Eiichiro Oda e Masashi Kishimoto ricordano Akira Toriyama
La scomparsa di Akira Toriyama ha suscitato un’ondata d’emozione in tutto il mondo, capace d’aver coinvolto testate di settore come i quotidiani generalisti, dal Corriere della Sera a The Hollywood Reporter, lettori della prima ora o appassionati di manga come gli esponenti del mondo dello spettacolo e dello sport. Si pensi a Stephan El Shaarawi: il calciatore della Roma, infatti, all’indomani del successo della squadra capitolina contro il Brighton, in Europa League, ha alternato nelle sue storie momenti di campo a un’immagine di Dragon Ball.
Il mangaka di tutti
Akira Toriyama è stato, infatti, il mangaka di tutti, non solo in grado d’aver reso popolare il battle shonen come genere del fumetto nipponico, ma d’aver contribuito ad aver sdoganato lo stesso manga come mezzo di diffusione di una cultura che da nerd s’è resa pop e oggi, forse, potrebbe essere definita semplicemente cultura, senza aggettivi.
Le parole di due amici e colleghi
Si sta leggendo di tutto. Dagli artwork più eccentrici, che uniscono i personaggi di Goku e Vegeta a quelli di Dr. Slump e Arale, ai post di ricordi autobiografici di quanti e quante hanno vissuto momenti significativi delle proprie esistenze cadenzati alle pagine di Dragon Ball, fino un uso troppo disinvolto della IA per creare immagini a effetto. Colpiscono particolarmente, però, le parole spese da Eiichiro Oda e Masashi Kishimoto, gli autori di One Piece e Naruto che più volte, in passato, hanno tributato ad Akira Toriyama un ruolo centrale per l’ispirazione e la riuscita delle proprie opere, serializzate su Weekly Shōnen Jump, la stessa rivista che ospitò Dragon Ball.
L’omaggio di Eiichiro Oda
«È troppo presto. Il vuoto è grande. La tristezza mi assale quando penso che non ti vedrò più. Ti ho ammirato tanto, sin da quando ero bambino, e ricordo ancora il giorno in cui mi chiamasti per nome la prima volta o quando, tornando a casa, chiamasti amici me e Kishimoto: fummo entrambi felicissimi. Ricordo pure la nostra ultima conversazione. Sei stato tra quanti hanno raccolto il testimone dall’epoca in cui leggere manga era considerato da pazzi e hai dato inizio a un’era in cui sia gli adulti che i bambini potevano divertirsi leggendoli, dimostrando che i manga potevano diventare globali. È stato come vedere un eroe in azione».
«Anche per gli artisti di settori diversi dal manga la serializzazione di Dragon Ball gettò le radici dell’infanzia: la tua vita è stata un grande albero. Per i mangaka della mia generazione che si trovavano sul tuo stesso palcoscenico le tue opere furono molto importanti e io ero spaventato di stare su quel palco. Oggi, sono felice d’aver conosciuto l’uomo che vi era dietro. Ti amavamo in modo viscerale. Con rispetto e gratitudine per il mondo creativo che hai lasciato, prego perché la tua anima possa riposare in pace: che il Paradiso sia il mondo gioioso che hai immaginato».
L’omaggio di Masashi Kishimoto
«Francamente non so cosa o come scrivere, è tutto accaduto così all’improvviso. Vorrei, però, esprimere i miei pensieri e sentimenti verso il maestro Toriyama, come avrei voluto fare, un giorno. Io sono cresciuto coi manga di Akira Toriyama, Dr. Slump nei primi anni delle scuole elementari e Dragon Ball nei primi delle superiori. È stato naturale per me avere i suoi manga quale parte della mia vita. Anche quando avevo una brutta giornata, Dragon Ball mi faceva dimenticare tutto. In qualità di ragazzo di campagna e senza nulla, per me era un sollievo. Mi piaceva davvero tanto! Arrivato all’università, all’improvviso, Dragon Ball da parte regolare della mia vita per tanti anni, finì. Provai un profondo senso di perdita e non sapevo cosa aspettarmi».
«Ma, allo stesso tempo, fu un’opportunità per comprendere la vera grandezza del Maestro che l’aveva creato e di desiderare di creare opere come la sua. E quando seguii le sue orme per diventare un mangaka, quel senso di perdita scomparve: mi piaceva fare manga e, seguendo il mio Maestro, riuscii a trovare un nuovo divertimento. Sei sempre stato la mia guida e ti ho ammirato. Mi dispiace debba essere così, ma ora vorrei dirti che sei stato la mia salvezza, il Dio dei Manga. Quando ci conoscemmo la prima volta, ero così nervoso da non riuscire a proferire un parola. Tuttavia, dopo innumerevoli incontri nel comitato del Premio Tezuka, superai le mie paure e avemmo molte conversazioni».
«Oda e io tornavamo bambini quando si parlava di Dragon Ball e sembra gareggiassimo per dimostrare chi dei due fosse il suo più grande fan. Non dimentico come ci sorridevi, imbarazzato. Oggi ho ricevuto la notizia della tua morte. Provo un senso di perdita maggiore di quando finì Dragon Ball. Non so come affronterò questo buco nel mio cuore. Ora non riesco nemmeno a leggere Dragon Ball. Tutti aspettavamo con impazienza il tuo lavoro. Vorrei esistessero i desideri da esprimere, come in Dragon Ball. Forse è egoista, ma sono così triste… Grazie Toriyama per il tuo lavoro di oltre quarantacinque anni, grazie per l’impegno e la dura dedizione. La tua famiglia sta soffrendo: per favore, abbiate cura di voi. Prego affinché il maestro Toriyama riposi in pace».