, tra gli altri film, in Argo, il bel thriller con e di Ben Affleck ambientato nell’Iran della Rivoluzione del 1979, e in John Carter. Recente è la sua parte da protagonista in L’ultima parola: la vera storia di Dalton Trumbo, il biopic di uno degli sceneggiatori più importanti della storia del cinema, autore di Papillon e Vacanze romane, per dirne due.
Un talento cristallino
Bryan Cranston s’è meritato anche una stella sulla Walk of Fame e indubbiamente la sua bravura è un valore aggiunto a qualsiasi film o serie su cui riesca a mettere le mani. Rimane comunque la certezza d’essere di fronte a un attore capace di liberarsi dell’aspetto da macchietta comica affibbiatagli da Malcolm in the middle, che quasi gli costò la parte di Walter White, risultando estremamente convincente anche in ruoli assolutamente drammatici. Un successo meritato per un talento, diremmo, cristallino.