«Step»

Tra i migliori fumetti pubblicati lo scorso anno, Dragon Hoops è semplicemente un titolo immancabile nelle librerie degli appassionati. Rientra, infatti, in quella rara categoria di opere capaci di catturare testa e pancia del lettore, sempre teso tra il desiderio di finire una storia così appassionante da un lato e quello di non arrivare mai alla sua conclusione, per la malinconia di essere arrivati alla fine, dall’altro.

Edito da Tunué, è frutto del lavoro di Gene Luen Yang, arricchito dai colori dati ai disegni da Lark Pien. Dragon Hoops segue la vera storia della squadra di basket omonima della scuola superiore in cui insegna, la Bishop O’Dowd High School.

Un nerd alla prova dello sport

Appassionato di supereroi e nerd dichiarato, Yang non ama lo sport in generale e men che mai il basket, che da ragazzo lo vide costantemente infortunato e incapace di giocare a livelli accettabili. Ma quest’anno è impossibile distogliere l’attenzione dai Dragon Hoops: la squadra è infatti sulla bocca di tutta la comunità, non solo scolastica, perché sotto la guida del coach Lou sembra destinata a vincere finalmente il campionato nazionale, dopo ben otto finali perse.

Storie nelle storie

Yang è alla ricerca di una storia per il suo prossimo fumetto e così, incuriosito, compie il passo necessario per appassionarsi alla vicenda della squadra, andando a intervistare il coach Lou, in un gesto semplice eppure carico di significato, come quello di attraversare la strada che lo divide dall’ufficio del collega e che gli permetterà di comprendere come il percorso dei Dragon Hoops sia ricco di storie nelle storie.

La parabola del basket come sport viaggia e si salda, infatti, ai temi dell’integrazione razziale, disciplina per bianchi strappata dai neri e poi divenuta patrimonio anche di cinesi e bengalesi; della parità di genere, attraverso il talento cristallino di una giovane campionessa, sorella di un atleta della compagine maschile; di riscatto sociale, grazie a uno sport praticato nel ghetto, come in tutte le periferie povere d’America; di riscatto personale per i giocatori e gli allenatori sconfitti nelle finali passate, ora parte di una comunità stretta intorno alla squadra lanciata verso un successo desiderato da tutti.

Da osservatore a tifoso

Questo mosaico di volti permette a Yang d’abbattere spesso la quarta parete, coinvolgendoci nella sua passione nascente per i Dragon Hoops. Da osservatore esterno, si trasformerà in sostenitore e poi in tifoso. Noi, con lui, faremo lo stesso, appassionandoci alle sorti dei ragazzi chiamati all’impresa e dello staff. Quel primo passo, sottolineato dall’onomatopea «step», detterà il ritmo di tutte le svolte, positive o negative, che andranno a comporre la bellissima storia dei Dragon Hoops e della loro corsa al titolo nazionale.