«Se poi ci perdiamo?»

Cos’hanno in comune Alice, la bimba nata dalla magica penna di Lewis Carroll, che un giorno inseguendo il Bianconiglio cade ritrovandosi in un mondo fantastico, e Peter Pan, il bambino che non voleva diventare adulto, creato dallo scrittore britannico James Matthew Barrie?  A una veloce analisi, a unire i due personaggi le cui storie hanno forgiato la nostra infanzia sarebbe la medesima motivazione: fuggire dalla realtà, per rifugiarsi in un mondo incantato dove governa la fantasia e gli adulti non possono entrare. Eppure, alla base, usando un pizzico d’immaginazione, potrebbe esserci anche un’altra causa, quella che serve per costruire una nuova storia fantastica da raccontare ai più piccini.

Scritta da Marissa Kate Goodhill e diretta da Brenda Chapman (Il Principe d’Egitto e Ribelle: the Brave) è approdato su Prime Video il 22 Aprile Alice e Peter, il film live action del 2020, che ha come missione di fungere da prequel per due delle storie più amate dai bambini di tutti i tempi: Alice nel Paese delle Meraviglie e Peter Pan, e d’unirle in un’unica avventura.

L’inghilterra vittoriana

Siamo nella campagna londinese dell’Inghilterra vittoriana. Qui, Peter (Jordan Nash), Alice (Keira Chansa) e il loro fratello maggiore David Littleton (Reece Yates) vivono felici in una bellissima casa immersa nel verde, insieme alla madre Rose (Angelina Jolie) e al padre Jack (David Oyelowo).

La loro infanzia scorre serena e ricca d’avventura, grazie anche all’intervento dei due straordinari genitori che li spronano spesso a usare la loro fervente immaginazione.

Un tragico evento

Purtroppo, un tragico evento cambia immediatamente lo scenario iniziale e, mentre i due genitori tentano d’affrontare la disgrazia ognuno a modo proprio, Alice e Peter decidono di rifugiarsi nel loro mondo immaginario, fuggendo così dalla realtà e approdando rispettivamente nei mondi che conosciamo: il paese delle meraviglie e l’isola che non c’è.

Sin dalle prime battute, appaiono numerosi i richiami alle storie fantastiche originali: dall’ombra, ma in questo caso creata dall’immaginazione di David e non da Peter; al campanellino donato dalla mamma ad Alice; al coniglio bianco di peluche della bambina.

Un incontro in fondo inutile

Ogni tassello sembra trovare il suo posto per ricomporre le avventure che i due bambini vivranno in futuro. Alice e Peter è ben realizzato, ma alla lunga l’operazione mostra i suoi limiti, nell’aver forzato un accostamento tra due personaggi di cui, in fondo, non se ne sentiva l’esigenza. Se le prime trovate sono divertenti, con l’andare avanti del film perdono la loro efficacia e la capacità di stupire.