Profondo rosso: il cult di Dario Argento secondo una Millennial
Profondo rosso
«Sono entrata in contatto con una mente perversa».
Titolo originale | Profondo rosso |
---|---|
Lingua originale | inglese italiano |
Paese | Italia |
Uscita | 7 Marzo 1975 |
Durata | 127 minuti |
Genere | Horror Thriller |
Regia | Dario Argento |
Cast | David Hemmings Daria Nicolodi Gabriele Lavia Macha Méril Eros Pagni Giuliana Calandra Piero Mazzinghi Glauco Mauri Clara Calamai Geraldine Hooper Furio Meniconi Nicoletta Elmi Liana Del Balzo Jacopo Mariani Salvatore Baccaro Salvatore Puntillo |
Un rubino pregiato
Il 1975 fu l’anno delle colonne sonore. Due note ed è subito terrore, ne Lo squalo di Steven Spielberg, uscito a Giugno. Qualche mese prima, però, Profondo rosso di Dario Argento aveva già dato il suo contributo. Per questa pellicola, infatti, il regista chiese ai Pink Floyd di comporre la colonna sonora; impegnati nella realizzazione dell’album Wish you were here, però, si passò ai Goblin e a Giorgio Gaslini. Il resto è storia, del cinema e della musica.
Come un classico
Sarò sincera: non avevo mai visto questo cult fino a oggi, un po’ per paura, un po’ per pigrizia. Per i ragazzi come me, facenti parte di una generazione ormai abituata a effetti speciali all’avanguardia, Profondo rosso desta qualche perplessità. Lo avvertiamo come lontano, al pari di quei libri, quei classici immancabili nelle librerie di ognuno, ma solo per figurare con gli ospiti e prendere polvere, perché tanto nessuno, poi, li legge per davvero. Dimentichiamo la lezione: si diventa classici proprio per la capacità di travalicare il tempo. E Profondo rosso non fa eccezione.
Un po’ di trama
La trama, innanzitutto. Nella sua semplicità, palesa una grande accortezza nei particolari e fantasmagorici colpi di scena, ben architettati da un Dario Argento in piena forma. Mark Daly, interpretato da David Hammings, è un giovane pianista londinese di Jazz. Una notte assiste all’omicidio di una medium, residente proprio sotto il suo appartamento. L’esperienza traumatica lo spinge a indagare sul delitto insieme alla sua amica e giornalista Gianna, interpretata dall’attrice italiana Daria Nicolodi. Tutti gli indizi trovati per smascherare l’omicida, però, porteranno ad avere ancora altre vittime.
Profondo rosso è probabilmente il film di maggior successo di Dario Argento, incastonato in un periodo d’oro che annovera L’uccello dalle piume di cristallo (1970), Il gatto a nove code (1971), Quattro mosche di velluto grigio (1971) e Suspiria (1977), una decade caratterizzata dalla ricerca del regista di distaccarsi dal Thriller, per avvicinarsi sempre di più all’Horror. Operazione riuscita, se oggi è ancora considerato tra i padri del genere.
Delle scuse doverose
Ed è così che sono rimasta inchiodata sul divano. Grazie, Dario Argento, scusami se ho dubitato! Profondo rosso non solo fa paura, ma crea un’atmosfera talmente elettrica e cupa da farci rimanere sull’attenti in ogni momento. Tenere d’occhio ogni dettaglio è fondamentale; quando il cerchio si chiude e comprendi che il regista s’è burlato di te, mostrando l’assassino senza che te ne accorgessi già all’inizio del film e ponendoti al pari del protagonista, non resta che capitolare di fronte a una trama così ben costruita.
La cura dei dettagli
A chi, come me, nell’Horror ha trovato una prima formazione nelle saghe The conjuring e Annabelle, risalta immediatamente come in Profondo rosso la perfezione nei dettagli sia studiata in modo molto più accurato, tanto che lo stesso Dario Argento si divertiva a strangolare o uccidere personalmente le vittime nei suoi film. Le mani dell’assassino in tutte le sue pellicole sono proprio del regista, infatti. Una ricerca capace di rinunciare o ridurre al minimo gli jumpscare, di cui oggi sono invece composti per la maggior parte tutti gli horror, in favore di una crescente tensione, che non ti abbandona nemmeno alla fine della storia e s’accompagna allo stupore.
Anche i riferimenti artistici danno il loro contributo alla riuscita di Profondo rosso: non solo una delle locandine del film è un chiaro richiamo a Vertigo di Alfred Hitchcock, ma il bar in cui il protagonista suonava è stato appositamente costruito a Torino, ispirato al locale ritratto da Edward Hopper nel dipinto Nightwalks. Molti passanti del posto durante le riprese entravano spesso, pensando fosse un vero live club. Profondo rosso è un’esperienza che tutti dovrebbero provare almeno una volta nella vita. Col tempo, forse, diventerà un ricordo sbiadito, proprio come quello del protagonista del film di Dario Argento; si trasformerà in un messaggio subliminale, in una sfida, in quel classico da libreria dal destino diverso, però: non appassirà sugli scaffali, ma sarà sempre lì, pronto a terrorizzarci ancora.
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Titolo originale | Profondo rosso |
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Lingua originale | inglese italiano |
Paese | Italia |
Uscita | 7 Marzo 1975 |
Durata | 127 minuti |
Genere | Horror Thriller |
Regia | Dario Argento |
Cast | David Hemmings Daria Nicolodi Gabriele Lavia Macha Méril Eros Pagni Giuliana Calandra Piero Mazzinghi Glauco Mauri Clara Calamai Geraldine Hooper Furio Meniconi Nicoletta Elmi Liana Del Balzo Jacopo Mariani Salvatore Baccaro Salvatore Puntillo |