Clonazione e splicing: tra scienza e finzione | Weird Science
Clonazione e splicing
«Era una pecora speciale, aveva proprio qualcosa d’umano. Si voltava se la chiamavi, era simpatica e socievole».
E alla fine arriva Dolly
Nel 1996 il mondo letteralmente impazzì alla notizia che, per la prima volta, un essere vivente fosse stato clonato con successo. Si trattava della famosa pecora Dolly, geneticamente identica alla pecora madre, dalla quale erano state prelevate cellule somatiche dalle mammelle. Il mondo non scientifico entrò in subbuglio, in un dibattito che pose al centro, naturalmente, le questioni etiche legate a clonazione e splicing (per i più preparati).
I richiami del cinema
Sì, perché l’argomento era ed è ancora scottante. Da parte sua, però il mondo del cinema negli anni precedenti aveva già in qualche modo gettato benzina sul fuoco, mediante parecchie incursioni fantascientifiche sulla clonazione e molte con una connotazione decisamente negativa. Facciamo, dunque, una piccola carrellata dei film da non perdere prima e dopo l’arrivo di Dolly.
I ragazzi venuti dal Brasile
Partiamo con I ragazzi venuti dal Brasile, del quale abbiamo parlato nell’articolo dedicato a Gregory Peck. In questo film, Adolf Hitler era clonato ben 94 volte ed era dato grande risalto a un aspetto scientifico non indifferente.
94 Hitler
Ricordiamolo: la clonazione crea esseri viventi geneticamente uguali all’originale e clonare un essere umano porterebbe ad avere due individui uguali fisicamente, ma non mentalmente.
Siamo la somma delle nostre esperienze, come si dice, e ne I ragazzi venuti dal Brasile il problema era ricreare le stesse condizioni vissute da Hitler, per ottenere un Führer assolutamente uguale all’originale.
The island
Lo stesso effetto, più recentemente, è stato possibile vederlo in The island. La storia della pellicola di Michael Bay racconta un futuro distopico, nel quale i ricchi possono godere di una riserva infinita di cloni, dai quali attingere organi sani, nell’eventualità ne abbiano bisogno.
Un film tutto sommato carino, impreziosito dalla presenza della divina Scarlett Johansson e che mostra come ancora nel 2005 il problema della clonazione umana fosse molto sentito.
A proposito di cloni…
Certo, si potrebbe obiettare che The island in effetti sia a sua volta un clone di un altro lavoro del 1979, Parts: the clonus horror: un corto circuito ironicamente delizioso. La pensò così il giudice federale, che accolse la causa di plagio…
Alien: la clonazione
Ancora, la clonazione diventa mezzo puramente meccanico, usato al solo scopo d’aggiungere contenuti a film meno riusciti. Nello specifico, stiamo parlando di Alien: la clonazione. Esce proprio l’anno successivo alla notizia della nascita di Dolly e il titolo originale è Alien: resurrection.
A tornare in vita 200 anni dopo gli eventi dell’ultimo capitolo della saga è l’eroina Ellen Ripley, naturalmente interpretata da Sigourney Weaver. Il film è forse tra i più brutti dell’epopea sugli xenomorfi, ma aggiunge al concetto di clonazione quello di splicing, cioè di montaggio atto a creare ibridi di due forme di vita diverse.
Un nuovo xenomorfo
E infatti la Ripley resuscitata dal passato è metà umana e metà aliena e, verso i minuti finali del film, farà la sua comparsa anche uno xenomorfo umano che preferiamo non ricordare come facente parte dell’universo narrativo di Alien.
Splice
Lo splicing è sicuramente affascinante e nel 2009 è dedicato al tema un film da molti sottovalutato, ma invece molto bello e profondo. Stiamo parlando di Splice: semplicemente, dovreste vederlo. Molti anni prima, però, lo splicing era stato trattato in una serie TV della BBC.
Gor
First born vede protagonista Charles Dance nei panni del genetista Edward Forester, il quale riesce a creare un ibrido uomo scimmia, facendo partorire a una gorilla un bimbo sostanzialmente umano. Datata 1988, uscì in VHS in Italia come un unico film, Gor: l’uomo a metà.
Se lo cercate su MyMovies, dovreste imbattervi in questa sinossi: «Un professore conduce esperimenti sull’ibridismo. Un giorno ha successo oltre le aspettative. Nasce una creatura metà uomo e metà donna. Il dipartimento della difesa ordina d’ucciderla. Ma il professore esita». Chiunque l’abbia scritta ha cannato di brutto e speriamo (o temiamo) in un lapsus, quando si sostituisce donna con gorilla.
La realtà va oltre il cinema
Fin qui siamo nel mondo della finzione cinematografica e trattare di tutte le pellicole sulla clonazione sarebbe lunghissimo: basti citare, su tutti, la centralità dei cloni nella saga di Star Wars, senza dimenticare il nostro Fantozzi…
La bufala del Movimento Raeliano
Possiamo, però, tornare al mondo reale, al 2003, anno nel quale una società controllata dal Movimento Raeliano dichiarò al mondo intero d’aver clonato un essere umano, una bambina, per la precisione. Ovviamente, giusto i pochi adepti della setta credettero alla veridicità dell’affermazione, mentre tutti gli altri, dotati di buon senso, iniziarono a fare le pulci alla storia.
Il capo del movimento Rael declinò, come da copione, tutte le richieste d’effettuare analisi sulla bimba clonata, per difenderne la privacy; così, rispedì al mittente ogni sacrosanta domanda di prove scientifiche sulle sue affermazioni.
È pubblicità, baby!
La cosa, poi, cadde nel dimenticatoio una volta raggiunto il vero scopo, cioè farsi pubblicità. Non era nemmeno la prima volta che qualcuno dichiarava la riuscita clonazione di un essere umano, pratica peraltro vietata. Già ci avevano provato nel 1978 alcuni pseudo scienziati, i quali guadagnarono in pubblicità per un libro e subirono una successiva condanna per frode.
Le serie questioni etiche
Clonazione e splicing sono temi, invece, molto seri e sollevano questioni etiche importanti. La parte più spinosa, ovviamente, riguarda la Chiesa e le sue frange più estremizzate, per le quali «nessuno può sostituirsi a Dio». Ricordiamo volantinaggi di Comunione e Liberazione, nei quali la notizia del perfezionamento della tecnica di clonazione era tacciata al pari dell’eresia e gli scienziati come uomini e donne diabolici, in preda al delirio d’onnipotenza. Naturalmente queste persone non riescono a vedere il quadro generale e non si accorgono di come lo studio e l’avanzamento delle tecniche genetiche possano essere di grande aiuto a tutto il genere umano.
Oltre le paure
Poter raggiungere un obiettivo, poi, non indica nelle società evolute che debba essere necessariamente raggiunto, ma semplicemente potrebbe porre le basi allo sviluppo di nuove terapie, senza contare l’ovvia ripercussione che la clonazione potrebbe avere nel mantenere la biodiversità dell’intero pianeta.
Non si tratta solo d’evitare che il panda o le altre specie in pericolo si estinguano, ma di garantire la possibilità di sopravvivenza nel caso in cui, per esempio, dovesse arrivare una malattia in grado di distruggere tutto il grano presente sul Pianeta. La scienza è sempre uno strumento e, per fortuna, la maggior parte degli scienziati ha un’etica così salda, che nemmeno la religione potrebbe scalfirla.