Kit Harington: il lungo inverno dell’attore di Game of Thrones
Kit Harington
«The best people to have power are the ones who don’t want it».
He knows nothing
Prima di qualche tempo fa, se qualcuno mi avesse detto che sarei letteralmente impazzito per una serie fantasy americana, non gli avrei creduto. E, invece, per anni mi sono trovato ad aspettare spasmodicamente l’uscita d’ogni stagione di Game of Thrones. Così, ho spolpato tutti gli episodi, sia in inglese che nel doppiaggio italiano, sia nella versione censurata che nelle repliche senza tagli.
La riconoscenza per Game of Thrones
Poco da dire: se trovo Game of Thrones in TV, lo guardo sebbene conosca a memoria tutti gli snodi. Se noi tutti dobbiamo molto HBO e a George R.R. Martin, non oso immaginare cosa pensi Kit Harington, arrivato alla fama grazie a Jon Snow…
Jon Snow
In completa contrapposizione al suo Jon Snow interpretato nella serie, Kit Harington può vantare nobili origini, così tanto inglesi che la nonna paterna si chiamava come un personaggio dei libri di Harry Potter, Lavander Cecilia Denny, ed era discendente diretta di Carlo II. Il giovanissimo attore vive, quindi, in una famiglia blasonata ed è grazie al teatro che s’innamora della recitazione.
È il palcoscenico ad accoglierlo per la prima volta in un ruolo da protagonista, ma sarà il piccolo schermo il mezzo col quale la sua carriera sarà stabilmente conclamata. Partecipa, infatti, ai casting per la parte di Jon Snow e s’aggiudica il ruolo: da lì in poi è tutto in discesa, o quasi. Sul set incontra la sua attuale moglie, Rose Leslie, la Ygritte di «you know nothing», anch’ella discendente di Carlo II e con la quale vive, insieme ai due figli, nel castello della famiglia di lei, il Wardhill Castle, maniero di proprietà della famiglia Leslie da ben 900 anni, ad Aberdeen, in Scozia.
L’unico eroe
In ogni caso, Kit Harington guadagna l’affetto dei fan, di stagione in stagione. Ho chiesto a molti perché Jon Snow piaccia tanto e in numerosi hanno risposto che si tratta semplicemente d’empatia. Il bastardo di casa Stark è forse l’unico vero eroe del mondo crudo e spietato di George R.R. Martin, il solo a battersi per il Bene e in grado d’andare oltre i blasoni e i motti, tanto da ottenere l’odio dei suoi confratelli Corvi per aver dato ospitalità ai rivali di sempre.
È il buono di Game of Thrones, quasi senza sfumature, e nel Westeros nessuna buona azione rimane impunita. È forse questo il segreto della simpatia attirata da tanti spettatori alla ricerca di un eroe in una vicenda che ha offerto, invece, l’imbarazzo della scelta su quale personaggio odiare più degli altri.
Lontano dal Westeros
Lontano dal Westeros, però, non sono mancati i passi falsi. Primo fra tutti la sua partecipazione, ridottissima, nel film Il settimo figlio, catastrofico fantasy mangiasoldi che al cinema regala solo sbadigli. Peggio ancora va con Pompei, serie della quale Kit Harington è protagonista. Il peplum del 2014 si rivela tutt’altro che vulcanico e chi l’ha visto ha quasi tifato per il Vesuvio, per tutto il tempo.
Un’eredità pesante
Kit Harington non sfigura, anzi, risulta uno tra i più bravi nel cast della serie HBO, il problema semmai è che la maggior parte dei produttori vuole vederlo ormai solo con una spada in mano. Ci chiediamo se sarà una specie di pesante eredità, tanto gravosa da compromettere il resto della sua carriera, già grandiosa ma ancora incredibilmente all’inizio.
Altri suoi colleghi si sono lanciati sul grande schermo: Emilia Clarke con ben altre fortune, per esempio, ma pure Sophie Turner, la quale è diventata la nuova Jean Grey nell’universo narrativo degli X-Men. Kit Harington sembrava proiettato nell’MCU, ma l’accoglienza tiepida di Eternals, dove ha recitato, sembra aver compromesso anche questa possibilità.
Per fortuna c’è il teatro
Insomma, Kit Harington sembra non aver ancora trovato la sua strada. Lo scopriremo presto. Nel frattempo per fortuna c’è il teatro, che Kit Harington continua a frequentare con discreto successo e col la passione ad animarlo e a distinguerlo dagli altri suoi colleghi.
Un paio di scivoloni, magari dovuti all’ebrezza di un successo inaspettato e all’oggettiva difficoltà d’emanciparsi da un ruolo così importante, si possono perdonare: l’inverno è arrivato ed è stata messa la parola fine alla monumentale opera di George R.R. Martin su piccolo schermo, tra numerose polemiche.
Un finale scioccante
Talmente tante per un finale per alcuni versi scioccante, d’aver spinto Kit Harington a un rehab per elaborare il lutto e contrastare, si dice, la dipendenza dall’alcol: è diventato virale il video, infatti, in cui per la prima volta l’attore apprendeva gli esiti dell’ultima puntata, tra le lacrime. Intanto, vi segnaliamo la sua partecipazione alla serie Netflix Criminal UK e la sua partecipazione al doppiaggio negli ultimi due capitoli di Dragon Trainer.