Racconti di storie irrilevanti | Vita, giovani, Roma | Recensione

un uomo disegnato di rosso e al centro di altri uomini disegnati in nero - nerdface
la copertina gialla del libro con un uomo disegnato in rosso in mezzo ad altri in nero - nerdface

Il voto di Nerdface:
4.0 out of 5.0 stars

Titolo originale Racconti di storie irrilevanti
Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 2020
Genere Narrativa
Racconti
Autore Matteo Deraco
Editore italiano EdiLab
Pagine 160
Prezzo 12,99 euro

Il voto di Nerdface:
4.0 out of 5.0 stars

Racconti

Dopo anni di concorsi dedicati ai racconti, Matteo Deraco, partendo da un percorso di studi cinematografici, decide di mettersi alla prova e raccogliere i suoi scritti pubblicando Racconti di storie irrilevanti, con EDILab Edizioni. A fare da sfondo a questa raccolta di racconti è la città di Roma. Dopo anni passati a bramare la solitudine, Matteo s’interroga su quanto il mondo intorno a lui sia cambiato e cerca un posto in cui finalmente essere se stesso, libero dai preconcetti e dai giudizi degli altri.

Tante narrazioni

Nel primo racconto, l’autore si chiede giustamente quale sia il prezzo per diventare grandi, giungendo infine a un ottimo finale a sorpresa. In un altro, Puzza di inchiostro, abbiamo un’ottima descrizione dei premi letterari italici. In realtà, ogni piccola narrazione è interessante, piena di spunti e aforismi che ricordano molto quello che Raboni scrisse della poetessa Vivian Lamarque, ovvero che le sue intuizioni erano delle coltellate, oltre a essere illuminanti.

Giovani

Racconti di storie irrilevanti non è ispirato dalla paura della morte, dalla precarietà dell’esistenza o da una cifra trascendente, quanto un implicito e autentico atto di fede nei confronti della vita. La vitalità trasuda da ogni pagina. Non è un libro filosofico sull’essere e il nulla, ma è un’opera riguardante i problemi veri dei giovani. Matteo Deraco è un ottimo compagno di viaggio e scrive col cuore in mano. È una raccolta di racconti ben scritta, in cui non ricerca la letteratura a tutti i costi; non c’è, infatti, quella ricerca spasmodica della descrizione puntigliosa, né dell’intreccio avvincente.

Roma

Le storie sono definite irrilevanti dall’autore per modestia e non perché lo siano veramente. Ogni racconto potremmo vederlo come un exemplum, in cui Roma non è descritta ossessivamente, ma con essa solo alcuni episodi della vita giovanile romana. Forse l’autore definisce le sue storie irrilevanti perché nella Capitale niente scandalizza e fa notizia, come sintetizzava egregiamente Flaiano con la storia dell’avvento di un marziano nella Città Eterna che, dopo qualche ora, non se lo filava più nessuno.

Maschile, non maschilista

Infatti, le storie di Matteo Deraco non sono scritte tanto per stupire, ma per chiarire a se stesso e al lettore alcune dinamiche della vita. Sembra quasi che l’essenza stessa dell’opera stia nei fitti dialoghi e nelle considerazioni sempre interessanti sull’esistenza, che non diventano mai elucubrazioni cervellotiche. Lo scrittore rifugge da ogni intellettualismo e trova leggi generali, non ha retaggi nei confronti del Secolo Breve, ha i piedi ben piantati nel Duemila; non rispolvera il vecchio né lo rimpiange, parla di sesso, ma non in modo volgare. Il suo è un punto di vista maschile, senza essere maschilista. Non è centrato su di sé, ma orientato agli altri. Il dettato è sempre trasparente, è sempre chiaro.

Tante voci

Nei racconti di Matteo Deraco trovano spazio una pluralità di voci. Se prendiamo i canoni di Alfonso Berardinelli riguardanti lo stile dell’estremismo (retorica dell’oltranza, ontologia, prevalere della teoria sui fatti), l’autore non s’adegua al conformismo autoriale. È un libro equilibrato, agrodolce; le riflessioni hanno un certo spessore gnomico. È anche un libro sincero, perché Matteo Deraco non ha mai paura di mostrare la sua baldanza, né la sua vulnerabilità.

Il potere della parola

Sicuramente sono sottintesi due concetti: che la parola può risarcire quasi ogni ferita della vita e che il mondo è un teatro, come in Pirandello e Schopenhauer. Matteo Deraco, difatti, mette in scena autenticamente se stesso, o gran parte, in una narrativa adeguata alla realtà, ma non ideologicamente ai tempi. Matteo Deraco non è figlio della sua epoca e la sua ricerca lo porta al di fuori del mainstream, del pensiero dominante; si libera, invece, dagli idoli senza cadere preda d’irrazionalismi.

Una finestra sull’oggi

Leggiamo letteratura moderna per «ritestualizzare il nostro mondo» e in effetti con Matteo Deraco ci aggiorniamo sul mondo italiano, soprattutto quello giovanile. Inoltre, il Cristianesimo è Dio che si fa uomo e allora perché non leggere un libro che diverte e allo stesso tempo tratta delle nostre debolezze umane? Concludendo, lo scrittore si mostra nell’atto di coinvolgere il lettore non solo emotivamente, ma anche dal punto di vista conoscitivo ed esistenziale. Alla fine, si approda anche ad alcune verità umane ed esistenziali. Non è affatto poco.

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Titolo originale Racconti di storie irrilevanti
Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 2020
Genere Narrativa
Racconti
Autore Matteo Deraco
Editore italiano EdiLab
Pagine 160
Prezzo 12,99 euro