Spider-Man: Homecoming | Recensione
Il voto di Nerdface:
3.5 out of 5.0 stars
Titolo originale | Spider-Man: Homecoming |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2017 |
Durata | 133 minuti |
Uscita | 6 Luglio 2017 |
Genere | Azione Avventura |
Regia | Jon Watts |
Sceneggiatura | Jonathan Goldstein John Francis Daley Jon Watts Christopher Ford Chris McKenna Erik Sommers |
Fotografia | Salvatore Totino |
Musiche | Michael Giacchino |
Produzione | Columbia Pictures Marvel Studios Pascal Pictures |
Distribuzione | Warner Bros. Pictures |
Cast | Tom Holland Michael Keaton Jon Favreau Zendaya Donald Glover Tyne Daly Marisa Tomei Robert Downey Jr. |
Il voto di Nerdface:
3.5 out of 5.0 stars
«Volevo solo essere come lei»
È davvero tornato a casa, lo possiamo dire da subito. Spider-Man, uno degli eroi più amati di sempre, entra in modo dirompente nel MCU dopo anni di trattative per la gestione dei diritti tra Sony e Marvel. Il progetto prevede, è cosa nota, una trilogia e due spin-off, con la prima autonoma eppure inserita nel filone degli Avengers. La campagna promozionale è stata poderosa, pari almeno all’attesa di veder tornare l’Arrampicamuri sul grande schermo; allo stesso modo, le numerose interviste rilasciate dal regista Jon Watts e dal protagonista del film, Tom Holland, permettono di avere un’utilissima bussola per cercare di raccontare al meglio Spider-Man: Homecoming, tanto ricco di spunti interessanti, quanto di zone d’ombra
Il morso del ragno
La trama muove da un rapido riassunto delle puntate precedenti e ci risparmia la genesi dell’eroe, il morso del ragno e il «da grandi poteri» eccetera. Una scelta quasi obbligata, dati i tre film di Sam Raimi e i meno apprezzati Amazing Spider-Man più recenti. Lo spunto permette al regista d’impostare tutta la pellicola dal punto di vista di Peter Parker, probabilmente l’elemento più interessante di tutto Spider-Man: Homecoming. Così, con un ritmo serrato e molto da commedia, si parte con la nascita dell’Avvoltoio per ripercorrere la rissa all’aeroporto di Civil War, quest’ultima da una prospettiva davvero da dietro le quinte.
Allo stesso modo, capiamo come il giovane eroe del Queens sia sotto la tutela di Tony Stark, il quale gli ha anche fornito il costume. Il tema del ragazzino al centro di vicende fuori dall’ordinario e con a disposizione poteri straordinari fa da contraltare a quello del villain, un operaio al quale proprio la Stark Industries sottrae l’appalto per la pulizia dei rottami alieni dopo la battaglia con i Chitauri. Eroe per caso, dunque, contro il quale si batterà un nemico per necessità, verrebbe da dire. Questo è il secondo tema di Spider-Man: Homecoming, mostrare cosa succede lì in basso, per le strade dei quartieri, come si comporti la gente comune di fronte a tizi in armatura volante, Dei scandinavi o giganti verdi dalla forza sovrumana.
Romanzo di formazione
Spider-Man: Homecoming è il romanzo di formazione di un eroe che sentiamo più vicino di altri, perché è come noi e noi potremmo essere lui. In questo, il film è perfetto e Tom Holland sembra nato per il ruolo. È pasticcione e chiacchierone, incapace per buona parte del tempo a gestire l’identità segreta e a obbedire alle direttive di Tony Stark, nella veste insolita (e comica) di padre putativo. È uno Spider-Man smanioso di dimostrarsi all’altezza del compito, ma riesce a incasinare tutto quasi all’irreparabile ed è ben realizzata la sua ingenuità.
Costume high-tech
Dove, invece, il film è meno convincente è innanzitutto nella durata, davvero eccessiva nei suoi 133 minuti, colpevole di costellare la narrazione di momenti tutto sommato inutili e in alcuni casi noiosi. Altro elemento che farà discutere è il costume high-tech, che praticamente fa sparire nel dimenticatoio il Senso di Ragno e stride parecchio con questa caratterizzazione di Spider-Man da eroe di quartiere alle prime armi. È funzionale al tono da commedia, ma farà storcere il naso, e non poco, a quanti sono più legati a quel lato stropicciato e genuino dell’Arrampicamuri. Mancano, poi, alcuni personaggi storici, sebbene sia facile immaginare che faranno il loro ingresso in scena nei prossimi capitoli.
Spider-Man: Homecoming sembra diretto a un pubblico dall’età media molto bassa e i temi più profondi, come il rapporto con zia May (una Marisa Tomei sempre in tiro) o la specularità tra eroe e nemico sono sempre e solo lambiti (e peraltro si fa apertamente il tifo per l’Avvoltoio); i pochi colpi di scena, poi, sono piuttosto telefonati. È un film leggero, ben realizzato nelle sequenze d’azione, ma una volta finito resta attaccato addosso per poco tempo.
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Titolo originale | Spider-Man: Homecoming |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2017 |
Durata | 133 minuti |
Uscita | 6 Luglio 2017 |
Genere | Azione Avventura |
Regia | Jon Watts |
Sceneggiatura | Jonathan Goldstein John Francis Daley Jon Watts Christopher Ford Chris McKenna Erik Sommers |
Fotografia | Salvatore Totino |
Musiche | Michael Giacchino |
Produzione | Columbia Pictures Marvel Studios Pascal Pictures |
Distribuzione | Warner Bros. Pictures |
Cast | Tom Holland Michael Keaton Jon Favreau Zendaya Donald Glover Tyne Daly Marisa Tomei Robert Downey Jr. |