«I believe we can do better»

Non sappiamo se la circostanza sia stata voluta o meno, ma finita la sesta e ultima puntata di The Falcon and the Winter Soldier viene alla mente il tono da commedia del trailer di lancio della serie Marvel. Siamo stati tutti tratti in inganno da un montaggio che puntava ai siparietti dei due protagonisti, il Falco e il Soldato d’Inverno, e nessuno avrebbe mai pensato che in 6 episodi sarebbe stata racchiusa la parabola più politicamente coraggiosa dell’MCU, ancor più sorprendente se ospitata su Disney+ e pensando alla sua conclusione giunta proprio nei giorni della storica sentenza sul caso Floyd negli USA.

Eravamo già stati colpiti da WandaVision, fenomeno mondiale che ha saputo porre l’attenzione su due personaggi secondari, Visione e Scarlet, almeno per come li aveva collocati nel tempo la loro versione cinematografica, ai quali è stato affidato il compito di parlare d’elaborazione del lutto attraverso un linguaggio nuovo, riannodando i fili dopo Endgame e ponendo (forse) le premesse per un Multiverso di cui si vocifera da tempo e che dovrebbe riguardare anche Doctor Strange e Spider-Man.

Una serie spiazzante

The Falcon and the Winter Soldier, seppur in modo più canonico nello stile narrativo, ha saputo spiazzare, forse in modo ancor più sbalorditivo, e ha alzato il livello di riflessione su un terreno sociopolitico d’estrema attualità. E così, le nostre prime impressioni dopo il primo episodio devono essere assolutamente riviste.

Da gioco a due, infatti, The Falcon and the Winter Soldier ha allargato il suo respiro e cambiato la prospettiva delle cose, da chi avrebbe meritato di brandire lo scudo di Captain America a quale America avrebbe dovuto essere rappresentata dal suo Capitano. Questo cambio di prospettiva azzera la facile contrapposizione tra buoni e cattivi, fornendo invece a tutti noi la possibilità di valutare le motivazioni d’ogni attore in gioco, di farci una nostra opinione e d’affacciarci a un mondo molto più complesso e diviso di quanto potessimo immaginare.

Quante Americhe

La trama di The Falcon and the Winter Soldier è dunque costruita in questo modo, senza necessità che se ne parli nel dettaglio. Pur con alcuni inciampi, come l’assurda impossibilità del Falco, un Avengers, d’attivare un prestito modesto per aiutare la sorella in difficoltà economiche, è utile a introdurre uno scenario in cui riusciamo a comprendere le ragioni di Zemo, dove non è chiaro il confine tra i termini di terrorista e di resistente e ben si articolano la presentazione di John Walker e la chiusura dell’arco narrativo di Isaiah, il super soldato afroamericano che nessun governo volle riconoscere.

La questione razziale, enormemente sentita negli USA, diviene il fulcro della serie nelle ultime due puntate, mai oscurando, però, gli altri temi toccati. Il discorso finale del nuovo e definitivo Captain America lascia il segno e marca il passo verso un nuovo concetto, meno comodo e che potrebbe offrire nuovi sviluppi davvero molto interessanti: protetto dal suo scudo non c’è l’eroe di tutti, ma i valori che decidiamo di perseguire e coltivare.