Indiana Jones e il Quadrante del Destino | Recensione
Il voto di Nerdface:
4.0 out of 5.0 stars
Titolo originale | Indiana Jones and the Dial of Destiny |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2023 |
Durata | 154 minuti |
Uscita | 28 Giugno 2023 |
Genere | Avventura |
Regia | James Mangold |
Sceneggiatura | Jez Butterworth John-Henry Butterworth David Koepp James Mangold |
Fotografia | Phedon Papamichael |
Musiche | John Williams |
Produzione | Walt Disney Pictures Paramount Pictures Lucasfilm |
Distribuzione | Walt Disney Studios Motion Pictures |
Cast | Harrison Ford Phoebe Waller-Bridge Mads Mikkelsen Antonio Banderas John Rhys-Davies Shaunette Renée Wilson Thomas Kretschmann Toby Jones Boyd Holbrook Karen Allen Olivier Richters Mark Killeen |
Il voto di Nerdface:
4.0 out of 5.0 stars
«You should have stayed in New York»
«You should have stayed out of Poland».
Con che cosa si scrive una recensione? Con la penna. Ma chi muove la penna? La testa, la pancia, oppure il cuore? Le anteprime stampa, spesso proiettate a poche ore dal lancio del film, tendono a lasciare poco tempo per riflettere, quindi spesso sono i budelli, rivoltati dal fastidio, o il cuore, colmo di emozione o nostalgia, a comporre frasi e giudizi. Stavolta Nerdface ha avuto sei giorni buoni e una conferenza stampa per niente banale per mettere ordine e lasciare che testa, pancia e cuore trovassero il loro equilibrio.
L’archeologo che tutti vorremmo essere
«Ti amo», è il coro unanime del terzetto. «Lo so», risponderebbe Harrison Ford, con la stessa beffarda espressione di quando stava per finire nella grafite. Steven Spielberg non è più al timone, i più esperti sicuramente sapranno accorgersene, ma non c’è niente da fare: non bastano quest’assenza dietro la cinepresa, gli anni, il discutibile Teschio di Cristallo alle spalle, qualche incongruenza e un paio di fori di proiettile nella trama ad alterare il gusto che dà assistere all’ultima avventura dell’archeologo che tutti vorremmo essere.
La fantasia più sfrenata
La formula di Indiana Jones è sempre la stessa: si corre, sempre aggrappati per lunghe tratte alla fedele linea rossa che ha insegnato la geografia a molti di noi. Raggiunti una meta e il relativo colpo di scena, più o meno telefonato e via, si riparte: in treno, a cavallo, in moto, in aereo, in barca, perfino su un tuk-tuk scassato, fino alla conclusione in cui la realtà, già messa a dura prova, si piega definitivamente alla fantasia più sfrenata e spettacolare. E non ci si stanca.
Stavolta non sono solo i protagonisti a correre ne Il Quadrante del Destino. Mentre tutto il mondo sta col naso all’insù a fissare allunaggi e corsa allo Spazio, sulle note inaspettate e gradite di Magical mistery tour e Space oddity, Indiana Jones in pensione si trova a rincorrere comprimaria e antagonisti alla conquista di una dimensione assai più cara agli studiosi dell’antichità: il tempo che, senza dilungarsi col rischio di sgraditi spoiler, gioca un ruolo fondamentale nella trama e nei suoi risvolti.
Una questione di tempo
Harrison Ford, che ancora sfoggia un figurino invidiabile (e in conferenza stampa lui e l’eccellente Mads Mikkelsen sembrano quasi coetanei), ha la capacità di regalarci un Indy ancora brillante, ma senza dubbio traballante e provato nello spirito, più che nel fisico, dagli anni e dagli eventi. Se i suoi ganci alla mandibola ancora mandano a tappeto, la battuta pronta che gli muore in gola in alcuni momenti è il vero, delicato segnale che il suo ciclo sta davvero per finire.
Un tenero finale
Ad accompagnarlo, oltre all’esemplare già citato antagon(az)ista Mads Mikkelsen, e all’indefinibile, ma proprio brava, Phoebe Waller-Bridge nel ruolo di figlioccia, figurano Toby Jones, Boyd Holbrook e Antonio Banderas, anch’egli vecchietto, forse un po’ malandato. Ma vendete voi biscotti parlando con una gallina per dieci anni. Tornano, infine, i gloriosi John Rhys-Davies e, soprattutto, Karen Allen, che contribuisce a chiudere la saga in un tenero, simpatico, autentico finale.
È sufficiente tutto questo per definire Indiana Jones e il Quadrante del Destino un buon film? È solo il cuore a dirci di scrivere così? Forse. O forse no. Indiana Jones significa molto per chi scrive e, soprattutto, la prova provata è fornita da un cinquenne affascinato, che può svolgere questa funzione anche per chi ne fa la conoscenza solo adesso.
Indy
La sua vita, sia pur fantastica, non si svolge a bordo di astronavi che solcano la rotta di Kessel in meno di 12 parsec. Indy vive e opera nel nostro mondo, nella nostra storia, e non ha mai mancato occasione, pur risultando ininfluente ai fini di trama, per ricordarci che a volte è necessario affrontare un panzer a dorso di cavallo, gettare via fortuna e gloria per salvare dei bambini e, soprattutto, che sarebbe sempre doveroso tirare un pugno in faccia (sia pur figurato) e opporsi ai cattivi, anche quando si presentano apparentemente pentiti e ripuliti.
Ti amiamo, Indy, lo sai. Applausi a scena aperta al costumista che, a parte gli elmi, ha saputo vestire i legionari romani con le armature giuste per l’epoca. Chapeau.
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Titolo originale | Indiana Jones and the Dial of Destiny |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2023 |
Durata | 154 minuti |
Uscita | 28 Giugno 2023 |
Genere | Avventura |
Regia | James Mangold |
Sceneggiatura | Jez Butterworth John-Henry Butterworth David Koepp James Mangold |
Fotografia | Phedon Papamichael |
Musiche | John Williams |
Produzione | Walt Disney Pictures Paramount Pictures Lucasfilm |
Distribuzione | Walt Disney Studios Motion Pictures |
Cast | Harrison Ford Phoebe Waller-Bridge Mads Mikkelsen Antonio Banderas John Rhys-Davies Shaunette Renée Wilson Thomas Kretschmann Toby Jones Boyd Holbrook Karen Allen Olivier Richters Mark Killeen |