«La pace non sarà la nostra rovina»

Quando nel 2014 uscì al cinema Maleficent, si creò una spaccatura tra i fan Disney: da un lato chi era legato alla malvagità della Signora di tutti i Mali, che lancia una maledizione sulla piccola Aurora ne La Bella Addormentata nel Bosco; da un altro chi ha amato la nuova storia di questa potente e spietata fata e del perché il suo rapporto così viscerale con la principessina sia il motivo scatenante di cotanta cattiveria. Sebbene rimanga ben poco della favola originale di Perrault, aspettatevi una storia ancor più originale e risolutiva per questo sequel, Maleficent: Signora del Male, in uscita il 17 Ottobre nei cinema italiani, dopo 5 anni di attesa in cui ci si è chiesto spesso come sarebbe continuato il rapporto tra queste due figure davvero contrastanti.

Aurora (Elle Fanning), Principessa della Brughiera, è ormai diventata una giovane donna delicata, dall’animo gentile e garbato, amante della natura e delle creature meravigliose e magiche che la abitano. La sua forza è racchiusa in questo amore per le piccole e semplici cose, perché ogni essere viva in pace con gli altri, e nel rapporto creatosi con la sua madrina, Malefica (Angelina Jolie). Le due, infatti, hanno finalmente creato un rapporto equilibrato e sano, non più dettato dalla sete di vendetta della fata, la quale ha deciso di crescere la Principessa con amore incondizionato, tanto da proclamarla Regina del Bosco. L’unico elemento che potrebbe sconvolgere il loro rapporto è la presenza del Principe Filippo, il grande amore d’Aurora: egli ha intenzione di sposare la fanciulla e unire così i due Regni, la Brughiera e l’Ulstead, in un unico grande Impero, finalmente in pace dopo anni di sofferenze. Sarebbe una favola molto bella e la realizzazione del sogno di Re Giovanni, ma come ogni favola degna di nota, il Male non è mai silente: l’amore puro d’Aurora e Filippo è minacciato dalla manipolatrice Regina Ingrid (Michelle Pfeiffer), madre di lui. Cercherà in tutti i modi di gettare di nuovo Malefica nel buio e di creare un diversivo affinché i suoi veri piani non siano scoperti; tenterà d’accaparrarsi anche la fiducia d’Aurora, corrompendo e manipolando la sua bontà d’animo, per allontanarla dalla sua madrina. Le conseguenze costringeranno le due ad analizzarsi, a capire quale sia la natura del loro rapporto e per cosa sia giusto combattere in questo mondo.

A differenza del primo Maleficent, La Signora del Male si discosta dalla classica favola in cui la lotta tra il Bene e il Male è netta e chiara. Questo capitolo, infatti, è molto più ambiguo e profondo; sviscera non solo il rapporto tra Aurora e Malefica, ma porta le due protagoniste ad affrontare la propria natura. La Principessa, così ingenua e delicata, dovrà imparare che la bontà d’animo non risiede in ogni essere umano e che combattere non significa solo indossare un’armatura. Dovrà crescere, per diventare una vera leader mossa da nobili ideali e supportata in ogni passo dal Principe Filippo. Malefica, di contro, riuscirà a conoscere le origini della sua natura e dei suoi immensi poteri; affronterà un percorso per capire come gestire le sue qualità e per decidere di quale ruolo vorrà appropriarsi. Inoltre, è presentato il personaggio di Ingrid, altra donna sfaccettata. Tre figure femminili, dunque, dai caratteri diversi, come ricordano Angelina Jolie e Michelle Pfeiffer, di una bellezza magnetica, durante la conferenza stampa svoltasi a Roma il 7 Ottobre scorso: «Puntiamo sulla diversità dei personaggi, che è il loro punto di forza. Tre donne forti che combattono battaglie personali, in nome di ideali differenti», ha dichiarato la prima. «Siamo tutte molto potenti e forti, ognuna a modo suo, ma Aurora è la più accorta e saggia», ha aggiunto la Pfeiffer.

Maleficent: Signora del Male tratta anche diversi temi di stretta attualità: il rispetto dell’ambiente, l’accettazione del diverso come fonte d’arricchimento e non di pericolo, la famiglia vista come quell’insieme di legami che unisce le persone, non come mero vincolo di sangue. «In una società così veloce, dove le barriere comunicative e le distanze fisiche sono abbattute, c’è comunque qualcosa che divide le persone, che fa accrescere l’odio e aumentare la competizione nella raggiunta del potere, di quel potere che si nutre proprio della distinzione e dell’emarginazione del diverso. È frustrante e arriva da chi cercano di bloccare l’unione tra persone», ha dichiarato in merito Angelina Jolie. Anche la figura femminile acquista un ruolo imponente: sono alle spalle le principesse passive di fronte al loro destino, ora lottano per i loro ideali e per le persone amate; hanno carisma, sono forti e intraprendenti ma senza soffocare o mettere in ombra i protagonisti maschili, dai quali invece imparano anche a conoscersi meglio.

Il tema della maternità, centrale nel primo film, è ulteriormente approfondito. «Per Ingrid, la maternità è racchiusa tutta nel suo Regno: prende molto seriamente il suo ruolo di protettrice del suo popolo e sa che è necessario compiere sacrifici per un bene superiore», ricorda Michelle Pfeiffer. Per Angelina Jolie, invece, «il personaggio di Malefica s’approccia alla maternità in un modo così inusuale, che la porta a credere che non avrebbe mai potuto essere una madre. Quand’ero giovane, la pensavo come lei. Eppure, sa d’essere la persona giusta per seguire la crescita d’Aurora e si mette molto in discussione, perché è un punto della sua personalità in cui sente d’avere meno sicurezza». E, in puro stile Disney, Maleficent: Signora del Male lancia un messaggio importante: la necessità di compiere una scelta di cuore, per trasformare l’odio in amore, a dispetto dell’etichetta che ci portiamo addosso.