«Bisogna fare dei sacrifici»

Il 22 Febbraio è uscito nelle sale, a un mese dal suo debutto negli USA, Night swim. Tratto dall’omonimo cortometraggio del 2014, parla di una piscina infestata. Il soggetto è di Bryce McGuire, mentre la produzione è targata James Wan e Jason Blum, due nomi non del tutto estranei a questo mondo, che hanno firmato progetti quali The conjuring, Saw e Insidious.

Un terribile incidente

Siamo nel 1992 e, attraverso un flashback, vediamo una ragazzina, che più avanti scopriremo chiamarsi Rebecca, scomparire nella piscina del giardino di casa. La bambina, nell’intento di recuperare la barca giocattolo del fratello, cadrà in acqua e non ne uscirà più.

Una nuova famiglia

Passano quindici anni, torniamo ai giorni nostri e incontriamo la famiglia Waller, indaffarata con l’ennesimo trasferimento e alla ricerca di una nuova casa. I Waller hanno una storia travagliata: il padre, Ray (Wyatt Russell), è un ex giocatore di baseball di successo, costretto a ritirarsi a causa della diagnosi di sclerosi multipla, abbandonando così la sua carriera nella Major League.

Per permettere all’uomo di riposarsi e concentrarsi su un percorso di cure e riabilitazione, la famiglia decide finalmente di fermarsi e mettere radici: quale modo migliore se non quello di cercare una nuova abitazione, questa volta definitiva, dove ricominciare una vita quanto più tranquilla possibile? La scelta ricadrà proprio sulla casa con la piscina mostrata a inizio film che, almeno inizialmente, sembra convincere ed entusiasmare sia Ray, che la moglie (Kerry Condon), così come i due figli (Amélie Hoeferle e Gavin Warren).

Tutti in piscina!

La piscina, oltre a essere un ottimo passatempo e una forma di svago per i bambini, ben si sposa con la necessità di Ray di fare esercizio riabilitativo: non a caso, la dottoressa gli prescriverà proprio degli esercizi motori da fare in acqua. Inoltre, spinta dalla ferma volontà della moglie, la famiglia potrà stringere amicizie e farsi conoscere dal vicinato.

Strane presenze

Accade, però, qualcosa di strano: se in poco tempo l’uomo sembra più felice e la sua salute migliora in modo sbalorditivo, i suoi cari, invece, cominciano a percepire delle strane presenze, legate proprio all’acqua. Il mistero legato alla piscina si salderà alle scelte che l’uomo dovrà fare nel corso della storia.

L’idea alla base di Night swim è sicuramente interessante, l’esecuzione, però, non convincere del tutto. Complice una storia di per sé leggermente prevedibile e piuttosto canonica per il genere, il film sposta l’infestazione da una casa e dalle sue mura piazzando le oscure presenze al di fuori di esse, in un ambiente acquatico. Tolto l’escamotage narrativo, niente suscita veramente terrore, né fisico, né psicologico. Anzi, la storia tentenna costantemente, quasi in bilico su di un filo, senza mai compiere il passo in più che ci aspettiamo.

L’impatto visivo

I buchi maggiori si riscontrano a livello visivo: tolte un paio di inquadrature che restituiscono alcune scene sott’acqua decisamente interessanti, non c’è nulla a lasciare veramente il segno e, soprattutto, la presenza demoniaca si vede giusto il tempo di un battito di ciglia. Sentiamo voci sussurrare ogni qualvolta uno dei personaggi entra nella piscina, ma non siamo mai veramente in grado di assegnare un volto.

Un buco nell’acqua

Night swim punta su un paio di jumpscare, ma la nota più dolente è in una sceneggiatura sconnessa e superficiale, priva della volontà di spingere sull’acceleratore.

Quando l’intreccio paranormale è spiegato, si ha presto la sensazione del buco nell’acqua, spiegato com’è con molta leggerezza e privo della giusta enfasi. Peccato: Night swim rappresentava un’idea buona e avrebbe meritato un briciolo maggiore d’attenzione ai particolari perché potesse veramente brillare.