Kevin Costner: i film di successo e gli scivoloni di un grande
Kevin Costner
«Failure doesn’t kill you… It increases your desire to make something happen».
We will always love him
Kevin Costner: diamo un’occhiata al suo percorso d’attore e regista. E rocker. Davvero! Iniziamo dal cinema, dunque, e dalla carriera come attore. Il lancio vero e proprio di Kevin Costner arriva col ruolo di Gardner Barnes, in Fandango. Road movie del 1985 prodotto da Steven Spielberg, sicuramente merita un posto di rilievo in ogni videoteca che si rispetti.
Ed è subito mito
È, invece, del 1987 una delle interpretazioni maggiormente entrate nel mito, per rimanerci saldamente ancorate: ci riferiamo a quella dell’agente federale Eliot Ness de Gli intoccabili, tratto dall’autobiografia dello stesso Ness. Ambientato negli anni ’30, il film racconta la storia di una squadra anticrimine che ha come unico obiettivo quello di catturare il boss Al Capone.
Al fianco di Kevin Costner troviamo gente del calibro di Sean Connery, il quale vincerà l’Oscar come Migliore Attore Non Protagonista, e Robert De Niro, nei panni del boss mafioso responsabile d’averci regalato uno dei tormentoni più iconici e citati della storia del cinema: «Sei solo chiacchiere e distintivo».
Il successo
Del 1989 è, poi, L’uomo dei sogni, uno dei suoi film meno noti in Italia, dimenticato dal palinsesto e dalle nuove generazioni. Onirico e raffinato, racconta la storia di un uomo che, spinto da una misteriosa voce, costruisce un campo da baseball nel terreno della sua fattoria. Su quel campo, la notte, si radunano per giocare i fantasmi di otto famosi giocatori degli anni ’20, tutti accusati d’essersi venduti una partita delle World Series. Non spoileriamo oltre, perché speriamo che lo recuperiate e lo vediate.
La svolta
Arriviamo al 1990, anno che segna una svolta nella carriera di Kevin Costner: da lì in avanti e per cinque anni non sbaglierà un colpo. Avrà modo di riequilibrare dopo, però… Il primo bersaglio colpito è Balla coi lupi, del quale Kevin Costner firma anche la regia: gli varrà ben 7 Oscar e un successo planetario, ultra meritato.
L’anno dopo ci trascina tutti al cinema nuovamente, per vedere Robin Hood: il principe dei ladri, per il quale vince un Razzie Award come Peggior Attore Protagonista, ma che sbanca al botteghino guadagnando globalmente oltre 390 milioni di dollari. Era costato qualcosa in più di 50 milioncini… Do the math!
Alla corte di Oliver
Uno si fermerebbe anche un attimo a godersi il successo, ma Oliver Stone lo sceglie come protagonista per il suo JFK: un caso ancora aperto: così troviamo Kevin Costner investigare, tra collinette erbose e traiettorie balistiche, sull’omicidio del presidente Kennedy. Chi era adolescente nel 1992, inoltre, non può non ricordare un altro grande successo: The bodyguard.
Accanto a Whitney
Orde di ragazzini e ragazzine riempiono le sale, i primi trascinati per le orecchie dalle seconde, per la verità, ad assistere alla storia d’amore tra la compianta Whitney Houston e la sua guardia del corpo, interpretata ovviamente da Kevin Costner. Un altro successo, come quello della Houston, la quale firma pure la colonna sonora del film, la più venduta della storia, con oltre 10 milioni di copie.
Un altro passaggio degno di nota è Un mondo perfetto (1993), regia di Clint Eastwood, nel quale Kevin Costner offre un’interpretazione all’altezza, in un ruolo diverso dal solito. Forse la popolarità dà alla testa, forse non tutte le ciambelle riescono col buco, ma a un certo punto Kevin Costner dimentica una regola: si può sempre inciampare e non importa quanto in alto tu sia arrivato. E si tratta di una caduta notevole.
Waterworld
Nel 1995 Kevin Costner si lancia, così, nella produzione e nell’interpretazione di un progetto ambizioso: Waterworld. Ambientato in un futuro remoto che ha visto il totale scioglimento dei ghiacci artici e il conseguente innalzamento del livello dei mari, è un film post-apocalittico fin troppo sopravvalutato; lo stesso Kevin Costner lo considera un flop, malgrado il discreto successo al botteghino e soprattutto il recupero nel mercato dell’Home Video.
In uno stile dieselpunk marino, tra barconi arrugginiti e villaggi galleggianti, tra tirate ecologiste sul riscaldamento globale e una caratterizzazione dei nemici decisamente poco ispirata, il Waterworld si guarda fino alla fine, ma scivolandoci sopra come se non fosse mai esistito.
Un’altra apocalisse
Eppure, Kevin Costner intigna col futuro post apocalittico e, nel 1997, ci riprova con L’uomo del giorno dopo, conosciuto anche come The postman: il progetto gli piace talmente tanto da tornare dietro la macchina da presa. Preso così come viene, anche questo film non è malaccio, forse un po’ lento verso il finale, ma tutto sommato godibile. Non è un capolavoro, ma non ci ha fatto urlare alla Busta.
Pa’ Kent
Negli anni successivi si susseguono, invece commedie romantiche, thriller e film d’azione, ma tutti di secondo piano, specialmente se rapportati ai successi degli anni ’90. Si arriva al 2013 e Zack Snyder sceglie Kevin Costner per interpretare Pa’ Kent, genitore adottivo di Superman in Man of steel, e rifilargli una scena di grande emotività.
Il film ha diviso la critica: a noi non è piaciuto proprio, nonostante siamo fan dell’ultimo figlio di Krypton, ma bisogna ammettere che il nostro fa la sua parte decentemente e senza sbavature, seguendo un copione non alla sua altezza, probabilmente. Kevin Costner tornerà in quei panni in un cammeo, in Batman v Superman: Dawn of Justice (2016).
Tonno in scatola
In pochi, poi, lo hanno visto in McFarland, una produzione Disney su un gruppo di atleti di un paesino della provincia californiana pronti a diventare campioni mondiali; in molti, però, lo hanno ammirato in tutto il suo splendore perso tra le coste italiane a mangiare tonno in scatola, in una delle campagne pubblicitarie più brutte e imbarazzanti di sempre. Una triste sorte, almeno condivisa con Antonio Banderas, un altro grande rinchiuso in un famoso mulino per un’altra pubblicità.
Il ritorno
Fortunatamente sono intervenuti altri film recenti a far tornare in auge il nome di Kevin Costner: su tutti, Il diritto di contare (2016), biopic sulle tre scienziate che furono decisive per portare John Glenn nello Spazio. L’attore è il capo del progetto della NASA, in un personaggio dalle mille sfaccettature. Anche il piccolo schermo ha riservato buone soddisfazioni all’attore: pensiamo a Yellowstone, serie TV assolutamente da vedere.
Dimenticavamo: non scherzavamo sulla carriera parallela da rocker. È del 2010 l’album Turn it on, nella Top 30 dei dischi più venduti in Germania, successivo a una serie di concerti che lo hanno portato, tra le altre città europee, anche a Roma, al Teatro Brancaccio.