Heath Ledger: vita e film di un astro bruciato troppo presto
Heath Ledger
«If you’re just safe about the choices you make, you don’t grow».
Come una supernova
Come altri colleghi prima di lui, Heath Ledger deve molto della sua fama a una tragica quanto prematura scomparsa. Talentuoso attore di origini australiane, sarebbe però un’ingiustizia relegare l’affetto che il pubblico ha dimostrato nei suoi confronti solo perché s’è spento giovanissimo e nel pieno della carriera, proprio quando iniziava a decollare.
Un attore zelante
In realtà, Heath Ledger ogni riconoscimento se l’era ampiamente meritato, grazie almeno a un paio di film che non solo avevano convinto il pubblico, ma anche la critica. Nell’ambiente era famoso il suo zelo nella preparazione dei personaggi che andava a impersonare; pure nella sua ultima interpretazione, quella del Joker ne Il cavaliere oscuro (2008), questa sua incredibile capacità di studio del ruolo non è mai venuta a mancare.
Joker
Heath Ledger studia i suoi predecessori, Jack Nicholson per primo, anch’egli indimenticabile Joker nel Batman (1989) di Tim Burton. Chiuso in una stanza d’albergo, crea un antagonista perfettamente integrato nella visione votata al realismo di Christopher Nolan e gli dona voce e movenze.
Quando il film esce, l’attore è già morto, ma tutto il girato rimane a imperitura memoria. La risposta del pubblico non tarda ad arrivare, unanime. Perfino io, che non sono stato molto d’accordo con Nolan nelle sue scelte nella trilogia dedicata a Batman, deve ammetterlo: il Joker di Heath Ledger è praticamente perfetto e s’è imposto come nuovo metro di paragone per tutti i futuri interpreti della nemesi dell’Uomo Pipistrello.
Gli altri
Jared Leto non è nemmeno entrato in partita col suo Joker di Suicide Squad; Joaquin Phoenix, invece, col suo villain disturbato e in piena formazione del pluripremiato Joker, non a caso gli ha dedicato alcuni premi ricevuti per la sua incredibile interpretazione, oltre a una scena specifica del film, che vi invitiamo a ricercare in rete.
L’Oscar postumo
Ironico, asciutto, perfettamente integrato nell’ambiente criminale di Gotham e, anche di più, vero strumento del caos, Heath Ledger nei panni di Joker oltrepassa i limiti del cattivo, per diventare specchio dell’animo di Batman, in una relazione simbiotica che pesca a piene mani da Killing joke e ne è insieme omaggio e revisione. Decisamente l’aspetto migliore della trilogia di Nolan: Heath Ledger è giustamente premiato con un Oscar postumo, come Migliore Attore Non Protagonista.
Se Il cavaliere oscuro era già finito quando l’attore ci lascia, non si può dire ugualmente di Parnassus: l’uomo che voleva ingannare il Diavolo (2009). Terry Gilliam, regista della pellicola, si trova nella scomodissima posizione di non voler utilizzare la CGI per integrare le parti del film non ancora girate dall’attore ma, al contempo, non vuole nemmeno ingaggiarne altri, per rispetto nei confronti del lavoro dello stesso Heath Ledger.
La sceneggiatura viene in suo aiuto e le parti di Heath Ledger sono interpretate da altri attori, tramite l’escamotage di un cambio di connotati. Saranno Johnny Depp, Jude Law e Colin Farrell a sostituire l’amico: nell’ultimo caso, è curioso pensare come Heath Ledger fosse in lizza per impersonare Alessandro Magno nel film omonimo d’Oliver Stone, che proprio Farrell interpretò. Si narra che i tre colleghi nominati non abbiano percepito alcun compenso, proprio per onorare e rispettare il ricordo dell’amico.
Brokeback Mountain
Onore e rispetto Heath Ledger se li era comunque guadagnati negli anni e, sebbene i provini fossero stati molti e per parti poi andate ad altri, come pure accadde per Moulin Rouge (2001), erano bastati davvero pochi film a palesare il suo talento. A lanciare in alto la sua carriera è stato ovviamente I segreti di Brokeback Mountain (2005), storia di due cowboy omosessuali e della loro relazione ritenuta assolutamente scandalosa.
Oltre a far nascere un’amicizia profonda con l’altro protagonista del film di Ang Lee, Jake Gyllenhaall, la pellicola presenta a Heath Ledger una sfida non da poco. Ovviamente vinta. Sarà proprio Jake Gyllenhaall, tra l’altro, il padrino del battesimo della figlia avuta con l’attrice Michelle Williams.