John Hurt: i tanti volti di un attore camaleontico
John Hurt
«Life is full of ironies and paradoxes».
Il camaleonte
Se parliamo di Regno Unito, a venire in mente sono la Famiglia Reale e la bevanda nazionale bevuta con una lacrima di latte, che ovviamente non è la birra. Allo stesso modo, non c’è bisogno di dirvi che uno dei più grandi poeti e drammaturghi di tutti i tempi provenisse dalla Terra d’Albione, così come non è necessario sottolineare quanti attori di grandissima caratura con lo stesso passaporto approdino al cinema dopo anni e anni passati a calcare il palcoscenico teatrale. Anche John Hurt non faceva eccezione a questa regola poiché, nato nel 1940, ad appena 9 anni ha già le idee chiarissime sul suo futuro.
Una vocazione nata da bambino
Vuole fare l’attore e, malgrado i genitori tentino di dissuaderlo, cercando d’indirizzarlo a una carriera da insegnante, nulla possono contro la caparbietà del figlio. C’è da dire che John Hurt tiene duro fino ai vent’anni. Si diploma, accontentando i suoi, ma appena in possesso del titolo s’iscrive all’Accademia di Arte Drammatica a Londra e inizia a dare sfogo alla sua vera passione, tanto che nel 1966 è già pronto per l’esordio sul grande schermo, con Un uomo per tutte le stagioni.
Fuga di mezzanotte
Tratto dall’opera teatrale omonima, Un uomo per tutte le stagioni si aggiudica ben 6 Oscar, sebbene nessuno sia per John Hurt. In teoria l’attore aveva già avuto modo d’apparire sul grande schermo nel 1962, in The wild and the willing, in un ruolo però estremamente ridotto e che sicuramente non aveva potuto permettergli d’esprimere al massimo il suo talento.
Negli anni successivi, però, ha modo di partecipare a molti progetti in maniera praticamente ininterrotta fino alla fine degli anni ’70, cui approda ormai pronto alla notorietà. Nel 1978 esce Fuga di mezzanotte, altro film che fa incetta di statuette dorate e nomination: stavolta c’è spazio anche per John Hurt, candidato come Miglior Attore Non Protagonista.
Alien
Appena l’anno successivo, invece, arriva la pellicola per la quale molti di noi lo ricordano, almeno tra i lettori più avanti con gli anni. C’è questa idea strana di un horror ambientato nello Spazio, il progetto ha già avuto numerose vicissitudini, ma almeno trova un regista desideroso d’essere coinvolto, Ridley Scott.
Una parte significativa…
Arriva quindi in sala Alien e dimostra come terrore e fantascienza possano ancora, dopo tanti anni, andare a braccetto e far venire giù i cinema di tutto il mondo. La parte affidata a John Hurt è piccola ma significativa e non a caso è forse la più significativa del film.
Tra l’altro John Hurt, pur essendo la prima scelta di Ridley Scott per quel ruolo, aveva dovuto declinare per impegni pregressi e solo un colpo di fortuna gli permise di tornare sui suoi passi: l’attore preso al suo posto dovette abbandonare il set per motivi di salute e contemporaneamente gli impegni di John Hurt sfumarono, lasciandolo libero di farci vedere per la prima volta la nascita di uno xenomorfo.
La stessa scena fu interpretata da John Hurt, più o meno simile, in Balle spaziali, la parodia di Mel Brooks del più blasonato Star Wars, mentre per la sua interpretazione in Alien guadagnò anche una nomination ai Bafta.
The elephant man
Il nuovo decennio si apre con uno dei film destinati a fare storia. Nel 1980 esce infatti The elephant man, per la regia di David Lynch. La parte di John Hurt stavolta è da protagonista, è a nascondersi sotto il pesante trucco del deforme John Merrick, ruolo che interpreterà magistralmente, contribuendo non poco al successo della pellicola.
Basti pensare che, già qualche mese dopo l’uscita del film in sala, Broadway presentò la sua personale versione, con protagonista David Bowie nella parte del protagonista.
Tanti ruoli differenti
Staremmo già parlando di un apice di carriera e invece John Hurt ha ancora anni e anni di successi, alcuni anche molto recenti. Elencarli tutti sarebbe impossibile, ma dobbiamo necessariamente ricordarne alcuni, tra i nostri preferiti. Titoli come V per Vendetta, dove interpreta il cattivissimo despota Adam Sutler, o Contact, tratto da un romanzo di Carl Sagan, nel quale ha il ruolo del milionario filantropo. Come dimenticare, infine, il padre amorevole di Hellboy, nel primo film dedicato alla creatura di Mike Mignola?
Eclettico o semplicemente dotato della naturale propensione del camaleonte come ci si aspetta da ogni attore di talento, John Hurt era in grado d’essere il cattivo del film e farsi odiare, come d’interpretare il buono e conquistarci.
Harry Potter
Purtroppo l’attore ci ha lasciato nel Gennaio del 2017, avendo avuto il tempo però prima di conquistare le nuove generazioni col suo Garrick Olivander, il costruttore di bacchette di Harry Potter.
Lo ricordiamo con tenerezza e affetto, continuando a essere felici ogni volta che lo rivedremo in uno dei nostri film preferiti.