«Make a wish»

Dopo un lungo e tribolato periodo di spostamenti del release a causa della pandemia da Covid-19, Wonder Woman 1984 arriva anche in Italia, ma direttamente sulle piattaforme on demand e a partire da domani, 12 Febbraio 2021, dopo essere uscito negli USA il 25 Dicembre 2020. Secondo film dedicato all’amazzone più famosa del mondo, WW84 paga certamente il periodo infame e sconta un arrivo in sordina, figlio anche di un universo cinematografico, quello DC Comics, che non ha fatto in tempo a decollare ed è rientrato velocemente ai box. Colpisce, per esempio, come in queste settimane l’attenzione sia decisamente più alta nei confronti della Snyder’s Cut di Justice League, mentre Wonder Woman 1984 sia stato derubricato, ben prima della sua uscita statunitense, a pellicola risibile. Abbiamo avuto il piacere di guardare il film di Patty Jenkins in anteprima e possiamo darvi le nostre riflessioni, ovviamente senza alcuno spoiler.

Partiamo con l’aspetto che metterà tutti d’accordo: Gal Gadot. L’attrice, quando entra in scena dopo un prologo dedicato alla sua infanzia e nonostante avvenga in una sorta di inno agli anni ’80 piuttosto scanzonato, finalizzato a precipitarci nella nuova ambientazione della pellicola, sarebbe di per sé sufficiente a metterci in pace con WW84. Sono passati diversi anni, infatti, dagli avvenimenti del primo film, ambientato durante la Prima Guerra Mondiale. Diana è sola, in una società profondamente cambiata e nel pieno della bolla di quella decade. Difende la sua città, sventando crimini e mantenendo nascosta la sua identità dietro un normale lavoro in un museo.

A cadenzare le sue imprese, la regia indugia sull’ascesa di un magnate del petrolio, Max Lord, intensamente interpretato da Pedro Pascal. L’uomo è sulle tracce di un reperto archeologico dagli immensi poteri, coi quali intende ribaltare le sue sorti imprenditoriali, che lo vedono sull’orlo del baratro. Il monile, prima di finire nelle sue mani avide e di scatenare una reazione a catena che porterà il mondo sull’orlo di un conflitto nucleare, intercetterà le vite di Wonder Woman e di una sua opaca collega (Kristen Wiig), che inconsapevolmente si trasformerà in Cheetah, finendo per apprezzare questo nuovo stato. Come già rivelato in sede promozionale, inoltre, torna anche Chris Pine nei panni di Steve Trevor. Su di lui grava un ruolo importante e ben sostenuto: attraverso i suoi occhi e il suo stupore di un uomo del passato ritrovatosi nel futuro rileggeremo un’epoca ancora fonte d’ispirazione in molte opere d’intrattenimento e sarà lui il catalizzatore nella maturazione di Diana. Infine, è compito di Hans Zimmer dettare le musiche.

È il desiderio il tema portante di WW84. Che si tratti della brama di potere di Max Lord, la voglia di riscatto di una donna timida e impacciata o la necessità di Diana di condurre una vita normale e scandita dall’amore, tutto il film ruota intorno a una domanda: cosa siamo disposti a tollerare perché i nostri sogni si realizzino, fino dove ci spingeremmo? Sotto questo punto di vista, Wonder Woman 1984 ha il merito di tentare di spostare l’asticella più in alto di quanto normalmente avviene in questo tipo di pellicole, spesso schiacciate dalla solita contrapposizione a due dimensioni tra eroe e villain. Specialmente nelle battute finali e soprattutto se si pensa al periodo in cui stiamo vivendo, al senso di responsabilità e di collettività che impone a tutti noi, WW84 cerca di presentare una trama corale, con personaggi più complessi e dalle evoluzioni più dinamiche.