Gli altri eroi in miniatura prima di Ant-Man

un eroe in miniatura ben prima di ant-man se la deve vedere con un ragno - nerdface

Ant-Man

«Vuoi essere un grande? Comincia con l’essere piccolo».

Sant’Agostino

Piccoli eroi (non) crescono

Il dottor Pym non è il primo essere umano nella storia della Fantascienza, non solo fumettistica, a sperimentare le ridottissime dimensioni. Certo, Ant-Man, Wasp e famiglia sono supereroi, quindi per loro rimpicciolire offre quasi esclusivamente vantaggi ma, se guardiamo indietro, ci rendiamo conto che l’essere piccoli è, di solito, un grossissimo problema, addirittura mortale, tanto che il più delle volte non si tratta di un atto che l’eroe compie volontariamente, quanto di una sgradevole situazione in cui si trova costretto.

Davide e Odisseo

Tracce dell’atavica paura che l’uomo ha di trovarsi come un insetto di fronte a creature assai più grandi si trovano fin dai tempi di Davide e Golia, o di Polifemo e Odisseo: in entrambi i casi, i giganti sono terribili e incutono timore e, sempre, gli eroi la spuntano solo ricorrendo a un gioco d’astuzia. Davide colpisce Golia con un sasso ben indirizzato dalla sua fionda; Odisseo, invece, prima fa ubriacare il ciclope, poi lo accieca con un palo arroventato mentre questi è tramortito dai fumi dell’alcol, poi si nasconde sotto un gregge di pecore e scappa dalla grotta che fa da casa al mostro, infine lo motteggia ridendo di gusto, mentre il gigante urla furente di rabbia contro di lui dall’alto di una scogliera.

Quale morale?

L’insegnamento che si può trarre da queste due storie è forse una sola: l’unica dimensione a contare è quella del cervello. Resta comunque il sapore di una morale postuma e appiccicaticcia, che tenta di fugare in modo un po’ goffo l’inenarrabile terrore di ritrovarsi piccoli e indifesi in un mondo di giganti. Solo col tempo cinema e letteratura, attingendo ripetutamente a quest’antichissima fobia, sono riusciti via via a farci cambiare punto di vista, fino a rendere il rimpicciolimento un vero e proprio superpotere.

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Al momento attuale, forse complice quel gruppetto di camaleonti piccoli piccoli, appartenenti al genere brookesia, siamo arrivati al punto in cui, nonostante la scienza s’ostini a porci di fronte a evidenze grosse come la legge di conservazione della massa (e dell’energia) circa l’impraticabilità della riduzione delle dimensioni di un essere vivente vivo, noi continuiamo a rimpicciolire l’eroe di turno, fino a fargli raggiungere il Regno Quantico.

Fantascienza e Horror

La fantascienza era ovviamente il genere di riferimento per queste operazioni, ricordando sempre che fantascienza e horror hanno girato a braccetto a lungo e per piacere. Iniziamo quindi a vedere quali sono i film e le serie che hanno trattato l’argomento e con quali differenze man mano che gli anni passavano.

La bambola del Diavolo

Uscito nel 1936, La bambola del Diavolo offre due punti di vista che torneranno ciclicamente all’interno del genere rimpicciolimento. La trama vede un uomo tradito dai suoi soci finanziari e accusato di furto e omicidio. Incarcerato per diciassette anni, il protagonista riuscirà a evadere e, come un novello Edmond Dantes, cercherà vendetta. Ad aiutarlo nella fuga sarà uno scienziato e compagno di cella che, guarda il caso, ha messo a punto una sostanza capace di rimpicciolire le persone e di controllarne la volontà. Inutile dire cosa ne sarà dei soci traditori del protagonista…

un uomo e una donna osservano una fanciulla rimpicciolita - nerdface

La bambola del Diavolo mostra apertamente la paura d’essere in balia di un’altra persona. Ridotti nelle dimensioni e privati della volontà, saremmo esseri indifesi, meri giocattoli nelle mani del gioco di qualcuno. Il parallelismo tra piccolo e giocattolo è tra l’altro motore di altre produzioni, prime fra tutte quelle de I viaggi di Gulliver, uomo giunto a Brobdingnag, isola abitata da giganti, e affidato alla figlia di un contadino, che lo tratta quasi come fosse una delle sue bambole.

Nessuna pazzia

Il secondo punto sul quale La bambola del Diavolo fa leva è lo scopo dello scienziato che ha creato la formula rimpicciolente. Non agisce per odio verso l’umanità o per incarnare lo stereotipo dello scienziato pazzo, bensì perché pensa che riducendo le dimensioni della razza umana ridurrebbe di conseguenza il suo impatto sul pianeta. Un concetto particolarmente moderno che, non a caso, sarà riutilizzato.

Dr. Cyclops

Nel 1940 nei cinema arriva un film destinato a divenire un classico proprio per il suo essere fortemente didascalico. Il dottor Ciclope del titolo è il classico scienziato pazzo che ha fatto una grande scoperta e non vuole condividerla con nessuno. È soprannominato «ciclope» perché fortemente miope e tutto il film s’ispira fondamentalmente proprio alla storia d’Odisseo e Polifemo.

il dr cyclops tiene in mano una donna miniaturizzata - nerdface

Un gruppo di scienziati raggiunge, sotto invito dello stesso dottore, il suo laboratorio isolato che, però, poco dopo e in preda alla paranoia, decide di rimpicciolirli e farne delle cavie umane per le sue ricerche. Il film ha moltissime ingenuità e risulta divertente, più che pauroso. Basti pensare che in un paio di ore lasciati a loro stessi, perché il dottore ha bisogno di farsi un pisolino, i piccoli uomini riescono a creare armi e vestiti su misura. Qualche altra ora a disposizione e avrebbero probabilmente costruito un veicolo a motore. Lo stesso dottore, infatti, commenterà stupito: «Però! Siete ingegnosi vedo!».

Una questione d’ingegno

Essendo il film facilmente reperibile, il consiglio è di guardarlo per sorridere della sua deriva naive, all’epoca però pienamente coerente, come il linguaggio raffinato degli scienziati mantenuto anche durante una furiosa litigata, o il pericolo mortale rappresentato dal gatto di casa del dottore. Al netto di questo, Dr. Cyclops mostra il forte svantaggio delle piccole dimensioni, contrapponendo come da copione, un ingegno reso più affinato dalla situazione e grazie al quale i protagonisti riusciranno ad avere la meglio.

Radiazione BX: distruzione uomo

Non lasciatevi fuorviare dal titolo: il film fu tratto dal classico di Richard Matheson Tre millimetri al giorno e lo stesso scrittore partecipò alla sua sceneggiatura, contribuendo a renderlo tra i migliori sull’argomento. La trama vede il protagonista investito da una nube radioattiva che sul momento pare non avere alcun effetto nefasto. La realtà, però, si palesa presto: l’uomo sta rimpicciolendo, per l’appunto di 3 millimetri al giorno.

in radiazione bx distruzione uomo il micro eroe deve vedersela con un ragno - nerdface

Poiché il processo non è immediato, abbiamo la possibilità di vedere perfettamente il cambiamento del protagonista, poco alla volta. Inizialmente è poco più basso e senza alcuna conseguenza, poi sarà ridotto alle dimensioni di un bambino e la situazione si fa tosta.

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Nella sua forma ridotta lo sfortunato si trova a dover interagire con la moglie e con la figlia: la prima non lo vede più come un uomo anche e soprattutto dal punto di vista sessuale; la seconda ovviamente non lo vede più come padre e lo alloggerà in una casa per le bambole quando le sue dimensioni diventeranno ancora più ridotte.

La perdita del potere

Ecco la perfetta metafora del rimpicciolimento: la paura di perdere il potere nel senso più largo del termine e l’identità stessa di uomo e maschio. Una vera e propria castrazione, come molti colsero nello scritto di Matheson, ancor prima di vedere il film. E come dimenticare il finale, in cui si scontra contro un enorme ragno per conquistare il dominio su un cracker ammuffito? Pur vincendo contro la belva, continuerà però a rimpicciolire, probabilmente entrando nel mondo quantico ben in anticipo rispetto ad Ant-Man e restituendo una scena da brividi divenuta un cult.

Viaggio allucinante

Uscito nel 1966, Viaggio allucinante è sceneggiato da Isaac Asimov, al quale fu commissionato anche il libro omonimo. In netta controtendenza coi precedenti film, Viaggio allucinante punta l’obiettivo sui vantaggi del rimpicciolimento. In questo caso si tratta d’eseguire un’operazione per rimuovere un embolo dal cervello di uno scienziato disertore del blocco sovietico.

l'uomo il cui corpo sarà lo scenbario del viaggio allucinante - nerdface

La tecnica miniaturizzante ideata dagli USA è di durata temporanea, mentre pare che lo scienziato in coma abbia sviluppato un processo per renderla permanente. In breve, è costituito un equipaggio che, a bordo di un sottomarino futuristico, dovrà farsi strada all’interno del corpo dell’uomo fino ad arrivare all’embolo, per rimuoverlo.

Capovolgere la prospettiva

Insomma, un’operazione di microchirurgia diventa la base per la trama di uno dei più interessanti film sulla miniaturizzazione. Ovviamente i viaggiatori si troveranno ad affrontare innumerevoli pericoli: dagli assalti degli anticorpi a una pericolosissima visita nei polmoni. Non manca, poi, il sabotatore interno, disposto a tutto pur di far fallire la missione.

la nave di viaggio allucinante è tra i globuli rossi - nerdface

Viaggio allucinante declina l’argomento in maniera totalmente diversa dai suoi predecessori e porta l’ambiente ostile dentro il corpo umano. Niente gatti o ragni giganti, ma globuli bianchi e pericoli a metà tra Spazio profondo e Ventimila leghe sotto i mari. Un territorio inesplorato, al quale Asimov tornerà con un secondo libro, Destinazione cervello, non un sequel bensì una storia parallela che permetterà all’autore di dare più spazio alle spiegazioni scientifiche.

La terra dei giganti

Concediamoci una piccola digressione e diamo un’occhiata anche al piccolo schermo. Qui esordisce nel 1968 La terra dei giganti, serial che vede i protagonisti fare naufragio, col loro apparecchio per voli nella bassa atmosfera, su un pianeta del tutto simile alla Terra ma dove tutto, umani compresi, è grande dodici volte più del normale. Non si tratta di un numero a caso, perché è lo stesso riportato da Gulliver nei suoi viaggi a Lilliput e Brobdingnag.

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La serie, trasmessa anche da noi negli anni ’80, ha gli stessi elementi di base già visti in altre opere: pericoli ambientali costituiti da elementi in precedenza innocui e una certa dose d’ingegno dei protagonisti per adattarsi alle nuove dimensioni. Si uniscono, poi, i profili tipici dei personaggi dei serial: l’eroico capitano, la bella ragazza in quota rosa, l’ambiguo egoista che vuole tenere tutto il cibo per sé ed è pronto a mentire e a tradire.

Cambia la percezione

La terra dei giganti è tra gli ultimi esempi in cui le dimensioni ridotte coincidono con problemi terribili da affrontare, con conseguenze spesso da brividi. Negli anni successivi, infatti, si virerà molto sulla commedia. La Seconda Guerra Mondiale è ormai da tempo alle spalle e cambia così la percezione in merito agli scienziati, non più visti con diffidenza per il loro ruolo nelle distruzioni immani del passato.

Lo scenario della Guerra Fredda

Allo scienziato pazzo si sostituisce e si preferisce la figura del nerd e la scienza in generale guadagna molta popolarità. Ant-Man è figlio di questo nuovo mondo, ottimista e benevolente: le bombe atomiche possono distruggere l’umanità, ma vale la pena correre il rischio per il progresso tecnologico. C’è sempre come sfondo la Guerra Fredda e la nuova parola d’ordine è sovrastare l’URSS anche per competenze e conoscenze, come s’era fatto col Terzo Reich, incapace d’essere arrivato alla bomba atomica per puro caso.

ant-man e atom - nerdface

C’è anche la corsa allo Spazio a tenere banco per tutti gli anni ’60: già nel 1957 l’URSS lanciò gli Spuntik 1 e 2 e gli americani dovettero affrettarsi per batterli nella corsa alla Luna. Magari, questi scienziati così pericolosi, a qualcosa erano utili. Cambia, così, anche il modo di percepire il rimpicciolimento: non è più una dannazione ma, anzi, può essere usato perfino come superpotere. E Ant-Man è l’emulo di un altro eroe della DC, capace delle stesse performance: Atom. Entrambi nella vita fuori dal costume sono scienziati, come lo saranno moltissimi altri eroi della Marvel. Questo cambiamento vede un riflesso ovviamente nei film.

Salto nel buio

Pellicola del 1987, mostra alcuni elementi figli di questa nuova epoca. Il rimpicciolimento è ora un vantaggio da poter utilizzare, soprattutto in campo spionistico e nelle fasi finali della Guerra Fredda. Così, un goffo scienziato pagato dal Governo degli USA ha quest’idea geniale: rimpicciolire un essere umano per poterlo infilare magari dentro l’animale domestico di una qualche personalità di rilievo e spiarla grazie a interfacce oculari e auditive.

dennis quaid in salto nel buio - nerdface

Il tenente Tuck Pendleton, macchina a zero difetti, è quindi rimpicciolito insieme a una specie di sottomarino, pronto a essere iniettato dentro un coniglio per alcuni test preliminari. Le cose però vanno malissimo e il Tenente, invece, finisce dentro un inconsapevole commesso di supermercato.

Fantascienza e commedia

Salto nel buio è fantascienza e commedia assieme, un Viaggio allucinante con effetti speciali migliori e un continuo avvicendarsi di situazioni comiche. I cattivi del film non sono i russi, ma un’organizzazione che vuole impadronirsi della tecnologia per sfruttarla commercialmente. Indimenticabile anche per i protagonisti: Dennis Quaid, Martin Short e Meg Ryan.

Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi

Anno 1989: la Disney presenta sul grande schermo la sua commedia fantascientifica in cui un gruppo di adolescenti è per sbaglio rimpicciolito alle dimensioni di una formica e si trova a dover attraversare il giardino di casa per invertire il processo. Il film, con un Rick Moranis in ottima forma nei panni dello scienziato nerd, è un’avventura familiare che contrappone i soliti problemi dovuti al rimpicciolimento, ma li edulcora al punto tale che i ragazzi riescono anche ad addomesticare una formica e l’unica grossa minaccia che incontrano è uno scorpione.

Il giardino è una giungla

Per il resto, il giardino di casa è vero e sembra una giungla, ma assume solo il ruolo di scenografia, prediligendo il senso di fantastico che deriva dal guardare il mondo da molto, molto in basso. Le stesse atmosfere del film possono essere trovate anche nel videogioco Grounded, che infatti da esso prende in parte ispirazione.

rick moranis in tesoro mi si sono ristretti i ragazzi - nerdface

Il contesto attorno all’importanza della scoperta dello scienziato che ha creato la macchina rimpicciolente è appena abbozzato. Intuiamo che lo fa per l’utilità generale che ne deriverebbe, ma vediamo anche come, da buon scienziato pazzo, sia deriso dal resto della comunità scientifica; inoltre, vediamo anche come appaia strano ai vicini di casa: gente onesta e concreta con la testa sulle spalle, come ci si aspetta dagli appartenenti alla classe media americana.

Downsizing

Facciamo un enorme passo avanti e arriviamo al 2017, con Downsizing. Il mondo è di nuovo cambiato nel corso del tempo e questo film prende come tema principale l’ambientalismo. La procedura di rimpicciolimento è messa a punto proprio allo scopo di rendere gli essere umani meno d’impatto sulla Terra, sia in termini di sfruttamento delle risorse che di rifiuti prodotti.

matt damon osserva un uomo rimpicciolito in downsizing - nerdface

Ancora, il processo è assolutamente volontario: chi lo desidera può farsi ridurre di dimensioni e andare a vivere in comunità create appositamente per tenere i residenti al sicuro dai pericoli di un mondo ora più grande. Downsizing, non a caso, non presenta alcun villain, perché i cattivi siamo noi e proprio per i cambiamenti ambientali che stiamo causando.

Un inedito elemento politico

Downsizing, però, si preoccupa d’inserire un inedito elemento politico: il rimpicciolimento è utilizzato dai paesi dittatoriali come pratica di punizione estrema per i dissidenti. Partendo da premesse del genere, dunque, Downsizing non mostrerà la lotta per la sopravvivenza del piccolo in un mondo troppo più grande. Mancano del tutto i cliché, perché il è lo specchio perfetto dei nuovi problemi che stiamo affrontando.

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Ecco l’eredità con cui si confronta l’Ant-Man dell’MCU, cinecomic in cui il rimpicciolimento è solo un pretesto che, a volte, contraddice le sue stesse regole, più spesso quelle della scienza. Il tema, però, è davvero molto vasto e trascende latitudini e retaggi culturali. Sono molte le opere che ben si inseriscono nella metafora del rimpicciolimento. Una su tutte? L’attacco dei giganti.

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