Automata | Banderas a caccia di robot | Recensione
Il voto di Nerdface:
3.5 out of 5.0 stars
Titolo originale | Automata |
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Lingua originale | inglese spagnolo |
Paese | Spagna USA |
Anno | 2014 |
Durata | 109 minuti |
Uscita | 26 Febbraio 2015 |
Genere | Fantascienza Post-apocalittico |
Regia | Gabe Ibanez |
Sceneggiatura | Gabe Ibanez Igor Legarreta Javier Sanchez Donate |
Fotografia | Alejandro Martinez |
Musiche | Zacarias M. de la Riva |
Produzione | Green Moon Nu Boyana Viburno |
Distribuzione | Eagle Pictures |
Cast | Antonio Banderas Birgitte Hjort Sørensen Melanie Griffith Dylan McDermott Robert Forster Tim McInnerny Andy Nyman David Ryall Christa Campbell |
Il voto di Nerdface:
3.5 out of 5.0 stars
«Per morire, prima devi vivere»
Antonio Banderas scappa dal Mulino Bianco e si ritrova nel 2044, in un mondo post-apocalittico, ormai desertificato e con circa il 97% della popolazione sterminata, galline comprese, probabilmente l’unica buona notizia in un quadro molto desolante, che comprende anche la sua ex moglie Melanie Griffith. Automata muove da questo assunto e affronta un tema caro alla Fantascienza: il rapporto tra uomo e macchina e, per esteso, cosa si possa, cosa si debba intendere per vita e se il nostro concetto di esistenza possa essere applicato anche ai robot.
Arrivato in Italia ben quattro mesi dopo l’uscita oltreoceano, si tratta di una coraggiosa produzione tra Spagna e USA: se i secondi sono avvezzi alla Fantascienza, lo stesso non si può dire della prima. In più, il budget complessivo di soli 15 milioni di dollari, in considerazione di cast (Antonio Banderas, Melanie Griffith, come detto, e un feroce Dylan McDermott) e doverosi effetti speciali contribuisce a incuriosire e a rendere Automata meritevole di essere visto, pur nella considerazione di una splendida occasione persa.
Un tenebroso protagonista
Tutta la trama di Automata ruota intorno alle vicende di un tenebroso protagonista, Jacq Vaucan, ben interpretato da Antonio Banderas, anche produttore del film: rasato e polveroso, in attesa di divenire padre, lavora come agente assicurativo per conto della società Roc Robotics, monopolista della produzione dei robot. In questo scenario di devastazione e degrado, peraltro ben reso dalle scenografie decadenti e da un fotografia che indugia spesso su panorami desertici e desolati, la produzione dei robot era stata inizialmente avviata nel tentativo di recuperare le zone ormai desertificate del pianeta. Fallito questo obiettivo, il loro utilizzo è declinato in chiave di supporto a un’umanità ormai rassegnata al proprio declino inarrestabile.
Compito del nostro agente è rintracciare le macchine difettose o dimostrare la falsità di eventuali reclami legati alle loro presunte disfunzioni. Una vita triste, insomma. Questo è il momento in cui Automata, nonostante riprese aeree molto simili a Blade Runner, un po’ di lentezza nel ritmo e dialoghi non sempre efficaci, a dir la verità, ricorda molto da vicino Io, Robot, la celebre e immancabile raccolta di racconti di Isaac Asimov, nota a ogni amante della Fantascienza degno di nota e trasposta al cinema ben 11 anni fa.
Come trovare un robot difettoso?
Se il nostro amato scienziato aveva immaginato e definito le Tre Leggi della Robotica, qui ci troviamo di fronte a due semplici protocolli, comunque finalizzati alla convivenza pacifica tra uomo e robot, con i secondi vincolati a obbedire ai primi, naturalmente. Quale il sintomo rivelatore di un malfunzionamento di una macchina? La cura di sé, la quale dimostrerebbe la presa di coscienza della propria esistenza e la volontà di vivere. Sulle tracce di questi modelli dal core difettoso, c’è anche un cacciatore senza scrupoli, dal volto abbastanza irriconoscibile di Dylan McDermott, e la compagnia produttrice, ovviamente desiderosa di porre fine alla consistente perdita economica derivante da questo stato di cose.
Entrato in contatto con un robot mal funzionante, o forse umano, o forse migliore degli umani stessi, l’agente Vaucan si ritroverà ad accompagnarne diversi in un viaggio verso una destinazione ignota, ma le cui conseguenze potrebbero avere profonde ripercussioni sull’umanità e sull’evoluzione della Terra nel suo insieme. E non mancherà, come da copione, il momento in cui dovrà riconoscere e scegliere se la vita, intesa nel suo significato più alto e nobile, scorra ancora nelle vene degli uomini, oppure si nasconda dentro i circuiti dei suoi nuovi compagni di strada.
Un film da vedere
Automata è un film discreto, con alcune intuizioni notevoli e altre piccole cadute di ritmo sparse qua e là. In considerazione di un budget low cost, poi, a maggior ragione merita di essere visto al cinema, a sostegno di una Fantascienza d’autore ancora vitale, che resiste alle più banali mega produzioni cui siamo amaramente abituati oggi.
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Titolo originale | Automata |
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Lingua originale | inglese spagnolo |
Paese | Spagna USA |
Anno | 2014 |
Durata | 109 minuti |
Uscita | 26 Febbraio 2015 |
Genere | Fantascienza Post-apocalittico |
Regia | Gabe Ibanez |
Sceneggiatura | Gabe Ibanez Igor Legarreta Javier Sanchez Donate |
Fotografia | Alejandro Martinez |
Musiche | Zacarias M. de la Riva |
Produzione | Green Moon Nu Boyana Viburno |
Distribuzione | Eagle Pictures |
Cast | Antonio Banderas Birgitte Hjort Sørensen Melanie Griffith Dylan McDermott Robert Forster Tim McInnerny Andy Nyman David Ryall Christa Campbell |