«Il male non muore mai»

Giunge a conclusione una saga lunghissima, capace d’aver partorito uno dei killer più feroci e inarrestabili della storia del cinema, quel Michael Myers che da diverse decadi imperversa nella cittadina di Haddonfield e negli incubi della donna in grado d’essergli sempre sfuggita, Laurie Strode, ancora una volta interpretata da Jamie Lee Curtis.

Lo scontro finale

Tredicesimo film del franchise, Halloween ends va però inserito come terza e ultima pellicola della trilogia recente, che ha visto susseguirsi Halloween, sequel diretto del primo e celebre capitolo di John Carpenter e Debra Hill del 1978, e poi Halloween kills. Ogni evento narrato porta dunque a questa resa dei conti, uno scontro finale tra i due protagonisti indiscussi.

Quattro anni dopo

Sono passati dunque quattro anni dai fatti di Halloween kills, e gli abitanti di Haddonfield vivono nel ricordo dell’ultima carneficina perpetrata da un Michael Myers svanito nel nulla, ma solo dopo aver brutalmente ucciso la figlia di Laurie Strode, la quale dedica il suo tempo a scrivere la sua autobiografia, escamotage narrativo per riassumere i capitoli precedenti. Curiosamente, però, il prologo del film si concentra su un episodio che getta nuovamente la città nel dolore.

Un giovane chiamato a fare da babysitter, infatti, è al centro di un incidente domestico a causa del quale muore il bambino che era stato chiamato a vigilare, in assenza dei genitori. La sequenza, carica d’ironia macabra, apre una ferita mai rimarginata tra i cittadini, desiderosi d’additare un nuovo mostro agli occhi della collettività.

Vittima o carnefice?

Il ragazzo diviene vittima di bullismo ed è costretto così ad azzerare un brillante percorso scolastico per lavorare presso la sfascio del padre. Come una pustola, Haddonfield sembra alimentarsi della cattiveria e della meschinità dei suoi abitanti: in questo clima che vede moltiplicarsi atti di violenza e prevaricazione, il buon Michael Myers, che sarà anche un killer ma soffre dei nostri stessi acciacchi d’età, trova linfa per una seconda giovinezza di sangue. Sulla sua strada, ovviamente, ci sarà Laurie Strode.

Le conseguenze del male

Halloween ends vorrebbe alzare il livello del filone slasher di cui è fiero e imprescindibile esponente, provando in qualche modo a riflettere su quali siano le condizioni che alimentano il Male e sulle conseguenze di chi quel male lo ha subito per anni. Questa attenzione è dedicata anche ai protagonisti, in modo particolare alla nipote di Laurie Strode, Allyson.

Il risultato, però, spiazza e non poco. Chi si aspetta il canto del cigno di Michael Myers dovrà infatti attendere a lungo il suo ritorno, perché il film indugia in questo tentativo poco riuscito di dare spessore psicologico a tutto l’impianto narrativo, che in alcuni passaggi mostra diverse sbavature e in ogni caso cede in chiusura all’inevitabile scontro finale, che risulta forzato e avulso dal resto della trama.

Laurie vs Michael

Quando Halloween ends si dedica finalmente al suo assoluto protagonista, così, la pellicola sembra tornare nel mood più amato dai suoi fan, regalando qualche momento interessante, tra cui una gustosa sequenza con un fastidiosissimo DJ che imperversava sin dalle prime battute della storia. Lo scontro tra Laurie e Michael Myers sancirà, infine, l’esito di Halloween.

Pensavamo fosse uno slasher

Il pur apprezzabile tentativo, in parte già introdotto nei due capitoli precedenti, d’allargare il respiro della saga per ragionare sulle radici del Male, assegnando a Michael Myers la stessa capacità di Pennywise d’infettare e contaminare la cittadina abitata e rendere Haddonfield come la Derry del Club dei Perdenti, purtroppo non riesce. Fortunatamente, Halloween resisterà anche a questo epilogo.