Jennifer Jason Leigh: un’attrice indeclinabile
Jennifer Jason Leigh
«Ho sempre evitato i drammi nella mia vita. Mi piacciono solo sullo schermo».
Tu chiamale, se vuoi
Al netto del tipo di ricorrenza, delle motivazioni che ci spingono a ricordarla e dell’oggetto stesso della celebrazione, ogni Nerd Origins è imprescindibilmente legato a uno o più ricordi di chi lo scrive: quindi è una manifestazione squisitamente soggettiva. A volte si verifica che il personaggio o l’opera di cui si tratta suscitino sensazioni assimilabili per un vasto numero di persone; a volte capita che si assestino grossolanamente su due fronti opposti, scatenando odiose tifoserie.
La categoria di Jennifer
Capita anche, però, che i ricordi siano talmente variegati, da costringere a procedere per forza in ordine sparso e Jennifer Jason Leigh, che ha già alle spalle decine di film, serie televisive, un videoclip e nemmeno l’ombra di un filo conduttore nelle sue interpretazioni, si colloca prepotentemente in questa categoria.
L’anti-caratterista
E come si fanno gli auguri a un’attrice così? La scelta dell’elenco, che va bene per la spesa e per le enciclopedie, è già svilente di suo. Sparare in ordine titoli e premi sarebbe davvero un dispetto per quella che potremmo tranquillamente definire l’anti-caratterista di Hollywood, dove ci è nata, Jennifer Jason Leigh, da padre attore e madre sceneggiatrice.
Ha seguito fin da piccola i corsi di recitazione di Lee Strasberg, quello del metodo della memoria affettiva, e ha cominciato a calcare le scene più disparate, per registi sempre diversi, bissando solo con Robert Altman, i Fratelli Cohen e tale Noah Baumbach, e progetti d’ogni tenore e livello. È complicato anche scegliere degli esempi, pescando tra i generi: Jennifer Jason Leigh è indeclinabile, anche per categorie.
Metodo Strasberg
Si torna al punto di partenza, dunque, ai ricordi di chi si trova a dover scegliere un omaggio degno non sapendo dove sbattere la testa. Forse l’unico modo per provare a spuntarla è proprio costruire l’inevitabile elenco, facendo ricorso proprio al metodo Strasberg: partendo dai ricordi delle sensazioni provate davanti ai film in cui Jennifer Jason Leigh recita per riportare i momenti (soggettivi) più significativi di una carriera così iridescente.
Prime emozioni
E dunque per prima affiora l’angoscia che s’arrampica dallo stomaco nel vederla sprovveduta e inerme partire da una tavola calda e finire su un camion, braccata e seviziata dal maledetto Rutger Hauer in The hitcher. Poi è il turno della confusione e di quel pizzico di disgusto che l’ambigua interazione uomo-macchina e le sue contorte conseguenze sperimentate dalla game designer Allegra Geller, qui diretta dal maestro David Cronenberg e affiancata da Jude Law, non possono non suscitare in eXistenZ: un film assurdo e ingiustamente sottovalutato.
E poi? Poi c’è il fastidio generato su Netflix, dal 2017 al 2021, dalla mania di controllo di Elsa, madre di un ragazzo autistico che preferisce sabotare le vite dei propri cari piuttosto che perdere la presa in Atypical.
Alla corte di Quentin
Infine chi scrive pensa alla gioia selvaggia, al piacere quasi sessuale e vicinissimo all’orgasmo provati nel gustare la nostra Jennifer Jason Leigh battersi alla pari per talento e cattiveria con gli altri sette mostri sacri sbattuti da Quentin Tarantino in quella spremuta di sangue che è stata The hateful eight: una lezione magistrale.
Suo l’urlo vero, quando Kurt Russell sfascia fragorosamente la preziosissima chitarra d’antiquariato in un momento d’improvvisazione che non ha avuto bisogno d’attingere ad alcuna memoria per essere espresso. C’è altro? Assolutamente sì. Ve ne deve parlare Nerdface? Scordatevelo.