«Una commedia? Mai»

Un set vagamente sgangherato, l’amore per il cinema nelle sue diverse fasi e forme e un’atmosfera che ricorda un po’ Ken Loach: parliamo di Making of: benvenuti nel meraviglioso mondo del cinema, pellicola francese diretta da Cédric Kahn e in arrivo nelle nostre sale il 26 Settembre grazie alla distribuzione di I Wonder Pictures.

Tra dramma e commedia

Il film, camminando funambolicamente sulla sottile linea che divide dramma e commedia, tratta le vicende di un set cinematografico che, a detta di Simon, regista che lo dirige, è come una nave che sta affondando. Sul set si sta infatti riprendendo la storia vera di alcuni operai in lotta per non far delocalizzare la fabbrica nella quale lavorano. Simon, già noto per i suoi film socialmente impegnati, vuole che il suo film finisca nel modo più realistico che riesce ad immaginare, ovvero con la sconfitta degli operai per mano del capitalismo.

La lotta di un regista

La produzione che finanzia il set, però, ha altre idee: per rendere il prodotto più appetibile al pubblico, c’è bisogno di un lieto fine che possa soddisfare i più. Simon non è disposto a sacrificare un ideale per soldi e respinge le insistenze dei produttori che, per tutta risposta, gli levano il loro supporto economico, lasciando il set senza finanze. Il regista deve quindi cercare di portare a termine il suo film evitando che i soprusi che egli stesso denuncia nella sua pellicola siano perpetrati nei confronti di chi collabora con lui all’interno del set.

Il tutto è documentato in un rocambolesco backstage girato da Joseph, aspirante cineasta e ammiratore di Simon. Making of è quindi un’opera metacinematografica che, tramite il susseguirsi di scene della pellicola girata sul set e spezzoni del backstage di Joseph, ci mostra quanto il cinema e il suo mercato possano essere totalizzanti, sia in positivo che in negativo.

Simon e Joseph

Questa dualità è resa evidente dalla dicotomia tra Simon e Joseph, emblemi rispettivamente di un sogno realizzato e di uno che s’appresta a realizzarsi. Questi due personaggi, interpretati magistralmente da Denis Podalydès e Stefan Crepon, costituiscono infatti la colonna portante del film. Entrambi sono profondamente consumati dall’amore per cinema: Simon in una maniera che lo soffoca anche nella vita di tutti i giorni, Joseph tramite una passione che lo guida in tutto ciò che fa.

Stelle cadenti e nascenti

Ed è tra il crepuscolo di un grande regista e il sorgere di una nuova, piccola stella, a innestare una potente riflessione sul ruolo del cinema e dell’arte in generale, che permea tutto Making of. «Non possiamo cambiare la realtà per guadagnare di più», afferma Simon a un certo punto, eppure le leggi del mercato minacciano di costringerlo a scendere a compromessi. Simon, il cui idealismo non è stato ancora minato nonostante la lunga esperienza dietro la macchina da presa, continua a sostenere che il ruolo del cinema, e di conseguenza il suo dovere morale come regista, sia quello di puntare un faro su quelle realtà che passano altrimenti inosservate.

Tutto il resto, però, sembra suggerirgli che la sua è un’idea di cinema antiquata, che ormai l’arte ha perso tutto il potere di cui lui la investe. La domanda, a questo punto, è potente e, insieme a Simon, travolge anche lo spettatore, facendogli lasciare la sala con l’amaro in bocca: è meglio raccontare una realtà falsata, che alimenti le illusioni di cui il mondo di oggi vive, o è meglio attenersi ai fatti, rischiando che nessuno ascolti?