Noah Wyle: l’attore finito sepolto da una montagna di libri
Noah Wyle
«I find directing so incredibly rewarding and challenging and humbling and exciting and engaging. Scenes become challenging. Actors bring out the best of you. Circumstances demand you dig deep».
La Legge di Carter
Il caso di Noah Wyle è parecchio singolare, perché mi porta a parlare di un attore dall’inizio di carriera molto promettente, che lo rese uno dei volti più conosciuti della TV degli anni ’90, per poi passare a un secondo stadio di fama finito purtroppo quasi nell’oblio e nella sezione Carneade della nostra memoria.
Cercherò, quindi, di riavvolgere il nastro per dare un’occhiata ai motivi per i quali dovremmo ricordarci di lui e quelli che ci hanno portato invece quasi a dimenticarlo.
Da ricordare
Ovviamente il ruolo a venire subito alla mente è quello del Dottor John Carter in E.R.: medici in prima linea. Noah Wyle è scelto personalmente dal produttore della serie, che lo trova adattissimo a quella parte: non possiamo proprio dargli torto.
Un grande dottore
L’attore interpreta il Dottor Carter fino all’undicesima stagione dello show e decide d’abbandonarlo solo quando tutti gli altri membri del cast originale sono passati ad altro, riservandosi però di fare alcune comparsate anche nelle stagioni successive. È il ruolo che dà inizio alla sua carriera ed è probabilmente quello che più gli si cuce addosso.
Sempre rimanendo sul piccolo schermo, ma con un film, dobbiamo sicuramente ricordarci de I pirati della Silicon Valley, nel quale Noah Wyle deve interpretare nientemeno che Steve Jobs. La pellicola racconta gli esordi del fondatore di Apple e di quelli di Bill Gates, prendendosi alcune libertà sul reale svolgimento dei fatti, ma restituendo allo spettatore lo spirito che albergava in quei ragazzi all’inizio dell’era dell’informatica domestica.
L’apprezzamento di Bill
Anche Jobs parve apprezzare l’interpretazione di Noah Wyle, tanto che durante il Macworld Conference & Expo del 1999, fiera dedicata al mondo Apple, lo fa salire sul palco al suo posto, raggiungendolo solo dopo alcuni minuti.
Ancora con un programma TV, nel 2011 arriva Falling skies, serie fantascientifica prodotta da Steven Spielberg: racconta il post invasione aliena della Terra e dei gruppi di Resistenza che combattono contro gli extraterrestri. Noah Wyle è un buon protagonista per una serie dai toni molto più pacati di quanto ci si aspetterebbe, ma che comunque va avanti per 5 stagioni con un discreto successo.
Arriviamo infine al cinema, più o meno, citando Donnie Darko, nel quale Noah Wyle ha un piccolo ruolo. Pur avendo floppato all’inizio, Donnie Darko diventa presto un piccolo cult e ancora oggi offre parecchi spunti per speculare sulle varie teorie tra universi paralleli, viaggi nel tempo e paradossi di varia natura.
Da dimenticare
Nel 2004, a Noah Wyle è offerto il ruolo di protagonista per un altro film per la TV. La storia lo vede nei panni di un giovane talentuoso cui è offerto un lavoro in una biblioteca che conserva alcuni tra i reperti più misteriosi e mitologici della storia dell’umanità. Nasce così il primo film del franchise di The librarian, che praticamente sequestra Noah Wyle fino al 2015 con due sequel e una serie spin-off, della quale cura la regia per alcuni episodi, senza comparire nel cast.
The librarian è un prodotto difficile da classificare: presenta film d’avventura tra antichi manufatti e magia; ha guadagnato un certo pubblico di estimatori, soprattutto tra i più piccoli. Personalmente non sono mai riuscito ad appassionarmi, tutto sa decisamente di già visto e di conseguenza, ogni volta che li trovavo in TV, semplicemente cambiavo canale e tanti saluti.
Incredibilmente a dirsi, probabilmente è colpa dei libri se ci siamo allontanati da Noah Wyle. È un peccato, perché poi l’attore è stato protagonista di The red line nel 2019, una serie TV che sembra aver avuto un discreto successo negli USA. La trama vede un medico di colore ucciso per errore da un poliziotto bianco e introduce diverse tematiche decisamente attuali e molto forti. Noah Wyle interpreta il marito dell’uomo ucciso e deve affrontare il lutto anche aiutando la figlia adottata insieme a lui.
Una speranza
The red line purtroppo va avanti per le sole 8 puntate della prima stagione e poi è cancellata, pur potendo contare su uno zoccolo duro di fan e su recensioni discrete. Dobbiamo fidarci o darci da fare per guardarla in lingua, perché non credo che arriverà mai in Italia e questo potrebbe decisamente dare l’ultima spinta verso l’oblio di Noah Wyle, almeno qui da noi. Speriamo di no.