I Cavalieri dello Zodiaco: la leggenda del grande tempio | Recensione
Il voto di Nerdface:
2.0 out of 5.0 stars
Titolo originale | 聖闘士星矢 Legend of Sanctuary |
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Lingua originale | giapponese |
Paese | Giappone |
Anno | 2014 |
Durata | 93 minuti |
Uscita | 8 Gennaio 2015 |
Genere | Anime |
Regia | Kei’ichi Sato |
Sceneggiatura | Chihiro Suzuki Tomohiro Suzuki |
Character design | – |
Musiche | Yoshihiro Ike Seiji Yokoyama |
Produzione | Toei Animation |
Distribuzione | Lucky Red |
Doppiatori originali | Kaito Ishikawa Kenji Aakabane Kenshō Ono Nobuhiko Okamoto Kenji Nojima Toshiyuki Morikawa Ayaka Sasaki Mitsuru Miyamoto Rikiya Koyama Hiroaki Hirata Daisuke Namikawa Go Inoue Mitsuaki Madono Masumi Asano Shinji Kawada Takuya Kirimoto Kōichi Yamadera |
Il voto di Nerdface:
2.0 out of 5.0 stars
«Fulmine di Pegasus!»
Quando sono apparsi i primi manifesti in giro per le strade, ammettiamolo, l’emozione è stata grande. Per quanto arrotondati e ingentiliti nelle forme, vedere in formato gigante i Cavalieri dello Zodiaco nelle loro armature ha suscitato brividi d’eccitazione chiunque sia cresciuto amando la serie regolare. Allo stesso tempo, però, crescevano pure un sacco di timori, specialmente quando sono iniziate a circolare le prime indiscrezioni sul contenuto del film.
I miti necessitano di cautela
Occorre sempre avvicinarsi con cautela ai miti. E Saint Seiya lo è certamente. Rappresentò un manga prima (1985) e poi un anime di riferimento (1986-1990), una serie di action figure ad alto tasso di desiderabilità per tutti gli anni ’90 e una fonte di eterne discussioni tra appassionati, ancora oggi. È meglio il caciarone e testardo Pegasus, oppure il compassato e serioso Sirio? L’aggraziato e gentile Crystal, oppure il muscoloso e rude Phoenix? Non citiamo Andromeda, unico personaggio a unire tutti, ma nella derisione. Ma anche questo concorreva al mito.
Una rappresentazione perfetta
Come dimenticare, poi, le infinite battaglie attraverso le dodici case per salvare Lady Isabel, le legnate e le mazzaroccate subite dai nostri eroi a opera dei cavalieri dalle armature dorate? Anche l’escamotage di puntare sui pensieri dei protagonisti, di farli ascoltare quasi fossero dialoghi, era un elemento caratterizzante e, nonostante tutto, interessante. Insomma, più che una rilettura dell’antica Grecia e di altri miti, Saint Seiya era una perfetta rappresentazione delle frustrazioni puberali.
Dunque le preoccupazioni su questo I Cavalieri dello Zodiaco: la leggenda del grande tempio risiedevano qui: come conciliare cinque anni di puntate in un film di un’ora e mezza, proprio nel periodo storico in cui Peter Jackson sforna una trilogia dalle sole 400 pagine de Lo Hobbit? A chi era rivolto questo lungometraggio? Al pubblico ormai trentenne, che conobbe i personaggi e le storie nella loro veste originale, oppure alle nuove leve?
Un buon inizio, ma…
In una sala è gremita da un pubblico totalmente appartenente alla prima categoria, segno che almeno in termini di marketing questo progetto non ha saputo coinvolgere la fetta di adolescenti della seconda categoria, dopo pochi minuti sullo schermo entrano in scena Pegasus, Sirio, Crystal e Andromeda, con tutto il corredo di colpi, battute e armature, peraltro veramente ben realizzate. Ma questi momenti di sana esaltazione sono purtroppo mortificati da una serie di incredibili cadute di stile e da un ritmo complessivo della narrazione assolutamente frenetico e confusionario, alla lunga fastidioso.
Tutti scontenti
Non poteva essere altrimenti e non solo per lo scarso minutaggio de I Cavalieri dello Zodiaco: la leggenda del grande tempio, che costringe la storia a svolgersi praticamente di corsa, ma soprattutto perché sceneggiatori e regista non hanno saputo (o voluto) sciogliere l’aspetto più importante: a chi destinare il film? E così il risultato scontenta tutti.
Se alcuni momenti cult sono ben rappresentati, come il corno tagliato del Cavaliere del Toro o la Cuspide Scarlatta di quello dello Scorpione, non si ha il tempo d’assaporare la sensazione della reunion con vecchi amici salutati tanto tempo fa, che si è subito precipitato in gag discutibili, tipiche dell produzioni Made in Japan più recenti. Su tutte, l’imbarazzante e interminabile karaoke (con balletto!) del Cavaliere del Cancro, ridotto a macchietta, così come in luci stroboscopiche sono trasformate le sue vittime.
È un peccato: la saga di Saint Seiya avrebbe meritato un film migliore. Ci sarebbe stato il materiale necessario per riadattarla ai nostri tempi, così come sarebbe stato possibile farne una buona pellicola per quanti non avevano avuto il piacere d’imbattersi ne I Cavalieri dello Zodiaco trent’anni fa.
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Titolo originale | 聖闘士星矢 Legend of Sanctuary |
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Lingua originale | giapponese |
Paese | Giappone |
Anno | 2014 |
Durata | 93 minuti |
Uscita | 8 Gennaio 2015 |
Genere | Anime |
Regia | Kei’ichi Sato |
Sceneggiatura | Chihiro Suzuki Tomohiro Suzuki |
Character design | – |
Musiche | Yoshihiro Ike Seiji Yokoyama |
Produzione | Toei Animation |
Distribuzione | Lucky Red |
Doppiatori originali | Kaito Ishikawa Kenji Aakabane Kenshō Ono Nobuhiko Okamoto Kenji Nojima Toshiyuki Morikawa Ayaka Sasaki Mitsuru Miyamoto Rikiya Koyama Hiroaki Hirata Daisuke Namikawa Go Inoue Mitsuaki Madono Masumi Asano Shinji Kawada Takuya Kirimoto Kōichi Yamadera |