Disponibile dal 17 Luglio, Earl vs the Mutants è il primo lavoro di Falling State Inc., una software house indipendente fondata nel 2023 con sede a Salt Lake City da tre sviluppatori con esperienza nell’industria videoludica risalente sin ai primi anni ’90. Earl vs the Mutants è disponibile su Steam al prezzo di listino di 5,89 euro e in offerta di lancio al 20% di sconto, fino al 1° Agosto.

Trama

In un mondo distopico e sconvolto dall’apocalisse nucleare, la stessa sopravvivenza umana è diventata un business. I mutanti sono ormai diventati una piaga e hanno come unico obiettivo quello di sterminare il genere umano. Sono talmente tanti, da essere difficili d’arginare.

Non tutto è però perduto: la Edna’s Pest Control è una società comandata da una perfida vecchina la quale, animata dal vil denaro, s’è prefissa l’obiettivo di modificare i normali veicoli con l’ausilio di droni da battaglia, mitragliette e cannoni, per trasformarli in temibili macchine di morte, in grado di sterminare il maggior numero di mutanti e nel minor tempo possibile.

Le macchine mortali di Edna

In Earl vs the Mutants, dunque, vestiremo i panni di Earl, un veterano sterminatore di mutanti che si lancerà alla guida delle macchine mortali create da Edna, tentando di sopravvivere a sessioni di gioco che variano dai 10 ai 25 minuti, il cui l’unico fine è investire e sterminare orde di mutanti sempre più numerose e potenti.

Gameplay

Sin dalle prime battute del tutorial, si nota l’estrema attenzione posta dal team di sviluppo ai controlli di gioco. È infatti possibile iniziare a giocare scegliendo tra due tipi di configurazioni, una più adatta per il gamepad, l’altra per mouse e tastiera. Qualunque sia la configurazione scelta, saremo posti alla guida di un veicolo, in uno scenario apparentemente non limitato in grandezza e nel quale saremo chiamati a sterminare orde di nemici, che cresceranno sia in numero che in abilità, rendendo sempre più difficile sottrarsi a una morte più che mai annunciata.

Le armi contro i mutanti

Le armi di base a disposizione del giocatore sono sostanzialmente due: possiamo dirigere il nostro veicolo contro i mutanti per investirli, oppure sparare loro avvalendoci di una delle armi. I controlli di base sono molto semplici. Dovremmo, infatti, gestire solo acceleratore, freno e sterzo, oltre al puntamento e al fuoco dei cannoni.

Il turbo

Una meccanica di gioco chiave è rappresentata dal turbo: al costo del consumo di una barra che si ricarica nel tempo, è possibile fornire per qualche istante dei cavalli extra al veicolo, che in generale si rivela essere decisamente troppo lento per permetterci di scappare. Come in tutti i Bullet Hell che si rispettino, il turbo non è un semplice turbo: colpire in sbandata diversi nemici, avvalendosi di combinazioni col freno a mano, permette d’acquisire punti extra, che si trasformano poi in Power Up temporanei, presenti sull’arena di gioco e che si attivano a contatto col veicolo.

Lo scopo d’ogni singola sezione di gioco è resistere per un tempo variabile, indicato nella parte superiore destra dello schermo, al termine del quale, nel caso in cui fossimo rimasti vivi, è introdotto nell’arena il boss di fine livello. Le boss fight non hanno meccaniche di gioco peculiari: ciascun nemico, infatti, è alla guida di un veicolo simile al nostro, anch’esso dotato di armi. A seconda delle combo e degli stili utilizzati, alla fine d’ogni livello sarà possibile sbloccare nuovi veicoli, che ci permetteranno d’essere più efficienti nel livello successivo.

Livelli e sfide

Earl vs the Mutants è composto, al momento del lancio, da 5 livelli, ognuno caratterizzato da differenze nello scenario e da un boss caratteristico. La struttura Rogue Light dell’opera fornisce al titolo una rigiocabilità pressoché infinita. Sebbene le meccaniche siano semplici, il livello di sfida è tutt’altro che facile: ognuno dei cinque livelli può essere giocato in 3 diverse difficoltà: possiamo assicurarvi che quei maledetti 10 minuti in alcune occasioni vi sembreranno i più lunghi della vostra vita!

Morire e poi morire

Sarete dunque destinati a morire molte volte, ma è bene che sappiate che la morte e il conseguente fallimento di un livello non comportano alcun tipo di penalizzazione per la partita successiva. Potrete così riprovare quante volte volete, fino al momento in cui la vostra perseveranza vi renderà abbastanza tosti da sconfiggere l’ennesima orda mutante.

Da un punto di vista tecnico, Earl vs the Mutants risulta ben ottimizzato, poco esoso in termini di risorse e con un framerate stabile. L’ottima fluidità dell’esperienza si sposa perfettamente con l’incredibile frenesia delle sessioni di gioco, mentre la strabiliante quantità di oggetti presenti a schermo bilancia bene le poche pretese dal punto di vista grafico.

Sembrano alberi

Le interazioni tra il nostro veicolo e i nemici sono estremamente fedeli e precise e ci ha stupito la totale assenza d’interazione tra il veicolo e gli altri elementi dello scenario, come gli alberi: lanciandoci a tutta velocità contro un albero, semplicemente lo attraverseremo. Sebbene possiamo immaginare che tale scelta possa essere stata attuata dal team di sviluppo per non rendere l’esperienza di gioco troppo punitiva, ci permettiamo di suggerire l’implementazione di una corretta matrice di collisione con tutti gli elementi dell’ambiente.

HUD

Da migliorare sono anche le indicazioni date al giocatore mediante l’HUD: non esiste, infatti, nessun elemento dell’interfaccia del gioco che permetta di percepire al giocatore la propria posizione all’interno dell’area di gioco. Questa assenza  rende difficile capire quale sia la direzione migliore da prendere per accaparrarsi i potenziamenti, indicati con una semplice freccia e senza nessuna indicazione si quanto essi siano distanti dalla nostra posizione attuale.

Feeling

Pad alla mano, Earl vs the Mutants è un’esperienza di gioco stimolante, appagante e divertente. Se, come noi, siete nati e cresciuti a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, sarà inevitabile pensare a «quella sottile linea rossa» disegnata a schermo, quando le gomme spalmavano il sangue dei nostri nemici sull’asfalto, o che tracciavamo a colpi di freno a mano quando giocavamo a Carmageddon, nel 1997. Seppur con poche pretese e non senza qualche svista tecnica, i ragazzi di Falling State sono riusciti anche a restituirci il ricordo di quella sensazione.

Conclusioni

Earl vs the Mutants vale, a nostro modesto, parere qualche vostra imprecazione e più di qualche ora del vostro tempo. Ci auguriamo che possiate giocarlo al più presto, perché in un’industria dove le grandi case di produzione propongono esperienze di gioco sempre più simili, dobbiamo tributare un applauso d’incoraggiamento a un team di sole tre persone, capaci d’aver creato un gioco divertente.