Il Padrino: la genesi travagliata di un capolavoro senza tempo

marlon brando è salutato col baciamano - nerdface

Il Padrino

marlon brando è seduto e alza la mano destra - nerdface

«Mio padre non è diverso da qualsiasi altro uomo di potere».

Genesi di un capolavoro

Pochi film sono riusciti a entrare nell’immaginario collettivo come la trilogia de Il Padrino, tratta dai romanzi di Mario Puzo e diretta magistralmente da Francis Ford Coppola. Anche il cast stellare, con Marlon Brando e Al Pacino su tutti, contribuì a sottolineare una scrittura di grande caratura. Senza di essa, infatti, il rischio di un panegirico della famiglia mafiosa dei Corleone, quindi di una banda di criminali efferati, sarebbe stato fortemente concreto.

Una storia di uomini

Invece, ne Il Padrino vediamo soprattutto uomini. Miserabili, spietati, ricchi di denaro e d’ambiguità, a partire da Michele Corleone stesso, che all’inizio non vorrebbe entrare negli affari della famiglia, ma che poi sarà costretto dalle vicissitudini a prenderne il controllo, rinunciando a tutto. Sono uomini, peccatori da condannare in questo mondo e nell’altro, ma coi quali riusciamo a empatizzare.

Mafia antica

È una visione della Mafia antica, ottocentesca quasi, e insieme un’eco del mito che vedeva il boss come amministratore di una giustizia di pancia a favore di chi era vessato dai nobili padroni. Questa traspare, ma poi è subito ricondotta ai pestaggi furiosi, alle bische clandestine, alla prostituzione e al pizzo. Alla droga Don Corleone, però, s’oppone ed è anche questo a renderlo più simile a noi, fino a riuscire, in qualche modo a capirlo.

marlon brando è il padrino e ascolta un aiutante che gli dice qualcosa all'orecchio - nerdface

Ecco: Il Padrino descrive un mondo diverso, per quanto reale. Un mondo nel quale c’è una Mafia che fa gli interessi di tutti ma, scavando bene, il film non tralascia affatto di mostrare quanto invece i Corleone facciano in massima parte i loro, tanto da mozzare la testa di un cavallo per ricambiare lo «sgabbo» ricevuto da un produttore di Hollywood che non si vuole piegare alla celebre «proposta che non si può rifiutare». A proposito: quella testa di cavallo era vera e proveniva da un mattatoio.

La contrarietà dei veri boss

Mario Puzo quindi fa una piccola magia, riuscendo a rendere nello stesso tempo l’immagine fantasiosa del mafioso eroico e quella reale del mafioso criminale spietato; Francis Ford Coppola la trasforma in un cult. Quanto abbiano colpito nel segno ci viene anche indicato dalla reazione al film della stessa mafia newyorkese della Famiglia Colombo, che cercò di boicottare la pellicola prima che le riprese iniziassero.

L’accordo

Secondo il Boss Colombo, Il Padrino avrebbe gettato discredito sugli italo-americani, dipingendoli tutti come criminali di Cosa Nostra, quand’era invece chiaro che l’intento del criminale era solo quello di mantenere un basso profilo per lui e per la sua onoratissima società. Il Boss e il produttore, infatti, trovarono un punto d’intesa accordandosi sul fatto che il termine «Mafia» non sarebbe mai stato utilizzato, né nel film, né nel copione.

al pacino è in sicilia e beve da una bottiglia mentre è im mezzo ai campi - nerdface

Pur con una produzione caotica, le riprese marciarono senza grossi intoppi, se non contiamo quelli dovuti a Marlon Brando, che si divertiva a fare scherzi sul set, tanto che alla fine ci si trovò con un film di oltre i 222 minuti, che fu quindi tagliato, togliendo quanto fu ritenuto superfluo. Il Padrino diventò un successo immediato  da subito, sia in America che in Italia, dove restò la pellicola di maggiore incasso di sempre fino all’uscita di Avatar. Alla fine, il film portò a casa anche 3 meritatissimi Oscar, tra i quali spicca quello di Miglior Film.

I due sequel

Ancora oggi molte delle scene de Il Padrino, la colonna sonora firmata da Nino Rota e i modi di dire tratti dal film sono presenti nel linguaggio comune e non mancano citazioni in altre opere d’intrattenimento. Anche i due sequel, prodotti e usciti nel 1974 e nel 1990, riscossero un buon successo, a eccezione del finale della parte terza e dell’interpretazione di Sofia Coppola, reputata al di sotto delle aspettative, soprattutto per un ruolo che, in origine, era previsto per Winona Ryder, la quale però si chiamò fuori dal progetto all’ultimo momento.

Oltre il film

Anche il lato videoludico ha avuto la sua versione de Il Padrino, con un gioco stile GTA che portò il protagonista all’interno delle vicende narrate nel primo film e che rimane un gioco discreto, soprattutto per gli amanti della pellicola.

coppola in una foto di fruppo con marlon brando, al pacino, michael caan e cazavale - nerdface

Il Padrino, insomma, è di diritto parte della storia del cinema, una pellicola che in ogni suo aspetto presenta una qualità elevata, merito di un lavoro eccelso di recitazione, di scrittura e di regia. Una storia tragica, o forse un’epica più popolare e un po’ distorta ma, in ogni caso, una pietra miliare.

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