Diana Rigg: le missioni segrete di una grande attrice
Diana Rigg
«I only know how to play bad mums because they’re the best parts».
Vita da spia
Nel mondo del piccolo schermo, ma anche di quello grande, tutti sapevano che, se c’era da fare una qualche operazione segreta o sotto copertura, Diana Rigg era la donna da chiamare. Una mente raffinatissima dentro un corpo che in gioventù aveva rotto più di un cuore, soprattutto dopo aver recitato per la prima volta nuda sul palco, cui si sommava un talento naturale come spia, le hanno donato una carriera lunghissima, partita negli anni ’60 e finita, purtroppo, nel 2020, anno della sua scomparsa. Daremo un’occhiata alle sue missioni più riuscite e recentemente desecretate.
Gli altri Avengers
Alla maggior parte di voi saranno venuti in mente Dei del Tuono e capitani con scudi a Stelle & Strisce, altri invece avranno pensato alla formazione della Costa Ovest. In entrambi i casi avete totalmente mancato il bersaglio. Prima che a Nick Fury venisse in mente quell’idea meravigliosa, esistevano altri Avengers, in Terra di Albione: si trattava di un gruppo di spie, non di supereroi.
La serie, arrivata in Italia come Agente speciale, parte un po’ in sordina agli inizi degli anni ’60, per poi esplodere quando si decide d’aggiungere un pizzico di verve alle trame spionistiche, troppo classiche e monotone. Ne nasce una commistione di humor, fantascienza e spionaggio, che farà andare avanti lo show per ben 6 stagioni.
Il reclutamento di Emma Peel
Diana Rigg è reclutata nella quarta stagione, col nome in codice di Emma Peel, un sottile gioco di parole che richiamava al suo straordinario fascino. Rimarrà in missione fino alla quinta stagione, poi sarà richiamata per dedicarsi ad altro. Agente speciale rimane una di quelle serie inglesi da ritrovare e riscoprire ed ebbe anche l’onore di un lungometraggio e remake, The Avengers: agenti speciali, nel 1998, con Uma Thurman e Ralph Finnies, candidato ai Razzie per direttissima, ovviamente.
La vera Bond Girl
Diana Rigg deve abbandonare The Avengers perché reclutata per una nuova missione, nemmeno una da poco. Infatti, fa coppia col migliore agente della Regina, in 007: al servizio di Sua Maestà, del 1969. Il film è il primo della serie senza Sean Connery: a vestire i panni di James Bond c’è George Lazenby, il cui volto, forse per evitare impietosi confronti, è nascosto per buoni cinque minuti dall’inizio del film.
Al servizio di Sua Maestà, nonostante la mancanza di Connery, ottiene un ottimo successo al botteghino e in seguito è anche rivalutato dalla critica e dai fan di 007. Diana Rigg di diritto entra tra le Bond Girl, nel ruolo di Tracy Draco ma, ancor di più, sarà lei a impalmare James Bond diventando, di fatto, Tracy Bond. Una carriera niente male per una spia: diventare la moglie dell’agente segreto più famoso del mondo.
L’ultima missione
Dopo tanti anni sotto copertura, il fisico di Diana Rigg ovviamente cede al tempo, tuttavia resta invariato lo sguardo ammaliatore e penetrante, questa volta al servizio di un’esperienza senza pari. Così, quando serve una persona di indubbie capacità per una missione pericolosa e delicata, è ancora scelta lei. Si tratta di far fruttare la sua Licenza d’Uccidere per eliminare un dispotico tiranno, sotto la copertura di Olenna, la Regina di Spine di Game of Thrones.
La missione sarà un successo totale e farà urlare di gioia vera tutto il mondo, con scene di festeggiamenti che manco si erano viste quando Luke fece esplodere la Morte Nera.
Re Jeoffrey muore male come merita, avvelenato con un piano diabolico che non solo completa l’obiettivo di liberare Westeros dallo stronzetto, ma riesce anche a nascondere i veri colpevoli, per affibbiare tutte le responsabilità ad altri.
Un’eroina orgogliosa
Olenna, però, forse un po’ ci rimane male a non potersi prendere il merito di un’azione tanto gloriosa e, alla fine, cede. Non confessa, ma proprio dichiara che lei e solo lei è l’eroina. E lo fa con quegli occhi ammaliatori e colmi d’orgoglio, mentre guarda in faccia il suo nemico e, al contempo, gli toglie anche la possibilità di vendicarsi, togliendosi la vita con orgoglio.
Grazie Olenna, grazie Diana Rigg per tutte le precedenti missioni e anche e soprattutto per questa. Grazie per una vita dedicata e per tutto quello che ci ha portato. Grazie, di cuore.