American Skin | Un confronto necessario | Recensione
Il voto di Nerdface:
4.0 out of 5.0 stars
Titolo originale | American Skin |
---|---|
Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2019 |
Durata | 89 minuti |
Uscita | 24 Maggio 2021 |
Genere | Drammatico |
Regia | Nate Parker |
Sceneggiatura | Nate Parker |
Fotografia | Kay Madsen |
Musiche | Henry Jackman |
Produzione | TM Films Tiny Giant Entertainment |
Distribuzione | Eagle Pictures |
Cast | Nate Parker Omari Hardwick Theo Rossi Shane Paul McGhie Milauna Jackson Beau Knapp |
Il voto di Nerdface:
4.0 out of 5.0 stars
«Quando ti ferma la polizia non pensare alle leggi»
Lunedì 24 Maggio sarà l’anniversario dell’omicidio di George Floyd, l’uomo di colore ucciso da un poliziotto bianco, nonostante implorasse aiuto gridando «I can’t breathe». La supplica è divenuta lo slogan del movimento Black Lives Matter, che ha accertato come lo stesse parole siano state pronunciate da almeno 70 vittime della brutalità delle forze dell’ordine statunitensi.
A onorare la memoria di George Floyd, su Sky Cinema Uno e su NOW TV arriva American Skin, il film presentato da Spike Lee in anteprima mondiale alla 76ª edizione del Festival di Venezia e vincitore del Filming Italy Award come Miglior Film, nella sezione Sconfini. Per celebrare un giorno divenuto simbolo della lotta al razzismo, il canale on demand ospiterà su Sky Cinema Due altre pellicole a tema, alcune delle quali hanno fatto la storia, come Mississippi Burning, con Gene Hackman e Willem Dafoe, Selma, Invictus e Race: il Colore della Vittoria.
Un uomo disperato
American Skin è scritto, diretto e interpretato da Nate Parker (The Birth of a Nation) e narra la disperazione di un uomo di colore, un militare che ha combattuto in Iraq, di fronte alla perdita del figlio quattordicenne, ucciso da tre colpi di pistola esplosi da un poliziotto bianco, durante un controllo a un posto di blocco. Quando il Grand Jury nega il processo nei confronti del responsabile, il padre decide d’attuare il suo piano, sfruttando la costante presenza accanto a sé da qualche giorno di una troupe di giovani cineasti, desiderosi di girare un documentario sulla sua vicenda.
Così, aiutato da alcuni amici e parenti che nulla più hanno da perdere, l’uomo si reca armato fino ai denti nel distretto di polizia dove lavora il responsabile della morte di suo figlio: l’obiettivo è prenderlo in ostaggio insieme ai tutti i suoi colleghi e intentare il processo di cui non ha avuto diritto, di fronte a una giuria improvvisata, composta dai civili casualmente presenti al momento dell’irruzione e dai detenuti presso lo stesso distretto. Ogni momento sarà ripreso e filmato dai ragazzi che con l’inganno ha portato con sé, perché documentino la sua storia e, soprattutto, quella di suo figlio.
Il razzismo, un problema irrisolto
American Skin colpisce forte e preciso. Sebbene il caso George Floyd abbia visto la storica sentenza di condanna del poliziotto che lo uccise, sarebbe semplicistico, oltre che errato, affermare che il problema del razzismo negli USA sia stato risolto. Male endemico, che proprio poche settimane dopo quello storico processo vedeva gli americani d’origine asiatica inseguiti e brutalmente picchiati da altri cittadini, anche di colore, al punto da vedere nascere l’hashtag #stopasianhate, sembra che il razzismo sia parte integrante della stessa fondazione degli USA.
American Skin vuole porre per la prima volta tutte le parti in conflitto una di fronte all’altra, perché esprimano il proprio punto di vista. Lo fa attraverso una parte centrale tesa e teatrale, in cui ogni soggetto racconta la propria verità. Con coraggio, American Skin racconta le motivazioni degli agenti di polizia, così come la prospettiva dei neri, dei bianchi, degli ispanici e delle donne, spostando il tema da una minoranza a un Paese intero.
La giuria siamo noi
Il meccanismo, sebbene possa risultare forzato e in alcuni passaggi poco credibile, funziona però perfettamente, come se American Skin volesse racchiudere una prospettiva ideale, quella del confronto tra le parti, all’interno di un incipit e di un finale che invece schiaffeggiano lo spettatore per la loro estrema aderenza alla realtà. Sarà facile riconoscere dentro la trama i ruoli assegnati ai vari personaggi e più volte, attraverso movimenti di camera, gli spettatori sono chiamati a farsi giuria.
Per il pubblico italiano American Skin rappresenta un’occasione preziosa per comprendere meglio un male forse lontano e che da noi investe altre categorie di cittadini; allo stesso modo, permetterà di capire meglio alcune scelte percepite da noi come esasperazioni, come l’attenzione recente di Hollywood nel rappresentare nei cast dei film alcuni gruppi. Un’ultima, amarissima considerazione American Skin la dedica al mondo dell’informazione, indicato tra i maggiori responsabili del clima d’odio, un depositario ipocrita dello status quo, mentre il film sembra indicare proprio nel cinema e nelle nuove generazioni l’unica strada verso un futuro di riconciliazione.
Condividi il post
Titolo originale | American Skin |
---|---|
Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2019 |
Durata | 89 minuti |
Uscita | 24 Maggio 2021 |
Genere | Drammatico |
Regia | Nate Parker |
Sceneggiatura | Nate Parker |
Fotografia | Kay Madsen |
Musiche | Henry Jackman |
Produzione | TM Films Tiny Giant Entertainment |
Distribuzione | Eagle Pictures |
Cast | Nate Parker Omari Hardwick Theo Rossi Shane Paul McGhie Milauna Jackson Beau Knapp |