Nel (più o meno) mito di Hercules: the legendary journeys
Hercules: the legendary journeys
«I can’t believe you have these mortals convinced that you’re this Kevin Sorbo character».
Titolo originale | Hercules: the legendary journeys |
---|---|
Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anni | 1995-1999 |
Stagioni | 6 |
Episodi | 111 |
Genere | Avventura Azione Commedia |
Durata | 42 minuti a episodio |
Prima puntata | 16 Gennaio 1995 |
Uscita italiana | 21 Settembre 1996 |
Nessuna fatica
Questa è la storia di un tempo lontanissimo. Il tempo dei miti e delle leggende. Il 1995, per la precisione, quando debuttava una delle serie TV più amate in America e una delle preferite dal sottoscritto, Hercules: the legendary journeys, con protagonista Kevin Sorbo.
Una serie molto amata
Ambientato in quella che dovrebbe essere l’antica Grecia, lo show racconta le avventure di Hercules e del suo fidato amico Iolao, interpretato da Michael Hurst, perseguitati ovunque vadano dalla perfida matrigna Giunone, la quale vede nell’eroe il segno tangibile del tradimento del marito Zeus. Fino a qui è l’incipit: ma perché Hercules: the legendary journeys è tanto amata?
Lo zampino di Sam Raimi
Partiamo da un nome: Sam Raimi. Se non lo conoscete, è il caso di dare un occhiata a robette come La casa o L’armata delle tenebre, oltre alla trilogia dedicata a Spider-Man. È lui il produttore della serie TV e il suo zampino è possibile riconoscerlo in alcune scene divenute cult e nella partecipazione più o meno assidua di Bruce Campbell, suo attore feticcio, nei panni del ladro acrobata Autolico.
Impossibile, quindi, non riconoscere una certa direzione artistica, quando vediamo il nostro Hercules alle prese con un serpente gigante. L’eroe blocca tra le sue possenti mani la testa del mostro, che in tutta risposta usa la sua lingua biforcuta per accecarlo. Ancora, in una puntata ispirata a Terminator 2, vediamo un elementale dell’acqua, capace dunque d’assumere sembianze umane come una sorta di T1000 ante litteram, rubare una biga e partire sgommando con tanto di fumata bianca.
I segreti di un successo
Anche questi elementi sono parte del segreto del successo di Hercules: the legendary journeys in America e dello zoccolo durissimo di appassionati guadagnati pure in Italia: lo spirito che sembra animare tutte le 6 stagioni prodotte è decisamente rivolto all’autoironia e alla voglia di fare qualcosa di leggero, divertente, assolutamente pop e, in alcuni casi, perfino ridicolo.
Lo spin-off con Xena
Non possiamo dimenticare le incursioni del mercante Salmoneo che, in anticipo sui tempi, cerca di vendere a Hercules uno gnomone da polso: «Funziona col Sole, lo chiamerò Solex!». O un paio di sandali alla moda, con suola in vesciche di scoiattolo riempite d’aria.
E non possiamo non citare Lucy Lawless, nel ruolo che la renderà famosa al grande pubblico, cioè quello della principessa guerriera Xena, che tanto piacerà da meritarsi un suo spin-off regolarmente andato in onda anch’esso per 6 stagioni e nel quale troviamo anche il fratello minore di Sam Raimi, Ted, nella parte di Corilo, spalla comica e guerriero incapace, e lo stesso Bruce Campbell. Curiosità: da giovane, Bruce Campbell era il babysitter del piccolo Ted Raimi.
Azione e risate
Insomma, tutto Hercules: the legendary journeys è infarcito di ammiccamenti e gag per una buona metà, l’altra invece è occupata dalla scene d’azione caratterizzate dallo stile di lotta improbabile di Hercules il quale, ricordiamolo, è dotato di una forza fisica superiore e mai posseduta da alcuno, e di Iolao; dai mostri della mitologia greca, realizzati con una computer grafica decisamente buona per i tempi; dalle incursioni dei vari Dei, che aiutano od ostacolano l’eroe. Per inciso, Zeus è stato interpretato dal compianto Anthony Quinn.
Non mancano, poi, le puntate speciali, come è usuale per gli show televisivi. Una mi rimane in mente, per una scena particolarmente efficace, questa, tratta dal 15° episodio della 4ª stagione, che racconta della sparizione di Kevin Sorbo, atteso sul set in Nuova Zelanda.
Questa capacità d’infrangere la quarta parete, sapientemente usata ben prima di un noto mercenario chiacchierone, inevitabilmente conquistò il pubblico degli anni ’90, abituato com’era a cliché già vecchi di dieci anni, e fece guadagnare a Hercules: the legendary journeys un posto di rilievo nel mondo dell’intrattenimento.
Il destino degli attori…
Il rovescio della medaglia c’è: gli attori della serie rimasero saldati al loro ruolo. Se Lucy Lawless è riuscita a ritagliarsi spazio nelle serie di Spartacus e nel recente Agents of S.H.I.E.L.D., lo stesso non si può dire dei suoi colleghi. Kevin Sorbo ha avuto l’onore di recitare in un film che sembrava scritto apposta per lui.
Kull il conquistatore (e se non lo ricordate, credetemi, non fa nulla), per poi approdare a ruoli minori in altre serie come Dharma & Greg, la bellissima The middleman, La vita secondo Jim. Nel 2000 ha un secondo ruolo da protagonista in Andromeda, serie di fantascienza creata da Gene Roddenberry e andata avanti fino al 2005.
… compreso uno tragico
Michael Hurst è invece approdato alla regia, firmando alcune puntate di Spartacus e del sequel Spartacus: the gods of arena e de La spada della verità. Come attore, lo ritroviamo sempre a fianco di Kevin Sorbo in Andromeda e in Power Rangers: ninja storm.
La carriera di Kevin Tod Smith, il quale invece interpretava Marte sia in Hercules: the legendary journeys che in Xena, ha avuto purtroppo un tragico finale: premiato nel 1995 come Migliore Attore Non Protagonista dagli Oscar televisivi della Nuova Zelanda, è morto in seguito a un incidente, il 15 Febbraio 2002.
Una serie cult
Sono pochi gli esempi di show televisivi così poco roboanti, ma capaci di raccogliere attorno a essi uno stuolo di fan appassionati: per questo Hercules: the legendary journeys merita d’essere visto e ricordato.
Non per le trame, non per le capacità degli attori, non perché sia una serie di passaggio, ma solo perché era piacevole, divertente e capace di farti godere quei quarantacinque minuti senza starci a pensare troppo. Ed è questo, in definitiva, quanto almeno un certo tipo di serie TV dovrebbe fare… Poi ci sono Lost, 24, Breaking bad e altri capolavori, ma non sempre si ha lo spirito per sostenerli.
La sigla completa di Hercules: the legendary journeys
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Titolo originale | Hercules: the legendary journeys |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anni | 1995-1999 |
Stagioni | 6 |
Episodi | 111 |
Genere | Avventura Azione Commedia |
Durata | 42 minuti a episodio |
Prima puntata | 16 Gennaio 1995 |
Uscita italiana | 21 Settembre 1996 |