«Non mi fido di un cowboy che non ha ideali»

È sempre difficile dare nuova vita a un classico, soprattutto quando è già stato oggetto di riscritture, remake, sequel o richiamato in opere che ne hanno sfruttato solo il nome, pur non avendo nulla a che fare con l’originale. Questo è il caso di Django, la pietra miliare dello Spaghetti Western diretta da Sergio Corbucci che, dopo l’omaggio di Quentin Tarantino con Django unchained, è ora reinterpretato dalla serie omonima creata da Leonardo Fasoli (Gomorra: la serie, ZeroZeroZero) e Maddalena Ravagli (Gomorra: la serie), per la regia di Francesca Comencini, David Evans ed Enrico Maria Artale.

Corbucci è solo il punto di partenza

Django, disponibile su Sky e NOW a partire dal 17 Febbraio dopo l’anteprima internazionale alla Festa del Cinema di Roma, usa come punto di partenza l’opera di Corbucci, senza però volerla ricalcare o imitare. Fasoli e Ravagli decidono di diminuire la violenza per guardare più da vicino l’umanità dei personaggi protagonisti.

Un padre e una figlia

Il loro Django, interpretato da Matthias Schoenaerts, comparso ultimamente in The old guard e Amsterdam) è, prima che un pistolero, un padre desideroso di riallacciare i rapporti con la figlia Sarah (Lisa Vicari, la Martha Nielsen di Dark), inaspettatamente sopravvissuta a una tragedia che ha coinvolto tutta la loro famiglia.

La trova a New Babylon, la città fondata da John Ellis (Nicholas Pinnock), al fine di creare un ambiente sicuro per tutti e privo di discriminazioni. Nonostante la figlia non voglia più avere a che fare con lui, Django decide di restare, diventando un alleato per Ellis e aiutandolo a contrastare la puritana Elizabeth Thurman (Noomi Rapace), che considera New Babylon una comunità di ladri e peccatori.

Un genere al passo coi tempi

Django offre un approccio diverso dai suoi predecessori al Western, rendendo la violenza che lo caratterizza per lo più una cornice, mentre al centro vi sono le inquietudini dei personaggi, la loro eterna indecisione tra vendetta e moralità.

Nonostante il ritmo serrato talvolta interrotto da qualche flashback, Django è capace d’aggiornare alcuni stilemi e tematiche tipici del genere al giorno d’oggi, senza però mai risultare forzato, anche per merito di un cast eccellente, dove emergono soprattutto le protagoniste femminili.