Go Nagai: quella via luminosa di sesso, violenza e robottoni
Go Nagai
«Ho sempre pensato d’essere un bambino quando creavo storie».
Padre mecha
Nel mezzo del cammin di nostra vita, ci siamo trovati spesso davanti alla TV. Ok, non era proprio nel mezzo, ma un po’ prima. E la nostra dritta via non era stata (ancora) smarrita, ma rimangono comunque le molte ore passate col sedere per terra, davanti ai cartoni animati, che ancora non erano chiamati anime. E quei cartoni, per buona parte, erano il frutto della mente di un unico, geniale mangaka, conosciuto nelle televisioni e sui giornali come «il papà dei robottoni», Go Nagai.
Un esordio dantesco
Go Nagai non ha bisogno di molte presentazioni, poiché il suo nome è inciso con lettere d’oro nel cuore e nella memoria di molti della mia generazione. Nemmeno l’inizio dantesco è messo a caso, perché i suoi esordi sono legati al sommo poeta e, soprattutto, alla sua Commedia illustrata dal Dorè, da tutti noi posseduta e riposta in casa. Se pensate di non averla, cercate meglio: una copia salta sempre fuori. Poi cercate in fumetteria e libreria e acquistate quella coi disegni proprio di Go Nagai, che di Dante è grandissimo conoscitore e ammiratore.
Devilman
Parliamo, ovviamente, di Devilman, uno degli anime più ricordati del passato e la cui origine può farsi risalire proprio alla Divina, che Go Nagai ebbe modo di leggere durante l’infanzia. Non oso pensare come possa suonare in giapponese «amor ch’a nullo amato amar perdona» e a quelle tavole bellissime e cupe che illustravano il viaggio di Dante lungo i gironi infernali.
Così nascono le avventure di Devilman, dell’anime prima e del manga poi: narrano del demone Amon, rinchiuso nel corpo del giovane Akira, il quale ne sfrutta i poteri per difendere la Terra. E già con Devilman, soprattutto con la sua versione cartacea, si possono intravedere le tre grandi passioni di Go Nagai: il sesso, l’horror e i mostri giganti. Poi uno si chiede perché piaccia così tanto!
Il sesso
Il sesso quindi, o meglio l’erotismo. Go Nagai lo sdogana da subito e infatti abbiamo il personaggio di Silen che mostra un delizioso décolletté ma, ancor di più, l’autore lo pone al centro in due opere minori. Una è Cutie honey, la cui eroina fa bella mostra delle sue nudità durante le trasformazioni; l’altra serie è Kekko Kamen, nel quale le scene di nudo sono molto più presenti, in quanto la stessa protagonista combatte vestita solo di una maschera.
Non sono hentai e non hanno scene di sesso esplicite, mentre puntano sull’umorismo e sulla parodia, eppure non sono state esenti da critiche, essendo rivolte a un pubblico di tutte le età. In Italia, manco a dirlo, le abbiamo viste col cannocchiale e solo grazie ad alcune reti private.
La violenza
Quanto all’horror e pure allo splatter, non c’è bisogno di ricordare quanto Devilman che le altre serie più recenti dei robot possedessero scene decisamente forti. Anche adesso stiamo parlando più della versione cartacea che degli anime. Il tratto di Go Nagai è semplice ed enfatizza le linee scure, la resa è quasi pesante e, molte volte, mette in risalto un certo lato grottesco. La violenza è presente e quasi si avverte la fisicità dei pugni. O dei magli perforanti. Poi, ovviamente, arriviamo ai robot. Ai robottoni.
I robottoni
Go Nagai ne è il maestro assoluto e firma la sua prima opera sui mecha nel 1972: Mazinga Z, infatti, appare in quell’anno ed è subito leggenda. Due anni dopo arrivano anche Il Grande Mazinga e Getter Robot; negli anni successivi sarà la volta di Jeeg robot d’acciaio e Goldrake.
I temi, come l’universo cui appartengono, sono sempre gli stessi: giovani eroi sono chiamati a combattere contro gli invasori, a bordo di un robot dalla potenza devastante. Gli stessi temi saranno ripresi poi ed enfatizzati fino al limite estremo da quel capolavoro di Evangelion.
Mazinga (e soci)
L’universo di Go Nagai è dunque vasto e dipinto con molteplici toni e vanno dallo scanzonato al sadico. I pericoli sono numerosi e sempre presenti, come anche lo sono le persone che li fronteggiano a mani nude o ai comandi di robot giganti o con l’aiuto di poteri speciali.
Non a caso, il look di alcuni di questi, come per Devilman, ricorda molto quelli dei classici supereroi dell’Occidente. È un mondo da scoprire ed è possibile farlo anche in Italia.
La Dynamic Production
Nel 1995, infatti, Go Nagai apre nel nostro paese una succursale della sua compagnia Dynamic Production, fondata nel 1970, che si occupa della distribuzione delle sue opere e non solo. Soprattutto, crea prodotti con una certa cura rispetto all’edizione originale, rendendo di fatto possibile visionare gli anime nella loro interezza, così come sono stati voluti dagli autori.
La Dynamic dura fino al 2005, poi chiude e l’eredità è raccolta da tra case diverse, Dynit, Shin Vision e D/vision; ne sono emanazione quasi diretta, ne fanno parte molti ex della compagnia originaria. La storia è affascinante, ma decisamente inadatta a questo tipo di articoli e potete facilmente reperire un riassunto degli eventi in rete. Ora tutte le opere di Go Nagai sono disponibili in Italia e vale la pena scoprirle per la prima o l’ennesima volta.
L’eredità culturale
Go Nagai ha influenzato moltissimo sia il nostro piccolo mondo di bambini, sia quello più vasto dei suoi colleghi, arrivando a diventare quasi un marchio di fabbrica. Noi lo ringraziamo per quanto ha fatto e per come siamo diventati, anche grazie alle sue storie così semplici all’apparenza, ma così profonde nel sondare l’animo umano.