Il caso Belle Steiner | Storia di una gogna mediatica | Recensione

Il voto di Nerdface:
3.0 out of 5.0 stars
Titolo originale | Belle |
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Lingua originale | francese |
Paesi | Belgio Francia |
Anno | 2024 |
Durata | 100 minuti |
Uscita | 13 Marzo 2025 |
Genere | Drammatico |
Regia | Benoît Jacquot |
Sceneggiatura | Benoît Jacquot Julien Boivent |
Fotografia | Caroline Champetier |
Musiche | Bruno Coulais |
Produzione | Ciné-@ Macassar Productions Caneo Films Artémis Productions |
Distribuzione | Europictures |
Cast | Guillaume Canet Charlotte Gainsbourg Patrick Descamps Jérémie Covillault Anne-Lise Heimburger Fabio Zenoni Salim Kechiouche Pauline Nyrls Aissatou Diallo Sagna |
Il voto di Nerdface:
3.0 out of 5.0 stars
«Sembra quasi che la cosa non lo riguardi»
Dal 13 Marzo le sale italiane accoglieranno il ritorno sul grande schermo di una storia nata dalla penna del prolifico Georges Simenon: si tratta del film Il caso Belle Steiner, liberamente tratto dal libro La morte di Belle. Con la regia di Benoît Jacquot, la pellicola è distribuita da Europictures.
Una normale vita di coppia
Pierre Constant (Guillaume Canet), professore di matematica in un liceo di una piccola cittadina francese, e sua moglie Cleà (Charlotte Gainsbourg), proprietaria di un negozio di occhiali, vivono tranquillamente la loro vita di coppia sposata e senza figli.
Una morta misteriosa
Ospitano nella loro casa la figlia di un’amica di Cleà, la giovane Belle, la quale ha ottenuto un posto per studiare nel prestigioso liceo Georges Simenon, proprio la scuola in cui insegna Pierre. Una mattina, Belle è ritrovata morta nella sua stanza: secondo i rilievi della polizia, la ragazza è stata uccisa per strangolamento la sera precedente, quando in casa era presente solo Pierre.
L’uomo, che si professa innocente, sarà risucchiato nella macchina inesorabile della gogna mediatica e del pregiudizio, arrivando egli stesso ad avere difficoltà a distinguere la verità dalla finzione.
Dal libro al film
Del libro di Simenon Il caso Belle Steiner mantiene molto poco. Onorevole è sicuramente la trasposizione delle distanze chilometriche che separano anche personaggi fisicamente vicinissimi e la sensazione di confusione, di non sapere che parte prendere.
Al di là di questo, però, la vicenda è completamente attualizzata e calata nel presente: per quanto la scelta sia discutibile, c’è da dire che il mondo dei social e della tecnologia si sposa benissimo con molte delle tematiche trattate dal film.
Una gogna mediatica
È proprio la gogna mediatica a essere una delle protagoniste de Il caso Belle Steiner: il mite Pierre si ritrova al centro di una bufera che lo sballotta da una parte all’altra, senza dargli la possibilità, in quanto innocente, d’elaborare cosa sia successo.
Dal canto suo, Pierre assume un’apparenza che verrebbe da definire quasi d’indifferenza, tanto dal limitarsi a scansare le accuse mossegli contro senza fare niente per difendersi attivamente. La realtà è che l’inquisizione di cui è vittima, non solo ufficiale ma anche ufficiosa, è così intensa da far dubitare anche lui stesso della realtà dei fatti.
Il film si perde, come il protagonista
In questo gioco di condanne, Pierre arriverà vicino a scambiare la sua vera identità con quella del fantoccio che l’opinione pubblica ha creato per lui: il protagonista, insomma, rischia continuamente di perdersi… Un po’ come il film stesso.
Al netto di alcuni meriti, tra cui le brillanti interpretazioni di Canet e Gainsbourg, Il caso Belle Steiner tende a infilarsi in vicoli ciechi da cui difficilmente riesce a uscire. Che siano la regia e la fotografia piuttosto piatte, o la presenza di sezioni di trama giustapposte che, prive di contestualizzazione o follow through, risultano superflue, Il caso Belle Steiner sin dall’inizio e fino alla fine non convince completamente.
La percezione dell’identità
Il caso Belle Steiner si concretizza quindi in una riflessione sulla percezione dell’identità dal proprio punto di vista e dal punto di vista della società, ma non convince del tutto proprio per l’approssimazione usata nel trattare alcune sezioni della trama.
Conclusioni
Il risultato è comunque un buon prodotto dalle tinte noir che, però, oltre a portare lo spettatore a chiedersi da che parte stare, lo spinge anche a domandarsi, almeno a tratti, se quanto visto abbia davvero senso.
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Titolo originale | Belle |
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Lingua originale | francese |
Paesi | Belgio Francia |
Anno | 2024 |
Durata | 100 minuti |
Uscita | 13 Marzo 2025 |
Genere | Drammatico |
Regia | Benoît Jacquot |
Sceneggiatura | Benoît Jacquot Julien Boivent |
Fotografia | Caroline Champetier |
Musiche | Bruno Coulais |
Produzione | Ciné-@ Macassar Productions Caneo Films Artémis Productions |
Distribuzione | Europictures |
Cast | Guillaume Canet Charlotte Gainsbourg Patrick Descamps Jérémie Covillault Anne-Lise Heimburger Fabio Zenoni Salim Kechiouche Pauline Nyrls Aissatou Diallo Sagna |