Per molti possessori dei tempi della PS2 uno dei primi titoli cui si ebbe la possibilità di giocare fu il primo capitolo della serie Gungrave. Eccessivo, fracassone ed esageratamente grottesco, aveva tutte le carte in regola per diventare tra i preferiti e per molti fu esattamente così. La stessa cosa accadde anche col secondo capitolo e così in molti sperano ardentemente che il terzo gioco della saga, Gungrave G.O.R.E, sviluppato da Yggymob, possa essere una degno successore. Qualcosa, però, è andato decisamente storto e dobbiamo da subito spengere certe aspettative.

Trama

La trama di Gungrave G.O.R.E riprende esattamente dalla fine del secondo capitolo e vede il nostro protagonista alle prese con un gruppo criminale desideroso di distribuire una nuova e pericolosissima droga. In un gioco del genere ci si aspetta che la trama serva solo da sfondo e in effetti è così. C’è ed è utile per incollare qualche cutscene tra un livello e un altro. Niente d’indimenticabile o troppo elaborato, nemmeno esplorato con profondità. Potrebbe anche andar bene se il resto dell’esperienza fosse di buon livello e così. Purtroppo non lo è.

Gameplay

Come i suoi predecessori, Gungrave G.O.R.E è uno sparatutto in terza persona senza coperture e con mira automatica dei nemici. Frenetico, quindi, il cui unico spessore tattico consiste nell’eliminare gli avversari in un ordine che non ci metta mai in serio pericolo. Se nei predecessori il tutto si risolveva in uno sparatutto ad alto tasso adrenalinico, in questo terzo episodio purtroppo a subentrare più spesso è la monotonia.

Di fatto tutto il gioco può essere finito con la sola pressione del grilletto e il protagonista, per quanto capace dei classici salti da action, s’esibisce in schivate come fosse in fat roll su un qualunque soulslike. Il gunplay non risulta mai gratificante e alcuni difetti tecnici ne minano anche l’esecuzione, con attacchi non sempre a segno.

Una grande monotonia

Far fuori ondate su ondate di nemici risulta più rumoroso che eccitante e non prevedendo l’uso di coperture, l’IA dei nemici è tarata molto verso il basso: questi arrivano e vi sparano contro finché non li eliminate, abbassando ulteriormente un livello di difficoltà già piuttosto semplice. Unico guizzo s’avverte nello scontro contro i boss, ma solo perché messo a confronto con la piattezza dei livelli che li precedono.

Feeling

L’esperienza di Gungrave G.O.R.E non è piacevole e non aiuta nemmeno il comparto tecnico. Gli ambiente sono piatti, i nemici insipidi come anche i protagonisti. L’azione, seppur presente in quantità, non è mai coinvolgente e non regge il paragone non solo con altri titoli concorrenti, ma neanche con alcune vecchie glorie. Devil may cry o Bayonetta sono di gran lunga superiori.

È un vero peccato. Possiamo capire la volontà di riprendere esattamente lo stile dei primi due capitoli, ma se a questa non s’accompagna anche un minimo di sforzo per svecchiare e smussare la proposta, allora il prodotto finito va considerato fuori tempo massimo. L’unica nota positiva è la presenza di Gungrave G.O.R.E su Game Pass di XBOX, di modo che tutti gli abbonati al servizio possano provarlo: alla fine qualcuno potrebbe anche divertirsi per un pomeriggio intero e senza troppi pensieri.