Parigi, 13Arr. | Una commedia molto seria | Recensione
Il voto di Nerdface:
4.0 out of 5.0 stars
Titolo originale | Leos Olympiades |
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Lingua originale | francese |
Paese | Francia |
Anno | 2021 |
Durata | 105 minuti |
Uscita | 24 Marzo 2022 |
Genere | Commedia Drammatico |
Regia | Jacques Audiard |
Sceneggiatura | Jacques Audiard Céline Sciamma Léa Mysius |
Fotografia | – |
Musiche | – |
Produzione | – |
Distribuzione | Europictures |
Cast | Lucie Zhang Makita Samba Noémie Merlant Jehnny Beth Anaïde Rozam |
Il voto di Nerdface:
4.0 out of 5.0 stars
«Qual è la cosa più umiliante che ti è successa?»
Jacques Audiard torna sul grande schermo con Parigi, 13Arr. (in originale Les Olympiades, cambiato forse per evitare fraintendimenti e rendere chiara l’ambientazione nella capitale francese), storia di amicizie e amori giovanili nello scenario di Olympiades, il quartiere con le caratteristiche torri residenziali che fa parte del 13° Arrondissement della città. Un’opera libera e gioiosa, che sa scendere in profondità nella rappresentazione di una generazione alla ricerca del proprio senso, prima ancora che del proprio spazio, cui gran parte del merito della riuscita il regista lo deve condividere con le sue due co-sceneggiatrici, Céline Sciamma e Léa Mysius.
Un amore sbilenco
Émilie è una giovane d’origine cinese e vive a Parigi, per l’appunto nel 13° Arrondissement, nell’appartamento della nonna, da tempo in ospedale malata d’Alzheimer. Per gestire economicamente l’appartamento, mette un annuncio al quale risponde Camille, un afro-discendente che deve iniziare a insegnare in un liceo lì vicino. Tra i due scatta la scintilla erotica, ma solo Émilie è davvero innamorata. Nel frattempo, nel quartiere si trasferisce da Lione anche Norma, decisa a riprendere gli studi universitari, nonostante abbia 33 anni.
L’inevitabile triangolo amoroso
Émilie si innamora di Camille, hanno rapporti sessuali ma lui non è davvero innamorato, tanto che la lascia per una collega del liceo, prima di lasciare a sua volta l’insegnamento, lavorando nell’agenzia immobiliare di un amico, dove conosce Norma, arrivata a Parigi da Lione per riprendere gli studi universitari, che ha però mollato dopo essere stata vittima di un bullismo collettivo in facoltà, vista la sua somiglianza con Amber Sweet, una celeberrima pornodiva.
foto di Shanna Besson
Camille s’innamora di Norma, ma il rapporto è frastagliato, anche perché la ragazza inizia a incontrarsi la notte con Amber Sweet in una chat privata. Tutti s’innamorano di tutti; tutti sembrano alla ricerca di un senso non solo della vita, ma dell’esperienza collettiva che la vita dovrebbe portare con sé. Già, la vita collettiva, quel dettaglio che quasi due anni di pandemia ha reciso dalla memoria del popolo e Parigi, 13Arr., girato in pochissimo tempo a partire da Novembre del 2020, cerca di ricordare tornando a raccontare, partendo dai luoghi prima ancora che dagli individui.
La vita, prima
Una panoramica aerea sulle torri di Olympiades, con la camera che spia in maniera fuggevole nei diversi appartamenti: in uno c’è un televisore acceso, in un altro una persona è seduta al tavolo della cucina. Con uno stacco di montaggio la ripresa da esterna si fa interna: su un divano Émilie, d’origine taiwanese, e Camille, afro-discendente, cantano al karaoke completamente nudi, per poi fare l’amore.
Un’opera a più mani
Pur rientrando perfettamente nella cifra stilistica di Jacques Audiard, come testimoniano gli scarti registici, la scelta delle inquadrature e il ritmo che muove l’intera struttura, è impossibile non considerare Parigi, 13Arr. come un’opera a sei mani, le cui qualità il regista di Sulle mie labbra, Tutti i battiti del mio cuore e Un sapore di ruggine e ossa deve necessariamente condividere con le due cineaste con cui ha collaborato in fase di scrittura.
foto di Shanna Besson
La sceneggiatura è infatti firmata anche dalla quarantaduenne Céline Sciamma (già al lavoro in passato per altri, come testimoniano Quando hai 17 anni, di André Téchiné, e La mia vita da zucchina, di Claude Barras) e dalla trentaduenne Léa Mysius, autrice in proprio di Ava e le cinq diables, ma sceneggiatrice per Arnaud Desplechin (I fantasmi d’Ismael e Roubaix, une lumière), Stefano Savona (La strada dei Samouni) e di nuovo Téchiné (L’adieu à la nuit). Il quasi settantenne Jacques Audiard, per riuscire a raccontare la gioventù contemporanea, condivide il lavoro con due colleghe di un’altra generazione, nessuna delle due parigina ed entrambe nate quando l’idea di città futura celata nel progetto urbanistico di Olympiades era stata già ampiamente trasformata in realtà.
Commedia, ma molto seria
Interamente ambientato nel quartiere, con un paio di capatine che restano comunque nell’Arrondissement, Parigi, 13Arr. è una commedia in bianco e nero che si interroga con levità, non senza lacerazioni vere o presunte e sembra riallacciarsi all’epoca d’oro del cinema indipendente, tanto d’oltreoceano quanto europeo. Un film che si interroga sull’oggi, con le sue relazioni umane indecifrabili, in cui amore e desiderio si confondono, e la smaterializzazione del contatto è diventata parte integrante della quotidianità.
Dove dimora l’umanità?
Nella dialettica tra dentro e fuori, tra esteriorità e intimità, tra spazio pubblico e privato, Jacques Audiard trova il modo di riflettere sulla multiculturalità e pone al centro della questione un mondo femminile che reclama a gran voce il proprio spazio; emblematicamente, anche l’unico uomo della contesa, Camille, ha un nome accostabile all’universo muliebre. Ma se la tecnologia può indurre a un’idea di vicinanza anche quando si è distanti chilometri, è ancora la relazione fisica l’unica vera dimostrazione d’umanità.
foto di Shanna Besson
Lo testimonia anche il pugno in pieno volto con cui Norma saluta una delle compagne d’università che l’avevano presa pesantemente in giro, esponendola al pubblico ludibrio. Traendo ispirazione dalla raccolta di racconti a fumetti Morire in piedi, di Adrian Tomine, Jacques Audiard celebra la rinascita alla vita e dunque all’amore; lo fa con una leggerezza che contagia in profondità lo sguardo dello spettatore, cercando la libertà nell’imponenza della struttura di nuovo nel ricorso al rigore della bicromia, seguendo esattamente lo schema che spinse Michel Holley a progettare Olympiades, creando un quartiere che potesse attrarre i giovani professionisti e la modernità.
Un finale dolcissimo
Oggi che anche il professionismo è precario e infatti nel film tutti si arrangiano come possono, saltando di palo in frasca tanto negli affari sentimentali quanto in quelli lavorativi. Eppure, la modernità prorompe con forza da Parigi, 13Arr., trascinando con sé un’aria di possibilità che suona utopica, favolistica come il suo finale dolcissimo, ma non priva di escoriazioni e cicatrici. Il merito va anche all’ottimo cast, dominato dalle luminose interpretazioni di Lucie Zhang, Makita Samba e Noémie Merlant.
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Titolo originale | Leos Olympiades |
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Lingua originale | francese |
Paese | Francia |
Anno | 2021 |
Durata | 105 minuti |
Uscita | 24 Marzo 2022 |
Genere | Commedia Drammatico |
Regia | Jacques Audiard |
Sceneggiatura | Jacques Audiard Céline Sciamma Léa Mysius |
Fotografia | – |
Musiche | – |
Produzione | – |
Distribuzione | Europictures |
Cast | Lucie Zhang Makita Samba Noémie Merlant Jehnny Beth Anaïde Rozam |