«Secrets are like zombies»

Dopo l’imponente presentazione avvenuta all’ultima edizione di Lucca Comics & Games, alla presenza di Tim Burton e di una platea interamente dotata di parrucca con trecce nere d’ordinanza, Mercoledì sbarca su Netflix e, com’era facile prevedere, sta già dividendo critica e pubblico tra denigratori ed estimatori.

Benvenuti alla Nevermore

Serie di 8 episodi complessivi, rispolvera la Famiglia Addams dedicando una sorta di spin-off alla figlia maggiore, Mercoledì. Austera e mai sorridente, la ragazza si fa cacciare per l’ennesima volta da un istituto, per aver affidato ad alcuni piranha il compito d’ottenere giustizia, almeno secondo il suo punto di vista. Gomez e Morticia, di conseguenza, si vedono costretti a iscriverla presso la Nevermore Academy, una scuola per freak in cui vivono lupi mannari, sirene, gorgoni e altri giovani dalle caratteristiche uniche.

Mercoledì la detective

L’impatto non sarà semplice. La Nevermore fu anche il luogo del primo incontro tra Gomez e Morticia e Mercoledì si renderà presto conto d’essere una reietta tra i reietti, «una diversa tra i diversi», per citare lo stesso Tim Burton, oltre a dover fare i conti con l’inarrivabile paragone materno. Non solo: una serie di omicidi efferati sembrerebbero coinvolgere proprio la sua nuova scuola, mentre si profila all’orizzonte una minaccia del passato che scomoda oscuri segreti dei suoi antenati e dei suoi stessi genitori, mentre la ragazza è preda di visioni incontrollabili.

Mercoledì è un personaggio che sembra tagliato su misura per Tim Burton. Calato nell’ambientazione surreale della Famiglia Addams, permette al regista di sfoderare al meglio tutto il suo immaginario macabro e il suo amore per i personaggi impresentabili e i diversi. Sin dalle prime battute, infatti, gli amanti di Tim Burton si sentiranno a casa, a differenza della protagonista della serie, accompagnati dalla sigla composta dall’inseparabile Danny Elfman e da tutti gli elementi che lo hanno reso un marchio di fabbrica.

Paint it black

Mercoledì suona un violoncello nero sul tetto dell’accademia intonando, come ovvio, Paint it black dei Rolling Stones e ogni puntata la pone al centro in modo evidente, quasi con amore, disegnando un personaggio che nel corso della storia cresce e s’arricchisce di sfumature, non solo di nero.

Un teen drama

Attenzione, però. Mercoledì è a tutti gli effetti un teen drama e se ci si aspetta qualcosa di diverso la delusione sarà inevitabile. Pur ricca d’umore macabro e non lesinando scene di sangue, con una sequenza che estremizza e cita apertamente Carrie di Stephen King, l’acceleratore non è mai premuto al massimo.

A convincere più d’ogni altro aspetto è però la prova di Jenna Ortega, chiamata a raccogliere l’eredità che fu di Christina Ricci, anch’ella presente nel ricco cast di Mercoledì, e che effettivamente Tim Burton aveva indicato come la migliore delle interpreti possibili. Non aveva torto: l’avevamo ammirata in quella perla di X: a sexy horror story e qui conferma la sua bravura. Al suo fianco troviamo Catherine Zeta Jones e Luis Guzmán nei panni di Morticia e Gomez, genitori amorevoli e come tutti alle prese con figli adolescenti e incomprensibili, e Gwendoline Christie in quelli della severa direttrice della Nevermore. Menzione d’onore a Mano, spalla comica della protagonista cui è dato molto spazio.

Alla prossima stagione

Mercoledì è una buona serie, in grado d’intrattenere ma senza particolari acuti. I più attenti avranno poche difficoltà a intuire cosa si celi dietro ai misteri sui quali indagherà la protagonista e il consiglio e affidarsi più alle atmosfere e ai dialoghi (solo se in lingua originale), abbandonando anche il ricordo della Famiglia Addams con cui si è cresciuti. La serie, naturalmente, pur chiudendo il suo primo arco narrativo con la prima stagione getta più di un seme per sviluppi futuri.