A un anno dall’uscita su Steam, esce anche su console Let’s school, gestionale della casa videoludica Pathea, già produttrice del più acclamato, almeno nel cerchio indie, My time at Portia.

Trama

In Let’s school indosserete gli abiti di un preside, col compito di portare alla gloria il nome della propria scuola. La trama, sfortunatamente, non va oltre a questo incipit: manca, infatti, qualsiasi altro sviluppo al di fuori delle meccaniche di gameplay.

Questa assenza di una storia potrebbe facilmente tenere lontani da Let’s school i non amanti del genere, ai quali il gioco potrebbe addirittura risultare noioso e ripetitivo già dopo i primi giorni.

Gameplay

Nonostante la cura evidente dedicata allo sviluppo di Let’s school, sono presenti molte caratteristiche che lo rendono troppo macchinoso e complesso per chi non ha esperienza nel genere. Altra grande pecca di Let’s school è, poi, la HUD presente perennemente su schermo, che risulta confusionaria, complicata da navigare e da comprendere.

Il (poco) tutorial

Il tutorial, inoltre, risulta spesso poco informativo e, soprattutto, poco utile nel momento in cui si riscontrano dei problemi di gioco. Il manuale stesso, fornito in game, risulta spesso inutile e addirittura complicato da trovare tra le mille informazioni presenti, perennemente su schermo.

Le meccaniche principali di Let’s school sono tre: la gestione degli studenti, la gestione degli insegnanti e la ricerca. La gestione degli studenti riguarda la loro ammissione, la gestione delle classi e del calendario delle lezioni. Dovremo assumere gli insegnanti, che si presenteranno ognuno con la propria specializzazione, assegnarli alle classi e, addirittura, gestire i corsi d’aggiornamento, per tenerli sempre al massimo delle loro capacità, elemento che richiederà molto tempo e soldi.

La ricerca

È forse la ricerca, però, a creare maggiori problemi: essa, infatti, ci permetterà di sbloccare nuove stanze, accessori e mansioni per la nostra scuola. Per esempio, nel giro di pochi giorni di gioco arriverà la giustissima richiesta da parte degli studenti di una mensa dove mangiare, ma non potremo accontentarli in alcun modo a lungo, poiché non si può costruire nulla prima della fine degli studi condotti dal team di ricerca.

Questa circostanza alzerà in maniera esponenziale il malcontento degli studenti, da cui il risultato degli esami che si svolgono alla fine di ogni settimana, da cui dipende, a sua volta, il livello della scuola.

Feeling

Aspetto piacevole di Let’s school è, invece, il livello possibile di personalizzazione che possiamo effettuare. Possiamo controllare tutto della nostra scuola, dal nome, ovviamente, al logo, alle divise usate dagli studenti, all’aspetto d’ogni aula. Potremo ovviamente decidere l’aspetto del nostro personaggio, con un buon quantitativo di opzioni.

La personalizzazione

La personalizzazione non si limita, però, solo al livello estetico: c’è un buon livello di personalizzazione anche a livello di gameplay. Possiamo, così, scegliere il livello di difficoltà di gameplay e, forse in maniera più assurda, il quantitativo di volte in cui la scuola sarà colpita da un disastro naturale.

Conclusioni

Non consigliato ai neofiti del genere, Let’s school risulta ripetitivo, complicato e macchinoso. Potrebbe però piacere agli amanti dei gestionali, i quali potrebbero essere molto interessati proprio dalla sua difficoltà.