Jodie Foster: le variegate scelte artistiche di un’attrice geniale
Jodie Foster
«Normal is not something to aspire to, it’s something to get away from».
Un’attrice geniale
A 3 anni sapeva già leggere e iniziava a bazzicare il mondo delle pubblicità, assieme a un cane che le mordeva gli slip nel celeberrimo spot della crema Coppertone. A 10 anni faceva la sua prima apparizione sul grande schermo, assieme a Michael Douglas, in Due ragazzi e un leone; a 30 s’era già beccata 2 premi Oscar, entrambi come Migliore Attrice Protagonista e in ruoli lontani anni luce da quelli degli esordi da sorridente bambinetta prodigio.
Una stella versatile
Questa è Jodie Foster. Pur avendo allentato parecchio il ritmo inizialmente vertiginoso delle sue presenze sugli schermi televisivi e cinematografici, continua a splendere nel firmamento delle migliori attrici. È una stella versatile, inizialmente forse grazie al fiuto di mamma Evelyn, poi grazie al suo fiuto: a differenza di quanto accaduto a molte altre ragazzine contrattualizzate dalla Disney, non mandò in vacca la carriera, scegliendo con estrema cura i ruoli, cimentandosi con tutti i generi e accettando proposte provenienti da cineasti d’ogni tipo.
Cosa scegliere?
In mezzo a questo mucchio così eterogeneo di interpretazioni è complicato scegliere quali approfondire: se privilegiare quelle più note e premiate, come in Sotto accusa o Il silenzio degli innocenti, oppure quelle in pellicole più affini ai temi cari a Nerdface, come Contact o Elysium.
Una diversa chiave di lettura ce la potrebbe dare la favolosa capacità della nostra Jodie Foster d’adattarsi a calcare le scene in maniera impeccabile in compagnia del più disparato campionario d’umanità.
Se è impossibile tacere delle performance al fianco dei perfetti squilibrati Robert De Niro di Taxi driver e Anthony Hopkins, altrettanto efficaci ci sembrano accostamenti forse meno noti, ma altrettanto azzeccati e ben riusciti.
Scelte meno regalate
In Carnage (2011), per esempio, Jodie Foster diretta da Roman Polanski tiene botta in uno scontro senza esclusione di colpi chiusa in una salotto per un’ora e un quarto con Kate Winslet, John C. Reilly e Christoph Waltz. In Panic room (2002) resiste cinta d’assedio nell’omonima inutile stanza, da un trio composto da Forest Whitaker, Dwight Yoakam e dall’insopportabile Jared Leto. In Anna and the King (1999) non solo si sciroppa tutta l’etichetta della corte del Re del Siam Rama IV Mongkut, interpretato da Chow Yun-Fat, ma gli dà pure una mano a risolvere un colpo di stato.
Jodie e l’Italia
Straordinaria ovunque, Jodie Foster noi italiani la ricordiamo anche per un’apparizione ai limiti dell’inverosimile: anche qui al chiuso, per la precisione nel Casotto che Sergio Citti nel 1977 popolò di una teoria infinita di caratteristi e attori del calibro di Ugo Tognazzi e Mariangela Melato. Jodie Foster, incantevole ragazzina inguaiata in compagnia dei cari nonni Flora Carabella e Paolo Stoppa (incontenibile), tenta di sedurre dapprima Michele Placido in versione scemo col costume stretto, poi un Gigi Proietti in stato di grazia.
Come sempre avviene quando celebriamo certi personaggi, l’elenco di fatti da ricordare potrebbe protrarsi quasi all’infinito, in questo caso sia attenendosi rigorosamente alla filmografia da attrice, sia volendo ricordare la Jodie Foster regista di episodi di serie TV come House of cards o l’amatissimo Orange is the new black, ma spazio e tempo stringono.
La realtà supera la fantasia
Chiuderemo ricordando l’inquietante episodio in cui, per attirare l’attenzione di Jodie Foster, una delle più schive e riservate star di Hollywood, un certo John Hinckley Jr. arrivò a sparare all’allora presidente degli USA Ronald Reagan, ferendo gravemente lui e altre tre persone: ci ricorda che purtroppo, per quanto lavori, la fantasia difficilmente riesce a superare la realtà.