Quando negli anni ’80 potevamo contare sull’aiuto dell’A-Team
A-Team
«Vado matto per i piani ben riusciti!».
Titolo originale | The A-Team |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anni | 1983-1987 |
Stagioni | 5 |
Episodi | 98 |
Genere | Azione |
Durata | 45 minuti a episodio |
Prima puntata | 23 Gennaio 1983 |
Uscita italiana | 25 Febbraio 1984 |
Serie ben riuscite
Negli anni ’80 sapevamo tutti che, se c’era un problema che nessuno poteva risolvere e se si era abbastanza fortunati da trovarli, potevamo sempre contare sull’aiuto dell’A-Team.
Un telefilm di lancio
Arrivata da noi nel 1984, A-Team bissò il successo ottenuto l’anno prima negli USA e contribuì non poco, insieme alle serie TV colleghe, come Supercar e Riptide, al successo delle reti berlusconiane. A-Team aveva parecchi elementi dalla sua: presi singolarmente sarebbero stati già accattivanti, ma in questo caso diventano un meccanismo oliato alla perfezione.
I segreti di un successo
Per prima cosa, il plot: un gruppo di reduci del Vietnam, ricercati per un crimine mai commesso e dichiarati fuorilegge, aiutano chi ne ha bisogno, vivendo in clandestinità. Poi, ancora, il modo in cui questo plot è gestito: ogni puntata, infatti, gode di un canovaccio che raramente è tradito.
Chi è nei guai contatta l’A-Team e il gruppo inizia a tentare di risolvere la situazione con le buone o, più spesso, con le cattive; verso la fine dell’episodio, il gruppo di eroi mette in atto un piano perfettamente concepito, che gli vale la vittoria. Infine, non meno importanti dei primi due elementi, ci sono i personaggi messi in campo.
I protagonisti
L’A-Team è un gruppo che vanta diversi specialisti. Innanzitutto Hannibal Smith, interpretato da George Peppard, la star di Colazione da Tiffany, è la mente del gruppo: sue sono le strategie risolutrici e il motto «amo i piani ben riusciti» è ancora oggi piuttosto popolare. Segni distintivi: il sigaro in bocca e una passione per la recitazione e i travestimenti.
A seguire Templeton «Sberla» Peck, l’affascinante seduttore e amabile truffatore. L’attore Dirk Benedict aveva già interpretato il ruolo del Tenente Scorpion nella serie Galactica e un chiaro riferimento a questo è ancora possibile vederlo nella sigla della serie TV, quando Sberla s’imbatte in un Cylone.
Nessun gruppo sarebbe completo senza una scheggia impazzita, ecco quindi Howling Murdock, interpretato da Dwight Schultz: è un pilota dotato di grande abilità, ma con una latente pazzia che spesso viene fuori nei momenti peggiori. Infine, a chiudere il quartetto, troviamo P.E. Baracus, nelle esagerate collane pacchiane e nel look da mohicano di Mr. T, la cui carriera fu lanciata proprio grazie a questo ruolo: finirà per incrociare i guantoni con Rocky, mica robetta.
Il GMC Vandura
A scarrozzare il quartetto, il quinto personaggio dell’A-Team, il van GMC Vandura gelosamente accudito da P.E. Baracus, tutto nero e con lo spoiler rosso, una delle auto più rappresentative di un’epoca della televisione, tanto che appena possibile lo inseriremo in una nostra personalissima classifica.
La sinergia tra i membri del gruppo è un altro elemento distintivo dell’A-Team, così come lo sono i numerosi tormentoni che tornano di episodio in episodio.
Tormentoni
Ne è un classico esempio la paura di Baracus di volare e i modi ingegnosi coi quali gli amici lo sedano ogniqualvolta serva salire su un aereo; il motto di Hannibal Smith e le liti tra Baracus e Murdock sono cliché utili a canalizzare subito la simpatia degli spettatori, oltre a esaltare quella dei protagonisti, quasi attesi in questi loro momenti, a ogni puntata.
Malgrado le tematiche, infatti, A-Team è soprattutto un telefilm che mescola azione e commedia: l’uso della violenza è ingente, come lo sono esplosioni e le raffiche di mitra ma, in linea con la sensibilità del tempo, nessuno si faceva mai davvero male.
Una protagonista segreta
Un tipo di violenza simile a quella dei film di Bud Spencer e Terence Hill ma qui, invece di schiaffi, volano le pallottole. E i cattivi. Già, perché gli stunt di tutta la serie TV sono affidati a una piccola catapulta, forse la vera star sul set, capace di proiettare in alto i cascatori e creare realisticamente l’effetto dello spostamento d’aria di un’esplosione avvenuta direttamente alle loro spalle. È roba semplice, divertente e spensierata.
Tante guest star
E funziona perfettamente, poiché l’A-Team va avanti per 5 stagioni cambiando davvero poco per la maggior parte del tempo e, anzi, iniziando a ospitare guest star d’eccezione, come Hulk Hogan e Boy George, solo per citarne due.
Si registrerà l’ingresso di qualche personaggio nuovo, ma nessuno sarà in grado d’avvicinarsi neanche lontanamente ai quattro originali. Altro momento topico dell’A-Team è quello dedicato alla realizzazione, spesso con materiali di recupero, di una qualche arma o veicolo che serva a sconfiggere i cattivi. Inutile dire che anche questo diventa un momento centrale e atteso della serie.
Fioccano ancora oggi le parodie e le citazioni, come ne I Griffin; allo stesso modo fioccano le repliche, sempre sulle reti Mediaset. A-Team ancora oggi rimane uno degli show più apprezzati del passato e, perfino dopo il film del 2010, una sorta di prequel modernizzato e privo del cast originale, salvo che per qualche cammeo, che s’è rivelato una delusione per tutti i fan vecchi e nuovi, si trova in un posto d’onore nella nostra personale classifica.
La sigla dell’A-Team
L’artwork dell’A-Team realizzato da Denise Esposito
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Titolo originale | The A-Team |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anni | 1983-1987 |
Stagioni | 5 |
Episodi | 98 |
Genere | Azione |
Durata | 45 minuti a episodio |
Prima puntata | 23 Gennaio 1983 |
Uscita italiana | 25 Febbraio 1984 |