«I can do whatever I want»

The Boys è la migliore serie TV attualmente disponibile a tema supereroi, se non la migliore in assoluto. Leviamo ogni dubbio sin da subito. Arriva a conclusione la seconda stagione dello show divenuto già cult, disponibile su Prime Video, e già ci manca.

Esagerata, violenta e surreale, la vicenda che vede il gruppo capitanato da Butcher contrapporsi alle star pubbliche dei Sette, superumani psicotici al soldo della multinazionale Vought, non solo mantiene fede alle ottime premesse gettate al termine della prima stagione, ma riesce anche ad alzare l’asticella.

Impressioni confermate

Vi avevamo raccontato le impressioni delle prime 3 puntate, ricevute in anteprima da Amazon; oggi non possiamo che confermare quanto scritto. The Boys 2 chiude alla sua ottava puntata riuscendo nel difficile compito di unire le diverse sottotrame gettateci in pasto nel corso di entrambe le stagioni. Gli stessi personaggi più defilati, come Queen Maeve e A-Train, risulteranno decisivi nella chiusura di questa prima parte di storia, che per la terza stagione, già annunciata e con tanto di spin-off in preparazione, in qualche modo azzera l’intreccio e pone le basi per sviluppi futuri molto intriganti.

A voler cercare di dare una prima somma di quanto visto, The Boys ha il merito d’aver offerto freschezza e innovazione in un ambito fin troppo ricco di filoni narrativi, peraltro spesso sviliti nelle loro rappresentazioni su piccolo e grande schermo, come capitato agli universi Marvel e DC Comics. Domandarsi cosa farebbe la maggior parte delle persone una volta entrata in possesso di poteri divini e immaginarne le conseguenze nella nostra società capitalistica e schiava dell’immagine è l’architrave su cui si snoda la trama della serie TV.

Una serie molto sopra le righe

Ripensare il supereroe in una versione onestamente più plausibile non era un’operazione facile, ancor meno pensando al fumetto estremo da cui The Boys è stato tratto, l’opera omonima di Garth Ennis e Darick Robertson. Pur avendo necessariamente adattato l’originale ed eliminato diversi passaggi davvero impossibili da proporre in una serie TV, lo show di Prime Video non ha lesinato in scene sanguinose, in ammiccamenti sessuali espliciti e in battute volgari. Eppure, nulla è mai risultato fuori posto o gratuito.

L’alchimia funziona perché ogni passaggio, anche il più indigesto per chi ha pensato finora che vedere Peter Parker ridursi in polvere tra le braccia di Iron-Man fosse il massimo della provocazione, trova coerenza nel mondo orribile in cui è inserito. Il nostro. Una società dominata dalle industrie dell’intrattenimento e dai social, arrivista e priva di slanci ideali; un ventre perfetto per partorire eserciti di psicotici, tutti desiderosi di diventare dei Sup, invincibili e capricciosi.

Un cast fenomenale

The Boys 2, però, non è solo satira grottesca e, fatto più unico che raro, offre anche un approfondimento drammatico sorprendente di numerosi personaggi, senza mai scivolare nel ridicolo e riuscendo, anzi, a dosare sapientemente i diversi registri narrativi. Questo successo è meritato e non sarebbe stato possibile senza un cast all’altezza del compito, in cui brillano due interpreti in assoluto. Se Karl Urban offre smorfie, mimica e profondità timbrica al leader dei Ragazzi, dobbiamo capitolare di fronte alla capacità di Antony Starr. Il suo Patriota è perverso e incontrollabile, protagonista di un climax finale clamoroso.