Jack Quaid: i tanti universi narrativi calcati dall’attore
Jack Quaid
«I’ve been on sets my whole life».
Il ragazzo
Figlio d’arte di Dennis Quaid e Meg Ryan, Jack Quaid ha fatto il suo debutto vero nel mondo dello spettacolo più o meno nel 2012, partecipando al primo capitolo della saga di Hunger Games, della quale abbiamo parlato diverse volte. Se la saga gli ha aperto le porte di Hollywood, l’attore è stato bravo a sfruttare le occasioni ricevute partecipando soprattutto a pellicole indipendenti e a progetti minori.
Top e flop di un figlio d’arte
Non sono mancati però i passi falsi come quello, enorme, di Rampage: furia animale, né le pellicole decisamente più apprezzate come il recente Scream 6, ultimo capitolo della saga ormai orfana di Wes Craven, che però sembra aver raccolto egregiamente il testimone dal Maestro, e il precedente La truffa dei Logan.
Tuttavia, i progetti più interessanti di Jack Quaid sono, a mio avviso, lontani dal grande schermo e ne voglio presentare tre, diversi per tipologia e media.
About a boy
La prima menzione è, ovviamente, per il suo ruolo da protagonista nella serie The Boys, adattata dall’omonimo fumetto di Garth Ennis e Darick Robertson e di cui sta andando in onda la quarta stagione, esagerata come sempre.
Disponibile su Prime Video, The Boys è un inno al politicamente scorretto e presenta una versione dei supereroi decisamente più verosimile dei classici cavalieri senza macchia e senza paura.
Il personaggio interpretato da Jack Quaid evolve nelle intenzioni e nella caratterizzazione ed è davvero difficile non riuscire a empatizzare con lui, puntata dopo puntata. Una prova che mostra nell’attore un talento discreto e che permette, insieme agli altri elementi della serie, di sospendere l’incredulità. Da recuperare il fumetto e, ovviamente, anche la serie ancora in corso.
Il figlio di Talion
Un’occasione completamente diversa, ma annodata a doppio nodo con quella del cinema, a Jack Quaid è data quando deve doppiare il personaggio di Dirhael, figlio del protagonista del videogame La Terra di Mezzo: l’ombra di Mordor. Non si tratta di un ruolo principale, ma è tuttavia importante per i fini della trama di un gioco che, pur con parecchie pecche da sistemare, alla fine fa onestamente il suo dovere.
Ovviamente dovrete aver giocato con l’impostazione sulla lingua inglese per godere della voce di Jack Quaid il quale, a ogni modo, si rivela di buon livello, qualità che nei videogiochi non è sempre scontata.
Nei bassi ponti
Terzo e ultimo media per Jack Quaid è ancora nel suo ruolo di doppiatore. L’occasione è di quelle, forse, passate un po’ in secondo piano e mi preme porvi rimedio. Esce nel 2020, in ritardo a causa della pandemia di Covid, Lower decks, serie animata ambientata nell’universo di Star Trek e, cronologicamente, durante la Next Generation, ma dopo Nemesi.
Che dire? Concentrandosi sui ponti inferiori e non sugli ufficiali, Lower decks riesce a fare un uso sfrenato del citazionismo di tutta la lore trekkiana e, al contempo, a portare qualcosa di nuovo, che ha però il retrogusto del buon vecchio Star Trek, come anche fece The Orville prima, ma senza appartenere al franchise e con la stessa verve umoristica.
Boimler
Jack Quaid dona la voce al guardiamarina Boimler (e al suo gemello malvagio, i fan colgano…) personaggio co-protagonista forse quello con cui è più facile empatizzare. Anche in questo caso, per ascoltare la performance di Jack Quaid è necessario guardare la serie in lingua originale sebbene, bisogna dirlo, anche il doppiaggio italiano e l’adattamento siano d’ottima qualità.
Jack Quaid, quindi, partito con alle spalle due icone del cinema anni ’80 e ’90, sembra aver trovato un ottimo equilibrio professionale, divertendosi parecchio in quello che fa. Alla fortuna d’aver trovato tre progetti, cui si sommano comunque i molti film ai quali ha preso parte, molto apprezzati e che si sono ritagliati una loro buona fetta di fan affezionati, bisogna sommare un talento che potrà solo crescere.