«Questa è la voce del suo Paese»

S’è concluso il ciclo narrativo di Jack Ryan, il celebre personaggio nato dalla penna di Tom Clancy che ha avuto la sua declinazione televisiva nella serie Prime Video, interpretata da John Krasinski. In soli 6 episodi, infatti, le domande lasciate aperte dalla terza e convincente stagione trovano una risposta e una risoluzione.

Dove eravamo rimasti?

Il quarto capitolo dell’agente CIA, infatti, riprende esattamente da dove s’era concluso il precedente ed è proprio con un Jack Ryan alle prese con una commissione d’inchiesta del Congresso Americano che inizia il nuovo intrigo internazionale, questa volta, però, carico delle ombre proiettate dalle complicità casalinghe.

Una serie preveggente

Con un’inquietante lucidità nella lettura di avvenimenti che abbiamo tutti vissuto o che ancora stiamo attraversando, Jack Ryan 4 sembra aver preso molto seriamente le pericolose convergenze della politica di Trump coi movimenti più retrogradi a e antisistema degli USA.

Non solo: sembra aver predetto la tragedia in Ucraina, rimarcando quanto sarebbe stato preferibile avere un Jack Ryan a scongiurare il ritorno della guerra in Europa. La serie, infatti, muove da un teatro legato al narcotraffico messicano per raccontare l’interconnessione di un mondo dai fragili equilibri, costantemente in bilico sul conflitto.

Una serie corale…

Dalla vocazione più corale, in cui trovano il giusto spazio November, Greer e un sorprendente Michael Peña nei panni di un algido agente CIA usato nelle operazioni più inconfessabili, Jack Ryan 4, al pari delle serie precedenti, cresce di puntata in puntata, ma se ne distanzia per la capacità di dedicare spazio a tutti i suoi protagonisti, offrendo un intrigo internazionale ramificato e inquietante.

… e di stretta attualità

Se avete seguito finora le sorti di Jack Ryan, questo capitolo chiude degnamente una saga spionistica in grado d’aver conciliato gli aspetti più muscolari e spettacolari ai pedinamenti vecchia maniera, restituendo una lettura credibile dei romanzi di Tom Clancy. La quarta stagione, infine, così legata all’attualità, mostra come a Hollywood siano più competenti in fatto di relazioni internazionali di quanto non lo sia la nostra classe dirigente.