Prison break: storia di un’irresistibile evasione infinita
Prison break
«L’evasione era solo l’inizio».
Titolo originale | Prison break |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2005-2009 2017 |
Stagioni | 5 |
Episodi | 90 |
Durata | 44 minuti/episodio |
Uscita | 29 Agosto 2005 |
Genere | Drammatico Prison drama Thriller |
Imprigionati alla TV
Nata da un’idea di Paul Scheuring, Prison break è la serie TV visionaria che, intrecciando azione, suspense e fantapolitica, imprigionò davanti allo schermo milioni di spettatori in tutto il mondo. Cult dai toni claustrofobici della Fox, si fregiava di un eccezionale lavoro che intesseva e legava temi differenti, fra i quali la famiglia, la vita carceraria, il razzismo e la corruzione del sistema politico, anche attraverso ampi approfondimenti psicologici.
Tra prison drama e thriller
Un prison drama molto vicino al thriller politico, dove la narrazione nasceva, si sviluppava e prendeva forma attorno all’assurda, ingegnosa e irrazionale missione di Michael J. Scofield (Wentworth Miller) di far evadere il fratello, Lincoln Burrows (Dominic Purcell), dal braccio della morte facendosi spedire nella stessa prigione in cui era rinchiuso, in attesa d’esecuzione per un delitto mai commesso.
Sul solco della tradizione
Riprendendo con astuzia e maestria il filone carcerario ben noto al pubblico appassionato, lo stesso di capolavori memorabili quali Fuga da Alcatraz, Dead man walking, Le ali della libertà e Fuga di mezzanotte, Paul Scheuring con Prison break stravolge la narrazione, capovolgendo l’incipit e prendendo spunto da una causa realmente dibattuta negli USA, nel 1960. Racconta la storia di un uomo innocente che si fa arrestare volutamente e con piena facoltà di ragione.
Accusato ingiustamente dell’omicidio di Terrence Steadman, fratello del Vicepresidente degli USA, Lincoln Burrows si trova infatti nel carcere di Fox River, in attesa d’essere giustiziato. Suo fratello Michael, ingegnere geniale, progetta un piano macchinoso per farlo evadere. Fra ansiose e inquietanti scene ricche d’azione e tensione, Prison break non lascia nulla al caso e trova spazio anche un’appassionante storia d’amore fra Michael e la dottoressa del carcere, Sara Tancredi (Sarah Wayne Callies) che, attraversando tutte e cinque le stagioni, capitolerà con sincere lacrime di commozione, accompagnata da una colonna sonora da brividi composta da Ramin Djawadi, autore conosciuto soprattutto per la celebre sigla di Game of Thrones.
La censura
Ambientata inizialmente nel carcere di Fox, Joliet, Chicago e Washington, Prison break spaziò successivamente in molti stati degli USA, per arrivare in Messico, a Panama e per concludersi poi a Los Angeles e Miami, elargendo quadri paesaggistici variegati e scenari dalle sfaccettature che mescolavano realismo e fantasia. Lo straordinario interesse del pubblico e la sorprendente affezione nei confronti dei protagonisti che, per quanto motivati da nobili intenti, restano pur sempre agli occhi della legge e della legalità dei criminali, portò ben tredici prigioni di massima sicurezza degli USA a vietarne la trasmissione.
La caratterizzazione dei personaggi
L’eccezionale caratterizzazione dei protagonisti, che scrutava fino alle viscere aspetti psicologici anche brutali coinvolge e affascina, portando ad apprezzare pure i personaggi dagli aspetti più cruenti e disumani. Ci s’inchina di fronte alla stupefacente interpretazione di Robert Knepper nei panni dello stupratore, omicida, pedofilo e necrofilo Theodore T-Bag Bagwell, che sin dalle prime battute sconcerta e scombussola l’anima e lo stomaco, fermo restando che, al contrario di quanto egli stesso ripete, «il karma alla fine esiste».
Prison break è una serie TV geniale, fra le migliori del suo genere, se non fosse stata tirata troppo per le lunghe ed essersi così trasformata in un brand, a tratti povero di contenuti e non privo di contraddizioni e inverosimiglianze, soprattutto a partire dalla seconda stagione. Eppure, Prison break si difende e riesce a sostenere l’audience, grazie all’esistenza di Michael Scofield, primo fra tutti, e degli altri interpreti dai quali non fu più possibile separarsi.
Il calo
Se la prima stagione s’elevava e si discostava dalle altre, ponendosi su un piano di narrazione perfetto, e la seconda pur con qualche inciampo resiste, dalla terza c’è una drastica caduta. Ma l’imprinting aveva ormai creato un effetto attesa che continuò a perpetuarsi e quanto bevuto non placava la sete di altri episodi e di un nuovo finale, nonostante fosse ormai evidente che ci fosse poco da aggiungere e molto da devastare.
Sulla scia di altri show
In ogni caso fu un successo. Paul Scheuring nel 2003 propose l’idea alla Fox che, dopo aver deciso di realizzare una miniserie in 10 puntate, cui sembravano interessati anche Steven Spielberg e Bruce Willis, accantonò il progetto per riprenderlo solo l’anno successivo, dopo il successo di altre serie TV, fra le quali l’indimenticabile Lost. Dai 13 episodi previsti inizialmente per la prima stagione, sulla scia dell’enorme consenso ottenuto dal pubblico, la produzione s’allunga fino a 22 puntate, al termine delle quali il brand diviene inarrestabile.
Prison break, al di là dei suoi scivoloni, è consigliata per gli appassionati di maratone televisive, ricche di suspense e azione. Nonostante le dichiarazioni contraddittorie della produzione e del cast su un’ipotetica sesta stagione, d’ufficiale al momento c’è che quest’infinita evasione si sia consumata, nel bene e nel male.
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Titolo originale | Prison break |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2005-2009 2017 |
Stagioni | 5 |
Episodi | 90 |
Durata | 44 minuti/episodio |
Uscita | 29 Agosto 2005 |
Genere | Drammatico Prison drama Thriller |