Dumbo: il dolce messaggio universale di un classico Disney
Dumbo
«Ne ho vedute tante da raccontar, giammai gli elefanti volar!».
Elogio della diversità
La vicenda di Dumbo nasce innanzitutto da una piccola storia per bambini pubblicata nel 1939 che arrivò all’attenzione di Walt Disney, il quale ne intuì il potenziale e decise di farne il quarto classico dei suoi studios. Tra il dire e il fare, però, lo Zio Walt si trovò a dover fronteggiare alcuni problemi, sia prima che durante e perfino a lavorazione ultimata del film animato.
I primi problemi di produzione
Iniziamo col dire che le due pellicole precedenti della grande D non erano andate benissimo anche a causa del fatto che l’Europa aveva, in quegli anni, altre cose cui pensare, come la tragica fame di spazio vitale di Hitler. Si decise quindi una via più prudente, lavorando in economia il più possibile, senza però sacrificare la durata vera e propria del film. La storia originale di Dumbo era davvero breve e per un po’ qualcuno alla Disney pensò che magari fosse meglio farne un cortometraggio, Walt invece s’impuntò che dovesse essere un lungometraggio e mise gli sceneggiatori al lavoro.
Lavorando con un budget molto limitato sul versante tecnico, si riuscì a concentrarsi meglio sulla storia e sulle animazioni dei personaggi nei loro momenti clou. E funzionò. Sebbene Dumbo appaia più grezzo, soprattutto se paragonato ad altri lavori come Fantasia, uscito appena l’anno precedente, riesce sempre a non apparire mai abbozzato, anche per merito di alcune scene molto potenti, come la celebre danza degli elefanti rosa.
Lo scherzetto fatto a Disney
Se dal punto di vista creativo Walt Disney poteva ritenersi soddisfatto, altrettanto non lo si poteva dire degli animatori i quali durante la lavorazione del film scioperarono per cinque settimane, dopo che alcune loro richieste non furono accolte. Si vendicarono, però, inserendo nel film una sequenza dove i clown chiedono un aumento al principale. C’è da dire che per Dumbo furono scelti artisti di meno esperienza e che dovettero fare i conti con un ritmo di lavorazione forsennato per rispettare i tempi.
Ancora problemi
Insomma, alla fine della complicata produzione la storia dell’elefantino che impara a volare sembrava pronta per la distribuzione. Walt Disney, invece, dovette combattere anche con la distribuzione che, vedendo la durata di soli 64 minuti, gli presentò tre possibilità: distribuirlo come un B-Movie; accorciarlo e renderlo un cortometraggio; allungarlo per farlo rientrare più di misura nella categoria lungometraggi.
Ovviamente Walt Disney rifiutò tutte le opzioni e Dumbo finalmente finì nelle sale il 31 Ottobre 1941, con un’anteprima la settimana precedente, ma solo a New York.
Fu un successo totale. Dumbo si stabilì saldamente tra i maggiori incassi dell’anno e rimpinguò a dovere le casse della Disney che, a fronte di una spesa di circa 950 mila dollari, arrivò a guadagnarne oltre 1 milione e mezzo, diventando subito un classico dell’animazione per i più piccoli. Commovente e delicato, Dumbo riesce davvero a farci credere che un elefante possa volare, sebbene i suoi più importanti significati siano ben più profondi.
Un messaggio universale
Il nome dell’elefantino è molto assonante con «dumb», vocabolo dispregiativo che, nell’accezione comune, significa stupido o anche muto; gli è affibbiato dalle perfide elefantesse, a scopo puramente canzonatorio. In tutto il film vediamo mostra di questi pregiudizi, nati dall’aspetto di Dumbo, difettoso a causa delle sue grandissime orecchie. Il messaggio è universale per ogni bambino che si senta diverso e al quale gli altri non mancano mai di farlo notare.
Contro le discriminazioni
C’è anche di più: si può ravvisare una certa denuncia delle discriminazioni razziali, impersonata dal gruppo di corvi che insegnano il volo a Dumbo e nei quali si nasconde una raffigurazione del ceto proletario afroamericano. Non a caso, i corvi sono gli unici personaggi del film a non prendere mai in giro l’elefantino per il suo aspetto e, anzi, cercano d’incoraggiarlo. Incredibile che proprio i corvi siano stati tacciati d’essere personaggi politicamente scorretti.
Dumbo è la storia di un bambino diverso dagli altri, timido e sensibile, ma in grado di realizzare l’incredibile (non l’impossibile) facendosi forza di ciò che tutti gli altri vedono come difetti.
Lo fa con naturalezza e un pizzico di magia Disney, esattamente come ci si aspetta debba fare. Ne avevamo viste tante da raccontare e con Dumbo anche gli elefanti volare: ci è piaciuto un sacco.