Flee | Un film urgentemente attuale | Recensione
Il voto di Nerdface:
5.0 out of 5.0 stars
Titolo originale | Flugt |
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Lingua originale | danese dari francese inglese russo svedese |
Paese | Danimarca |
Anno | 2021 |
Durata | 90 minuti |
Uscita | 10 Marzo 2022 |
Genere | Animazione Biopic Documentario |
Regia | Jonas Poher Rasmussen |
Sceneggiatura | Jonas Poher Rasmussen Amin |
Character design | – |
Musiche | Uno Helmersson |
Produzione | Vice Studios Left Handed Films RYOT Films Final Cut for Real Sun Creature Studio Arte Danish Film Institute Swedish Film Institute SVT Norwegian Film Institute Creative Europe Movistar Plus CNC Fritt Ord |
Distribuzione | I Wonder Pictures |
Doppiatori originali | Jonas Poher Rasmussen Amin |
Il voto di Nerdface:
5.0 out of 5.0 stars
«Cosa significa per te la parola casa?»
Un ragazzo, Amin, e la sua storia, la sua terra d’origine e la sua fuga. Racconta questo Flee, prodotto da Riz Ahmed e Nikolaj Coster-Waldau, film d’animazione di Jonas Poher Rasmussen. Opera toccante e sensibile, turba e scuote dal profondo, documentando gli strazianti e disperati sforzi di un rifugiato afghano, Amin, nel trovare asilo all’estero, ricordando il suo viaggio per niente facile nel mondo e le sue difficoltà di essere quello che è.
Tanti Amin
Amin si siede su un divano e si prepara a narrare la sua storia a Rasmussen, il regista. I due personaggi ci dicono subito che si tratta di una favola nera, a tratti disperata, e riguarda molti altri, uomini e donne nel mondo che tentano in maniera angosciata e angosciante di liberarsi dalla propria terra d’origine, non sempre benigna. Siamo su un set, ma i due non solo solo un regista e il soggetto del suo film, ma due amici che si parlano, ridono insieme e poi ricominciano il racconto.
Un racconto animato
La vita di Amin è da lui narrata attraverso un’animazione disegnata a mano. I corpi e i mondi descritti ci conquistano subito e ci spaventano, a volte, perché la sua non è una storia semplice, commuove e spezza il cuore. L’animazione illustra, nel vero senso della parola, la sua esistenza: ogni luogo, ogni schizzo e ogni elemento ci conducono nelle giornate e nelle notti tanto colorate quanto drammatiche di un ragazzino, poi di un uomo, che dalla sua casa è gettato nel mondo, alla ricerca di un proprio posto, libero e indipendente, aprendo così la porta della memoria, dei ricordi e delle ferite di chi ha perso molte persone, di chi ha dovuto anche mentire per sopravvivere e per salvare se stesso e i suoi cari.
Flee è straziante e pieno d’emozione, in grado di condensare nel suo centro forze concentriche e centrifughe: da una parte la paura, il terrore, gli occhi sbarrati di chi ha sopportato di tutto, di chi ha visto morire i compagni di viaggio, di chi s’è visto riportare indietro; dall’altra la voglia di resistere e il desiderio di rinascita dei rifugiati, perché altrimenti quel viaggio non avrebbe senso.
Una storia universale
Jonas Poher Rasmussen porta sullo schermo una storia difficile, resa forse più digeribile dall’animazione che conferisce, nonostante tutto, una certa levità favolistica, sebbene non manchino le durezze e le asperità di un mondo non fa sconti. Il protagonista, incontrato dal regista ai tempi dell’università, racconta non senza dolore la sua vita, la stessa di molti altri rifugiati di cui sentiamo parlare nei libri, nelle interviste o dalle bocche di chi la tratta l’ha subita.
E oggi?
Ora, tutto è rinchiuso nel suo passato: Amin oggi è un affermato accademico trentaseienne e abita, finalmente felice, col suo fidanzato in Danimarca. Questo è un ulteriore elemento importante della sua esistenza: la sua omosessualità, da lui cancellata e negata lungamente per non deludere la madre, i fratelli e lo zio, è ora vissuta pienamente.
Flee si svolge in un momento storico preciso: le ultime fasi del conflitto afgano, alla fine degli anni ’80: per sopravvivere, la fuga era necessaria. L’infanzia di Amin fu interrotta quando la guerra costrinse lui e la sua famiglia a scappare di casa. Rasmussen coinvolge lo spettatore, saltando nell’esistenza di quel ragazzino verso cui prova rispetto, tenerezza e amicizia, attirato da una nuova terra luminosa, piena di vita e lontana da quella dilaniata dal conflitto, dagli incontri paurosi con la polizia russa e dai tentativi disperati di portare la famiglia in Europa.
Storia di una fuga
Conosciamo la fragile madre di Amin e i tre fratelli maggiori, in una Russia non sempre benevola, nonostante sia l’unico luogo della possibile salvezza. Una soluzione temporanea, però, perché dovranno fuggire anche da lì. I tentativi sono dolorosi, disumani e spezzano il cuore; partecipiamo umanamente agli avvenimenti, raccontati con grande intensità e spesso, per rendere più sopportabile il narrato, Rasmussen inserisce immagini di repertorio, come a rendere più documentaristico il narrato vede.
Un film straordinario
Flee mostra benissimo la paura provata dall’uomo, il peso sostenuto nel timore d’essere cancellato e di perdere tutto, l’angoscia, i rimpianti e i rimorsi avvertiti ancora oggi. È un film straordinario, umano e complesso. Una grande storia urgentemente attuale, da tenere a mente quando incontreremo sul nostro cammino altri Amin cui dedicare ascolto e solidarietà.
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Titolo originale | Flugt |
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Lingua originale | danese dari francese inglese russo svedese |
Paese | Danimarca |
Anno | 2021 |
Durata | 90 minuti |
Uscita | 10 Marzo 2022 |
Genere | Animazione Biopic Documentario |
Regia | Jonas Poher Rasmussen |
Sceneggiatura | Jonas Poher Rasmussen Amin |
Character design | – |
Musiche | Uno Helmersson |
Produzione | Vice Studios Left Handed Films RYOT Films Final Cut for Real Sun Creature Studio Arte Danish Film Institute Swedish Film Institute SVT Norwegian Film Institute Creative Europe Movistar Plus CNC Fritt Ord |
Distribuzione | I Wonder Pictures |
Doppiatori originali | Jonas Poher Rasmussen Amin |