«Lei è sempre così antipatico?»

Otto (Tom Hanks) è un anziano solitario, ormai vedovo, che passa le sue giornate a giudicare i suoi vicini di casa. Fra un rimprovero e l’altro, il nostro protagonista ama anche tentare il suicidio nelle più disparate maniere. Durante uno di questi tentativi, però, è interrotto dai nuovi inquilini della porta accanto, una famiglia con due bambine al seguito. Grazie a questo incontro, Otto inizia a cambiare, lasciandosi andare sempre di più.

Un secondo adattamento

Non così vicino è tratto dal celebre romanzo de L’uomo che metteva in ordine il mondo, di Fredrik Backman, che già fu adattato per il cinema dallo stesso scrittore, il quale ricevette addirittura una nomination agli Oscar. Il film di Marc Forster (Quantum of solace, World War Z), invece, è già partito a mani vuote. Il motivo di non averlo considerato per gli Oscar da parte dell’Academy è abbastanza semplice: Non così vicino, nonostante sia sulla carta una pellicola con tutte le caratteristiche per essere un’esperienza emozionante e suggestiva, ha invece poco di originale.

Un archetipo già visto

L’archetipo del vecchio scontroso destinato ad aprirsi al mondo è già stato proposto tantissime volte al cinema. Basti pensare a Clint Eastwood in Gran Torino, o a Jack Nicholson in ben due film, Qualcosa è cambiato e A proposito di Schmidt. Senza dimenticare l’animazione, con Up.

Tom Hanks, il quale come al solito si mostra in ottima forma, non riesce a trasformare Non così vicino da semplice esperienza cinematografica a ricordo indelebile. Chiaramente non è un male, perché non tutti i film devono finire nell’Olimpo del cinema, però è pur vero che alla storia manca quel quid in grado di conquistare appieno lo spettatore.

Tecnicamente, poi, Non così vicino non regala alcun sussulto. La regia e la fotografia sono al servizio della storia, senza regalare grandi colpi scenografici, contribuendo a schiacciare la pellicola sulle rive del già visto. Se, però, saprete chiudere un occhio per la poca originalità del film, Non così vicino sarà comunque in grado di regalarvi emozioni forti e sincere, risultando un buon prodotto della sottile arte del dramedy americano.

Lacrima facile

Sebbene rispetto all’originale l’adattamento perda qualcosa a livello di sfumature, il film di Marc Forster è un’esperienza cinematografica soddisfacente, in grado di sciogliere i cuori di chi ha la lacrima facile. Consigliare di andarlo a vedere a tutti i costi è difficile però, se siete assidui frequentatori delle sale, una capatina non sarà certo un’esperienza da dimenticare.