Conan il barbaro: l’inossidabile cult dell’Arnoldone nostro
Conan il barbaro
«Tu ammiri il coraggio, Crom, quindi accogli la mia unica richiesta: fa’ sì che mi vendichi! E se tu non m’ascolti, allora va’ alla malora!».
Titolo originale | Conan the barbarian |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Uscita | 31 Marzo 1982 |
Durata | 128 minuti |
Regia | John Milius |
Genere | Fantasy |
Cast | Arnold Schwarzenegger James Earl Jones Max von Sydow Sandahl Bergman Ben Davidson Cassandra Gaviola Gerry Lopez Mako Valérie Quennessen William Smith Luis Barboo Franco Columbu Nadiuska Jorge Sanz Jack Taylor Sven Ole Thorsen |
Una consacrazione
Fra il tempo in cui uno dei più amati eroi di noi nerd disertò dall’esercito austriaco per partecipare (e vincere) al concorso di Mister Europa Juniores e il giorno in cui lo stesso divenne Governatore della California, vi fu un’era al di là d’ogni immaginazione. L’era in cui visse Conan, destinato a portare la corona ingioiellata di Aquilonia sulla sua fronte inquieta. Sono io, suo cronista, il solo che può raccontarvi la sua saga. Lasciate che vi dica di quei giorni di gloriose avventure.
Arnoldone nostro alla ribalta
Quarant’anni e non sentirli per Conan il barbaro: la settima fatica cinematografica, in ordine di tempo, ma la prima in assoluto in termini di consacrazione al grande pubblico e al firmamento degli action movie per il nostro santo patrono Arnold Schwarzenegger.
Da Weird Tales al grande schermo
Ispirato a uno dei personaggi più amati della letteratura pulp degli anni ’30, ovvero l’omonimo barbaro che Robert Ervin Howard portò sulle pagine di Weird Tales tra il 1932 e il 1936 e girato sulla scia del travolgente successo delle strisce a fumetti pubblicate fin dagli anni ’70 da Marvel Comics, Conan il barbaro è un film semplicemente leggendario.
La sceneggiatura di Oliver Stone, la colonna sonora di Basil Poledouris e la regia di John Milius permettono al nostro Arnoldone, nel frattempo livellato fino al titolo di Mister Olympia e opportunamente sottoposto a estenuanti allenamenti per apparire più atletico, di dominare la scena nelle modalità per cui noi più lo amiamo: pose plastiche, in cui muscoli grandi come pagnotte risaltano sotto la pelle opportunamente ingrassata come il cuoio e salaci battute da mezza riga ciascuna che, a quanto pare, erano fatte ripetere al nostro Arnoldone anche quaranta volte, per epurarle dalla lievissima inflessione da crucco, più dura a morire del più tosto dei suoi personaggi.
Una storia fichissima
La storia è lineare, del tutto prevedibile e, in una parola, fichissima. Un trionfo di heroic fantasy (for dummies), con un protagonista che sorge dalle più atroci avversità, affrontando i temi dell’amicizia, il rapporto dell’uomo col divino, le regole base del party building dei giochi di ruolo, nonché gli annosi dibattiti su qual-è-il-bello-della-vita e cosa sia superiore tra l’acciaio e la carne.
Il tema dell’amore e quello del rispetto per gli amici animali, toccati piano come Arnoldone tocca il dromedario nella città di Shadizar, non saranno inclusi nell’elenco, per evitare d’incorrere in denunce penali o peggio.
Gli altri personaggi
Ad accompagnare l’ascesa di Conan dalla ruota del dolore fino al trono (di Aquilonia?), passando per un mondo di combattimenti nell’arena, armi esageratamente fuori misura, streghe ninfomani (ah, l’amour), serpenti giganti, sette di fanatici e altri due energumeni imparruccati (Ben Davidson e Sven Ole Thorsen), saranno un arciere (Gerry Lopez, di professione surfista) che tanto ricorda i guerrieri mongoli di Gengis Khan, una ladra guerriera (Sandahl Bergman) troppo alta perché si trovassero controfigure e un mago sciamano con funzioni di voce narrante (Mako Makoto Iwamatsu).
Chiudono il corteo un demotivatissimo (sia l’attore che il personaggio) Max von Sydow e l’invece straordinario James Earl Jones nei panni di Thulsa Doom, antagonista eccelso nonostante l’improbabile acconciatura, nettamente superiore a molti altri villain proposti in altri mondi o contesti. Non c’è molto altro da aggiungere, almeno non qui e su un foglio bianco.
Il Conan di John Milius, cui i Fratelli Cohen si sono ispirati per Walter Sobchak, il violento sociopatico interpretato da John Goodman ne Il grande Lebowsky, è uno di quei film che si facevano una volta e che rendevano così divertente andare al cinema negli anni’80. Violento, scanzonato, inossidabile. Per dirlo in una parole: una pellicola dell’Arnoldone nostro.
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Titolo originale | Conan the barbarian |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Uscita | 31 Marzo 1982 |
Durata | 128 minuti |
Regia | John Milius |
Genere | Fantasy |
Cast | Arnold Schwarzenegger James Earl Jones Max von Sydow Sandahl Bergman Ben Davidson Cassandra Gaviola Gerry Lopez Mako Valérie Quennessen William Smith Luis Barboo Franco Columbu Nadiuska Jorge Sanz Jack Taylor Sven Ole Thorsen |