Cate Blanchett: la carriera della bellissima dama elfica
Cate Blanchett
«If you know you are going to fail, then fail gloriously!».
La Regina
L’altro capo del mondo è terra di canguri e koala, un luogo dove praticamente ogni cosa può ucciderti. Ma è pure il continente che ha dato i natali a parecchi attori tra i più noti e apprezzati al giorno d’oggi. Cate Blanchett entra di diritto nel novero. Nata a Melbourne nel 1969, dapprincipio studia danza e pianoforte poi, durante un viaggio in Egitto, partecipa come comparsa a un film e s’innamora della recitazione. Frequenta l’Istituto d’Arte Drammatica di Sidney e, dopo il diploma, parte dalla quintessenza del mondo degli attori: il teatro.
Dal teatro, alla TV, al cinema
Mentre calca i palcoscenici con un discreto successo, Cate Blanchett frequenta anche il mondo del piccolo schermo e, alla fine, è pronta per il suo esordio nel cinema. Dopo Parklands (1996) arriva Paradise Raod (1997): ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, la vede recitare al fianco di colleghe blasonate come Glenn Close e Julianna Margulies. La trama, poi, non è semplice, poiché narra le vicende di un gruppo di donne prigioniere in un campo di concentramento giapponese.
Il film ha un ottimo riscontro e Cate Blanchett è presto pronta per una nuova avventura. L’anno dopo, infatti, è scelta per interpretare la Regina Elisabetta I in Elizabeth: il ruolo le vale un Golden Globe, oltre a una candidatura agli Oscar. Ricoprirà lo stesso ruolo anche nel sequel del 2007 e l’appuntamento con la statuetta dorata sarà solo rimandato.
La strada verso Tolkien
Prima d’esplodere, partecipa a diversi film di discreta importanza: Il talento di Mr. Ripley (1999); The man who cried (2000), al fianco di Christina Ricci e Johnny Depp; The gift (2000), di Sam Raimi. I primi passi, insomma, sono importantissimi, perché la condurranno al 2001, anno nel quale Peter Jackson manda nei cinema il primo capitolo della sua trilogia de Il Signore degli Anelli.
Galadriel
La Compagnia dell’Anello è un vero è proprio capolavoro e non solo per gli amanti dell’opera di Tolkien. Il ruolo affidato a Cate Blanchett è di quelli difficili da scordare. È infatti Galadriel, la regina elfica «bellissima e terribile» che aiuta Frodo e i suoi compagni, poco prima che la Compagnia si sciolga.
Per il ruolo l’attrice non era la prima scelta, però. All’inizio s’era pensato a Tilda Swinton, però impegnata con Le cronache di Narnia, poi a Kylie Minogue, per fortuna troppo impegnata per partecipare. Fu così che Cate Blanchett ottenne la parte e noi la migliore delle Galadriel possibili. Tornerà a interpretare lo stesso ruolo anche nella trilogia meno fortunata dedicata a Lo Hobbit, fissando ancor di più l’immagine dell’elfa nella nostra immaginazione, forse più della collega Liv Tyler, interprete di Arwen.
Regina lo continuerà a essere su grande schermo, quando con The aviator (2005) di Martin Scorsese vincerà l’Oscar, bissando il successo con una seconda statuetta grazie a Blue Jasmine (2013) di Woody Allen. Prima, durante e dopo saranno tanti i film, d’ogni genere, a permetterle di tenere la corona: Babel (2006), di Innaritu; Il curioso caso di Benjamin Button (2008); il Robin Hood di Ridley Scott (2010); l’approdo a casa Disney con Cinderella.
Disney e Marvel
In modo parallelo, resterà nell’immaginario della casa dalle grandi orecchie, partecipando a Mowgli: il figlio della giungla (2018), pellicola di Andy Serkis uscita direttamente su Netflix. Regina bella e terribile sarà anche nel terzo capitolo della saga dedicata al Dio norreno Thor, così come interpretato dall’MCU. Sarà infatti Hela, in Thor: Ragnarok ed è un peccato che il film non sia riuscito ad approfondire di più il suo personaggio.
Quelle di casa Marvel e nella Terra di Mezzo non sono le uniche incursioni di Cate Blanchett nel mondo nerd, sebbene a molti di noi non piace ricordarlo. È vero che certi film vorremmo non fossero mai esistiti: avessimo una macchina per il viaggio quantico, verrebbe voglia d’usarla per tornare indietro nel tempo.
L’anno? Il 2008. Il film? Il quarto, inutile capitolo di una delle saghe più amate di tutti i tempi, con protagonista un professore d’archeologia armato di frusta e fedora. L’avrete capito, ormai: stiamo parlando di Indiana Jones e il regno del Teschio di Cristallo (2008), di Steven Spielberg. Cate Blanchett interpreta la cattivissima Irina Spalko e davvero non le diamo alcuna colpa se poi la pellicola è quel che è.
L’amore mai finito per il teatro
Oltre al grande e al piccolo schermo, l’amore di Cate Blanchett è la recitazione sul palco del teatro e, parallelamente alla sua carriera cinematografica, quella da attrice teatrale è stata portata avanti con successi e premi meritatissimi. Anche da regista: nel 2007 ha infatti diretto Blackbird, per la Sydney Theatre Company.
Il successo a Venezia
In ultimo vorremmo ricordare che Cate Blanchett è l’unica attrice a interpretare Bod Dylan, nel biopic Io non sono qui (2007): quell’interpretazione le valse la Coppa Volpi a Venezia per la Migliore Interpretazione Femminile. A ritirare il premio in quell’occasione, salì sul palco in sua vece Heath Ledger, anch’egli australiano, in una delle sue ultime apparizioni prima della prematura scomparsa.
Per concludere, importanti sono le apparizioni di Cate Blanchett anche nel mondo del doppiaggio: è nel cast dei doppiatori del discusso Eyes wide shut di Stanley Kubrick (1999), per poi cambiare completamente registro con Ponyo sulla scogliera (2008), tra i più amati lavori dello Studio Ghibli, il secondo e terzo Dragon trainer (2014, 2019) e nel meraviglioso Pinocchio di Guillermo del Toro (2022).