Patrick Dempsey: un attore che non ti aspetti
Patrick Dempsey
«I know it can be dangerous, but I love racing. I worry my wife, but she knows it’s important to me».
L’apparenza inganna
Cosa sarebbe stato Scrubs, se il target fosse stato esclusivamente femminile e non, invece, trasversale? La risposta è semplice: Grey’s Anatomy, ovvero la versione drama queen di Medici ai primi ferri. Va riconosciuto: ha milioni di fan ovunque e, malgrado, tutto è impossibile accusare pubblicamente la serie d’aver trasformato Patrick Dempsey in un sex symbol, facendolo diventare uno dei volti più noti del piccolo schermo.
Solo un volto?
Di accusa si tratta, perché ha dimostrato di non essere un nuovo George Clooney. Se la star venuta da E.R.: medici in prima linea ha invece dimostrato nel tempo di poter dare qualcosa al mondo dello spettacolo e del cinema, Patrick Dempsey di rimando ha offerto solo il suo volto, come a dire che altro non c’è. O forse no…
Gli esordi cinematografici
Il cinema lo scopre giovanissimo fin dagli anni ’80: Patrick Dempsey gira parecchie teen comedy, mentre in TV continuano comparsate in vari show. L’attore, pur lontano da quelli che fanno urlare al miracolo, fa il suo dovere sul set e questa costanza lo porta, nel 1987, a un ruolo da protagonista in Playboy in prova, la classica commedia adolescenziale alla fine della quale la morale è: «Sei speciale così come sei, anche se fai schifo». Stessa solfa, più o meno, e altro ruolo da protagonista nel 1988 in Some girls, accanto a Jennifer Connelly; l’anno successivo con Seduttore a domicilio.
Basta commedie
Storia e atmosfere diverse, invece, in Coupé de ville. Patrick Dempsey è ormai grandicello per le commedie ambientate tra i corridoi del liceo e in questo road movie non mancano momenti toccanti, anche se il tutto ha un retrogusto banale e grossolano. Il tempo avanza inesorabile e poi lavora in L’impero del crimine, interpretando un gangster ebreo, insieme a Christian Slater.
Siamo ormai a metà dei ’90, quando esce Virus letale, con Dustin Hoffman, Morgan Freeman, Kevin Spacey e, lì in un angolo lontano, il nostro Patrick Dempsey, il quale ormai le parti da protagonista le vede col binocolo. Eppure, alcuni film nei quali lavora non sono affatto male, come Il Club degli Imperatori (2002) con Kevin Kline. Rimane il fatto, però, che rimane giusto sullo sfondo.
E poi arriva Grey’s Anatomy
Ma bisogna avere pazienza, perché la svolta è appena dietro l’angolo. Grey’s Anatomy parte nel 2005 e dal quel momento la vita di Patrick Dempsey cambia in meglio. L’attore si trasforma, come fosse il protagonista di una delle sue commedie adolescenziali; da macchia sfocata della tappezzeria, diventa una specie di Derek Zoolander.
Anche Disney
E così, nel 2006 Disney lo sceglie per doppiare Kenai, in Koda: fratello orso 2, il suo predecessore era nientemeno che Joaquin Phoenix; nel 2007 è nel cast di Come d’incanto, poi tira fuori la Magnum ed è insignito del secondo posto tra gli uomini più sexy del pianeta, secondo la rivista People. I Versace lo notano pure e, dichiarando «Dempsey? Tira un casino quest’anno!», lo scelgono come volto della campagna uomo. Poi, sembra grazie all’utilizzo della Blue Steel, la Avon mette in commercio Unscripted: Patrick Dempsey, una fragranza uomo che diventa uno dei regali più temuti tra i maschi del pianeta.
Con questa storia del sex symbol si riaprono le porte di Hollywood. I film? Un amore di testimone e Appuntamento con l’amore. Sembra quasi di vedere i produttori darsi le pacche da soli per aver pensato: «C’è bisogno di uno che tiri per queste commedie romantiche. Prendiamo Patrick Dempsey, che magari come attore non è da urlo, ma bastano i suoi occhioni e le donne gli svengono addosso».
Ma siamo appena all’inizio: nel 2010 l’attore diventa testimonial di L’Oreal per una linea di cosmetici maschili. Poi, siccome ha la penna ancora in mano e pare male, mette la faccia anche per alcuni sexy occhiali di Serengeti e per la Subaru.
E pure i Transformers!
Il coronamento della carriera arriva con Transformers 3, di Michael Boom Boom Bay, ma Patrick Dempsey pensa: «Se ci riesce lui a fare il regista, vuoi che non ci riesca io, uno degli uomini più sexy del pianeta?». Detto fatto. Produce e interpreta, ma non dirige (per fortuna), Le regole della truffa. Il film è distribuito per un solo fine settimana in due cinema e incassa la bellezza di 1.000 dollari (o poco più). Negli USA, però: nel resto del mondo la pellicola incassa mezzo milioncino solo nel primo week end. Non lo abbiamo detto, ma rimediamo subito: alla regia c’è Rob Minkoff, non proprio il primo arrivato. A chiudere il cerchio sempre con la sua Magnum c’è Il diario di Bridget Jones 3, per poi chiudere col recente Come per disincanto, sequel intelligente del film Disney.
La carriera da pilota
Ma Patrick Dempsey non s’è fatto proprio mancare nulla. Figlia della passione per la velocità e le corse è una scuderia automobilistica, la Dempsey Del Piero Proton. Sì, è quel Del Piero. E su questo, lo ammettiamo, anche i nostri cuori iniziano a vibrare, facendo guadagnare tantissimi punti all’attore ora pilota, capace di gareggiare con una certa abilità alla 24 Ore di Le Mans, mica robetta. Al suo buon cuore, invece, si deve la fondazione del The Patrick Dempsey Centre for Cancer Hope & Healing, che ha l’obiettivo d’aiutare le persone affette di cancro.
Siamo stati parecchio cattivi con lui, lo ammettiamo: Patrick Dempsey è comunque arrivato due volte a essere premiato come Miglior Attore in una Serie TV, ovviamente per Grey’s Anatomy. Inoltre, è molto attivo nel sociale e oggettivamente il suo livello di figaggine aumenta a livello esponenziale, sapendolo capace di domare automobili da 1.000 cavalli senza appiccicarsi alla prima curva.